FONDI LEGA, DOMANI LA DECISIONE DEL RIESAME SUL SEQUESTRO
I POSSIBILI SCENARI
È attesa per domani la decisione del tribunale del Riesame di Genova sul sequestro dei fondi della Lega.
L’udienza era stata fissata dopo il rinvio da parte della corte di Cassazione che, ad aprile, aveva dato ragione alla procura di Genova sulla richiesta di procedere al sequestro di tutte le risorse disponibili su conti correnti e depositi riferibili al partito di Matteo Salvini, fino a raggiungere i 49 milioni di euro.
Cifra considerata provento della truffa allo Stato per cui sono stati condannati in primo grado l’ex leader leghista Umberto Bossi e l’ex tesoriere Francesco Belsito.
Lo scenario che si apre domani è duplice: i giudici del Riesame potrebbero accogliere la decisione della Cassazione, oppure respingerla.
Se venisse accolta i legali della Lega potrebbero impugnare, facendo valere tra l’altro la sentenza emessa a giugno dalla Grande Camera della Cedu per la vicenda di Punta Perotti, secondo la quale le autorità italiane non avrebbero potuto procedere alla confisca, senza un giudizio di condanna.
Anche il nome del partito potrebbe influire sui futuri sequestri, ma la stessa magistratura si è espressa sul principio di continuità tra il patrimonio delle Lega nazionale e quello delle regioni: tale principio potrebbe essere anche alla base della continuità tra Lega Nord e la Lega del futuro.
Il riferimento è al pronunciamento del Riesame che aveva considerato il patrimonio della Lega Toscana riconducibile a quello della Lega nazionale: c’erano le prove dei versamenti dai conti centrali a quelli regionali.
Un altro problema sorge sull’esecutività del provvedimento del Riesame: una parte della giurisprudenza lo ritiene immediatamente esecutivo, mentre un’altra no.
A inizio luglio la Cassazione aveva depositato le motivazioni secondo le quali la Guardia di Finanza può procedere al blocco dei conti della Lega in forza del decreto di sequestro, emesso ormai un anno fa, senza necessità di un nuovo provvedimento per eventuali somme trovate su conti in momenti successivi al decreto: i soldi sui conti potrebbero non essere stati trovati al momento del decreto «per una impossibilità transitoria o reversibile», e il pm non deve dare conto di tutte le attività di indagine svolte, «altrimenti la funzione cautelare del sequestro potrebbe essere facilmente elusa durante il tempo occorrente per il loro compimento».
Parallelamente procede il processo d’appello contro Bossi, i revisori dei conti e Belsito, per cui il sostituto procuratore generale Enrico Zucca, lo scorso 17 luglio, aveva formulato le richieste di condanna, riservandosi su quelle nei confronti di Belsito, in attesa della scadenza dei termini per la Lega di Matteo Salvini di presentazione della querela, come richiesto dalla nuova formulazione del reato di appropriazione indebita. I termini scadranno nei prossimi giorni.
In assenza di querela, il reato viene considerato decaduto: a quel punto per l’ex tesoriere del Carroccio resta in piedi solo il reato di truffa aggravata.
(da “Il Secolo XIX”)
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