FINI PREPARA IL MOMENTO DELL’ATTACCO: “HO UN COLPO SOLO, NON POSSO SBAGLIARE”
SI PROFILA LA SFIDUCIA, SENZA RIPENSAMENTI, I FINIANI SONO UNITI E SI GIOCHERANNO LA PARTITA DELLA VITA… SALVO CHE BERLUSCONI NON CEDA A TUTTE LE CONDIZIONI POSTE A PERUGIA: DIMISSIONI, NUOVO GOVERNO, NUOVO PROGRAMMA, ALLARGAMENTO DELL’ESECUTIVO… ARTISTI, SCRITTORI E CANTAUTORI SI SCHIERANO CON FINI….MUCCINO: “QUEST’ITALIA SMARRITA HA BISOGNO DI LEI”
«Ho un solo colpo. Non posso sbagliare». Chi ha sentito Fini in questi giorni lo ha visto determinato e consapevole del tunnel stretto che i futuristi devono attraversare prima di vedere la luce: «Dopo le ultime vicende, compresa quella della Carfagna, è chiaro che così non si può più andare avanti. Noi faremo la nostra strada ».
Si profila la sfiducia dunque, senza ripensamenti.
Un solo colpo in canna.
Occorrono nervi saldi, poca fretta, precisione.
Mentre da Lisbona Berlusconi si reimpossessa della scena e, guardandosi allo specchio, si autocelebra, gli uomini di Fini girano il Paese per costruire il nuovo partito.
E poco si preoccupano, almeno esteriormente, del suk allestito dal Pdl per guadagnare qualche numero in vista del 14 dicembre.
«E’ anche possibile che Berlusconi ottenga la fiducia in entrambe le Camere ma poi come andrà avanti? Sarebbe una vittoria di Pirro », liquida Adolfo Urso, ex sottosegretario tornato “rivoluzionario”.
Esibizioni muscolari, come il discorso del premier di ieri, «timide aperture», come quella di Alfano sulla legge elettorale: i finiani stanno a guardare, non si impiccano ad un solo scenario.
Un Berlusconi- bis? «Nessun veto», giura Urso. Purchè il premier accetti le condizioni di Perugia: nuovo governo, nuovo programma, allargamento della maggioranza…
Pragmatici, prudenti: «Se Fini riuscisse a portare a casa una riforma di sistema, Berlusconi può stare lì ancora per un po’, tanto dopo si vota ed è fatta», dice Silvano Moffa.
La vulgata lo descrive come una cosiddetta colomba. In realtà , Moffa nasconde le unghie dietro un sorriso britannico e parla già «di una proiezione governativa post-berlusconiana».
I futuristi hanno la loro road map e il Fini apparentemente dimesso di quel videomessaggio che invita «alla responsabilità », non è un Lassie sulla strada di casa.
«Noi non cadiamo nelle trappole di un antiberlusconismo residuale che non avrebbe spazio politico», chiarisce Moffa.
Un solo colpo in canna, appunto, ma bisogna prendere bene la mira.
Sempre per metafora: «A poker puoi giocare benissimo ma sbagli l’ultima mossa e perdi la partita».
Il calciomercato sulla fiducia «è roba da Santanchè» — integra Flavia Perina, direttore del Secolo- La crisi del Pdl non è numerica ma politica. La Carfagna che si dimette rivela un disagio profondo, c’è un’area di rottamatori anche nel Pdl».
Un ciclo che finisce, un potere che agonizza: «Il berlusconismo è morto e non resusciterà — scrive Filippo Rossi, direttore del periodico online di Farefuturo — qualsiasi cosa succeda nelle prossime settimane, quel che è stato non sarà più… Si sono staccati i lustrini, si sono spente le lucine».
Va da sè che in questa situazione — dice Perina — bisogna stare attenti ad ogni mossa. Ma noi siamo adulti e vaccinati».
Non inseguono quella platea di Perugia che voleva scorresse subito il sangue, fanno quel che conta, «dal governo ci siamo dimessi o no?».
E intanto incassano il gradimento crescente verso il Capo.
Oggi il Secolo pubblicherà le «lettere a Gianfranco ».
Artisti, scrittori, cantautori.
Per esempio, Gabriele Muccino che scrive a Fini: «Quest’Italia smarrita, involgarita, ha bisogno di lei. E non solo di lei…».
Fini, al pit stop, come l’ha definito, attende il momento di ripartire: «Ho un solo colpo. Non posso sbagliare».
Alessandra Longo
(da “la Repubblica“)
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