FICO SUL DIVIETO DI SALVINI E TONINELLI: “NON E’ QUESTA LA SOLUZIONE”
L’IMBARAZZO DEL PRESIDENTE DELLA CAMERA NEL VEDERE IL M5S SERVO DEI RAZZISTI
Con i suoi vestiti comodi e demodè e con le sue esternazioni col contagocce, Roberto Fico le sta provando tutte pur di calarsi nei panni istituzionali del Presidente.
Ma le ragioni del cuore premono.
Curiosamente proprio la somma dei due ruoli in queste ore sta proiettando il leader di Montecitorio nella “prima fascia”: quella dei protagonisti. Tutto era iniziato nei giorni scorsi, quando il presidente pentastellato della Camera aveva avviato senza clamori una serie di incontri di “tendenza” (la Cgil, il garante dei detenuti, Medici senza frontiere, Amnesty) e il tutto era culminato venerdì in una dichiarazione: «Chi fa solidarietà ha tutto il supporto dello Stato».
Meno “recensita” un’altra affermazione di Fico, che riletta in queste ore, appare ancora più significativa: «Anche nel Mediterraneo vanno supportate le persone e le organizzazioni che aiutano gli altri».
Considerazioni che, dopo 48 ore di sospensione, hanno finito per imporsi e dare la linea ai Cinque Stelle.
Ieri pomeriggio, mentre stava clamorosamente montando il caso migranti, Luigi Di Maio ha sposato quanto aveva detto nei giorni precedenti il presidente della Camera. Certo, al vertice dei Cinque stelle, sanno che Fico è legatissimo a Grillo e a Casaleggio ed escludono che il presidente della Camera possa alimentare una fronda, vestendo i panni dell’eterodosso
Ma grazie all’aura istituzionale Fico si sta ritagliando un ruolo protagonista: intanto come capo riconoscibile dell’area di “sinistra” del Movimento, un ruolo che gli deriva dal suo passato di militante dell’estrema sinistra sociale.
Ma potrebbe imporsi anche come figura capace di incarnare un ruolo per ora “scoperto”: quello dell’anti-Salvini.
Oggi Fico sarà nella tendopoli di San Ferdinando a Reggio Calabria, dove soggiornava Sacko Soumaila, il sindacalista ucciso nei giorni scorsi, una visita che simbolicamente parla da sola.
E dunque soltanto all’ultimo momento il presidente della Camera deciderà se dire in pubblico ciò che confidava ieri sera in un circuito ristretto e non ufficiale: «Malta si deve assumere le sue responsabilità ma la chiusura dei porti non può diventare la soluzione».
E non è certo un caso: il Pd, che sinora ha contestato senza sconti, ogni decisione della nuova maggioranza, con il segretario Maurizio Martina plaude alla visita di Fico a Reggio Calabria.
Dopo il suo controverso esordio da presidente della Camera (quando andò a Montecitorio in autobus), Roberto Fico per diverse settimane è come se si fosse lasciato trascinare da una sorta di “grazia di Stato”, assumendo e affettando una postura istituzionale.
Apparsa anche nel suo discorso di insediamento, durante il quale aveva rivendicato una «centralità del Parlamento», mai stata un imperativo categorico per i due partiti di governo. E anche dietro le quinte, senza pubblicità , Fico ha svolto un ruolo importante.
Nelle ore nelle quali Luigi Di Maio aveva sposato la linea dell’impeachment contro il presidente Mattarella, Fico ha tessuto un ruolo di mediazione, apprezzato al Quirinale. E Fico ha trovato un riservato apprezzamento anche in un altro ambiente distante dalla sua cultura: in Banca d’Italia hanno gradito la sua presenza alle Considerazioni del Governatore, cerimonia che qualche volta era stata disertata dai vertici di Montecitorio.
La postura istituzionale ovviamente ha reso assai vigili i fotografi, che hanno “pescato” Fico con la mani in tasca mentre suonava l’Inno di Mameli e col pugno chiuso mentre salutava i cittadini il 2 giugno.
Probabilmente — ma nessuno può giurarlo – due fermi immagine tra un atteggiamento e l’altro, ma che dimostrano la novità : la decisione di Fico di non limitarsi ad un ruolo istituzionale ha acceso su di lui un’attenzione occhiuta che l’ex militante dei Centro sociali napoletani non si aspettava.
(da “il Secolo XIX”)
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