FINI: “BERLUSCONI SEI UN CORRUTTORE”
IL PRESIDENTE DELLA CAMERA, DOPO LE RIVELAZIONI DI LAVITOLA SUL MEZZO MILIONE DI EURO RICEVUTI DAL CAVALIERE PER FARE IL LAVORO SPORCO CONTRO DI LUI COSTRUENDO UN DOCUMENTO PATACCA, LO ACCUSA : “HAI MASSACRATO LA MIA FAMIGLIA, ORA GLI ITALIANI CAPIRANNO CHI SEI VERAMENTE”
Botta e risposta tra il presidente della Camera e l’ex premier sulla missiva scritta dall’ex direttore de L’Avanti! per presentare al Cavaliere il conto per il lavoro sporco fatto in cambio di soldi e della promessa di incarichi.
Al centro l’ammissione per iscritto del faccendiere in carcere dal 16 aprile scorso di aver ricevuto un rimborso di 400-500mila euro per ‘l’affaire
Silvio Berlusconi “ha dato ampio mandato ai suoi legali di esperire tutte le più opportune e necessarie azioni giudiziarie”.
E’ Paolo Bonaiuti a far sapere che l’ex presidente del Consiglio ricorrerà in tribunale contro le durissime affermazioni del presidente della Camera Gianfranco Fini (”Il signor Berlusconi è un corruttore. E ora, se vuole, mi quereli”) in merito alla lettera in cui l’ex direttore de L’Avanti! Valter Lavitola, in carcere dal 16 aprile scorso, presenta al Cavaliere il conto per il lavoro sporco fatto in cambio di soldi e della promessa di incarichi.
”Stupisce che Fini — si legge nel comunicato stampa di Palazzo Grazioli — fondi le sue opinioni su un documento il cui contenuto non è stato in alcun modo avvalorato dal suo asserito autore e non ha avuto alcun riscontro nelle sedi proprie”.
L’attacco del presidente della Camera a Silvio Berlusconi è arrivato durante la trasmissione su La7 “Otto e mezzo”.
Al centro l’ammissione per iscritto di Lavitola di aver ricevuto un rimborso di 400-500mila euro per ‘l’affaire Montecarlo’: “Ho fatto arrivare in Italia i documenti originali di Santa Lucia con un volo privato da Panama a Roma con un volo messo a disposizione dal presidente panamense Martinelli”, scrive infatti l’ex direttore de L’Avanti! nella lettera indirizzata all’ex premier. “Dovrei dire che sono soddisfatto e che il tempo è galantuomo — affonda il leader Fli — Invece dico che sono profondamente indignato e spero che gli italiani capiscano ora chi è Silvio Berlusconi. Provo disgusto nei confronti di una persona che davvero merita di essere conosciuto per quello che autenticamente è. E non mi riferisco a Lavitola”.
In televisione Fini, alla vigilia della convention di domenica ad Arezzo, dice che “era tutto organizzato”: “Io parlo agli elettori — spiega Fini -, a me dispiace che tanti amici non abbiano capito quale è la natura del Pdl. La destra doveva essere un’altra cosa. Il mio errore capitale è stato confluire nel Pdl, che è e sarà una creatura di Berlusconi, non può essere una alternativa credibile al centrosinistra”.
Il presidente della Camera ripercorre la sua storia, dalla cacciata alla nascita di Fli: “Questa vicenda ha provocato dolore a me e alla mia famiglia. Il dolore è stato tanto — spiega a Lilli Gruber – Quella lettera mi disgusta ed anche se fosse falsa per il 90 per cento, per il dieci per cento è vera. Ma ci avevano avvisati, ho fatto il ministro degli Esteri, qualche amico c’è, anche a livello di intelligence. Ci avevano avvisati che quel documento era falso e Italo Bocchino lo dichiarò in televisione. Il documento fornito dalla stato di Santa Lucia era una patacca”.
Il commento del ns. direttore
I lettori che mi seguono da cinque anni (gli altri li rinvio agli articoli del ns. archivio) conoscono benissimo la mia posizione critica sul politico Gianfranco Fini.
Nei miei venti anni di militanza nel Msi, laddove si collocava Fini all’interno delle componenti del partito, io mi sono sempre trovato schierato dalla parte opposta.
Non certo per antipatia o interesse, ma per divisioni ideologiche.
E ancor oggi lo ritengo, dopo la pregevole intuizione di Bastia Umbra, il responsabile principale del disfacimento di quella comunità umana che poteva ridare dignità alla destra italiana: proprio per essere venuto meno alle premesse di quel manifesto circondandosi di mezze calzette.
Ma non posso non riconoscergli il merito di quel dito puntato contro l’arroganza del padrone del partito-azienda che aveva ridotto il Pdl a un movimento colluso e alleato con la peggiore feccia razzista padagna.
Sono stato uno dei pochi ad approfondire sul sito, con decine di articoli, la vicenda della casa di Montecarlo perchè l’accanimento e la macchina del fango costruita contro Fini dai fautori del metodo Boffo era vomitevole.
Perchè ogni giorno venivano sfornate patacche e testimonianze taroccate da chi aveva un solo scopo: far pagare a Fini quel gesto di ribellione.
Abbiamo visto infami e uomini di merda ergersi a giudici e moralisti, pronti a inventarsi di tutto, salvo non poter mai portare un testimone a confermare davanti a un giudice, documenti alla mano, quanto andavano sostenendo.
Fino alla patacca del documento tarocco del governo di St. Lucia dietro il quale era evidente la mano di Lavitola, il faccendiere con le pezze al culo che però girava il Sud America con aerei di Stato e voli privati, percepiva milionate di contributi per un giornale inesistente nelle edicole ed era pure socio di malaffare con il magnaccia Tarantini.
Uno che scendeva dalla scaletta dell’aereo presidenziale a Panama al seguito della corte dei miracolati di Berlusconi.
Il quale in un primo tempo ebbe persino il coraggio di dire di non conoscerlo.
Salvo poi leggere delle decine di telefonate che si scambiavano ogni giorno e del denaro che il premier gli elargiva.
Ora il tempo fa giustizia e la verità viene a galla: da uomini liberi non possiamo che esserne lieti.
La lettera-confessione di Lavitola rende giustizia delle palate di fango sfornate contro chi aveva puntato quel dito.
Non serviranno a far rinascere il progetto di una destra moderna e civile perchè i limiti politici della classe dirigente di Fli sono evidenti, ma faranno capire a tanti italiani quanto si puo’ essere infami nel confronto politico.
C’è chi nasce servo e scodinzola tutta la vita in attesa della ciotola del padrone di turno e chi non vuole perdere la propria dignità .
Noi non abbiamo mai avuto dubbi dove collocarci.
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