FIRME FALSE M5S: GRILLO FURIOSO DOPO CHE IL PORTINAIO INGUAIA LA DEPUTATA LUPO
RACCOLTE 400 TESTIMONIANZE… I PARLAMENTARI COINVOLTI NON VOGLIONO SOSPENDERSI, GRILLO STA PERDENDO LA PAZIENZA
È il portinaio del palazzo dove vivono la deputata M5S Loredana Lupo e il marito Riccardo Ricciardi a dare nuove conferme su quanto accaduto a Palermo in occasione delle elezioni amministrative del 2012.
Durante la trasmissione ‘Le Iene’ Paolo Di Blasi rivela osservando i moduli delle sottoscrizioni alla lista M5S che “quella firma no, non è la mia. Forse neanche quella di mia figlia è questa”.
Di Blasi e la moglie raccontano che quattro anni fa Loredana Lupo, all’epoca semplice attivista, si presentò in casa loro chiedendo la firma sui moduli a sostegno della lista dei 5stelle alle elezioni comunali, alle quali anche lei era candidata.
Mentre il marito avevo il compito di presentare la lista e i moduli con le sottoscrizioni.
Tra l’altro ogni firma avrebbe dovuto ricevere l’autentica dal cancelliere del Tribunale, in questo caso Giovanni Scarpello, che sarebbe tra gli indagati.
Difficile, secondo Le Iene, che il cancelliere potesse autenticare le firme casa per casa.
Quindi, “io ho firmato”, conferma la signora Rizza. Anche il marito, conferma. Ma sia il portinaio e sia la moglie non riconoscono le loro firme.
“Questa no… qui manca la S… chi me l’ha fatta?”, afferma Di Blasi. “No, no, no – ripete – forse neanche quella di mia figlia è questa”. E quella di sua moglie? “Non è sua dice, perchè la ‘p’ non la fa così”.
Sarebbero tre delle 1400 firme ricopiate da moduli non validi, a causa di un vizio di forma, in nuovi moduli corretti.
Discorso diverso riguarda Fabio Trizzino, il marito di Lucia Borsellino, figlia del giudice ucciso della mafia, che invece ha dichiarato in Procura di non aver mai firmato per la lista delle amministrative bensì in precedenza per il referendum sull’acqua. In questo caso dunque la firma sarebbe stata clonata.
Tutto ciò è contenuto nel corposo dossier, che oggi la Digos consegnerà al procuratore di Palermo Dino Petrella e al sostituto Claudia Ferrari, dove vi sono oltre 400 testimonianze.
Intanto proprio Petrella ieri sarebbe voluto a Roma, andata e ritorno in giornata, per ascoltare con ogni probabilità Riccardo Nuti e Claudia Mannino, i due che ancora non avevano depositato a differenza di Giulia Vita, Chiara Di Benedetto e della stessa Lupo.
I primi interrogatori degli indagati invece dovrebbero cominciare nel fine settimana. Gli iscritti nel registro sarebbero almeno dieci.
Ma l’elenco potrebbe allungarsi visto che la norma non punisce soltanto gli autori materiali delle falsificazioni, ma anche chi utilizza, consapevolmente, le sottoscrizioni non autentiche. Una formula che consentirebbe, in presenza di testimonianze a riscontro, di allargare l’indagine ai candidati alle elezioni a conoscenza dei falsi.
In Procura dovrebbero presentarsi intanto i parlamentari nazionali Riccardo Nuti e Claudia Mannino, indicata quest’ultima come una delle attiviste che ricopiarono le firme.
Al momento i vertici nazionali attendono le mosse della Procura e l’invio degli inviti a comparire per prendere una decisione definitiva.
Solo i deputati regionali Claudia La Rocca e Giorgio Ciaccio hanno fatto un passo indietro autosospendendosi, come richiesto da Beppe Grillo, mentre i deputati nazionali continuano a resistere.
Ma se in presenza di un avviso di garanzia non dovessero accettare l’invito del leader, allora sarà lo stesso Grillo a sospenderlo di imperio.
(da “Huffingtonpost“)
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