GALAN,COSTRETTO A LASCIARE LA VILLA CONFISCATA, SI PORTA VIA TERMOSIFONI E SANITARI
DOPO IL PATTEGGIAMENTO PENA E LA CONFISCA DA 2,6 MILIONI, L’EX GOVERNATORE DEL VENETO HA DOVUTO ABBANDONARE LA DIMORA DEL ‘500 SUI COLLI EUGANEI
Un colpo di testa, ipotizzano gli inquirenti. Quello dell’ex governatore Giancarlo Galan, che ha fatto scardinare di proposito rubinetti, sanitari e termosifoni dalla lussuosa villa di Cinto Euganeo. Uno sfregio prima di abbandonarla.
“Non li uso io e non li userà più nessuno”, deve aver pensato degli almeno otto bagni che ci sono dentro la sua ormai ex casa.
Costretto a lasciare questa dimora cinquecentesca per trasferirsi in affitto in una casa a Rovolon, sempre sui colli Euganei, Galan ha pensato bene di portarsi via anche alcuni caminetti e termosifoni.
Ora l’ex presidente del Veneto e due volte ministro – accusato di corruzione nell’inchiesta Mose, per cui ha patteggiato una pena di due anni e dieci mesi e una confisca da 2,6 milioni – ha fatto sapere alla procura di Venezia che si è trattato di un malinteso e che è pronto a restituire quanto ha prelevato indebitamente da Villa Rodella.
Galan ha traslocato qualche giorno fa e quando i finanzieri e i funzionari dell’Agenzia del Demanio sono entrati a Villa Rodella, l’hanno trovata spoglia degli arredi, come previsto dalla legge, ma anche di alcuni caloriferi, di quasi tutti i sanitari (di tutti i bagni della casa), delle docce, di tutta la rubinetteria e delle parti esterne di decoro dei caminetti.
Che non avrebbe dovuto toccare.
“Interpretazioni fantasiose – dice l’avvocato di Galan, il famoso penalista veneziano Antonio Franchini -. Forse c’è stato un equivoco sulla definizione di arredi”.
Invece di fantasioso non c’è proprio nulla. È tutto documentato.
“Difficile che un avvocato non sappia quale sia l’arredo – dicono gli inquirenti -. Più probabile che Galan abbia fatto di testa sua, senza avvisarlo, ma ben sapendo cosa stava facendo”.
Anche perchè, come testimoniano le fotografie scattate dai finanzieri, tutti questi oggetti sono stati asportati con una precisa volontà .
Martello, scalpello e, quasi sicuramente, una ditta per il trasporto.
Il Demanio deve valutare la villa: un complesso di diverse unità immobiliari che, senza sanitari, docce e rubinetti, non è considerata un immobile abitabile, ma al grezzo avanzato.
Ecco che la valutazione non si può fare. Questo è emerso dalle indagini coordinate dal Sostituto Porcuratore di Venezia, Stefano Ancilotto.
Solo malintesi per la difesa, ma non è detto che la vicenda si concluda qui: essendo una villa cinquecentesca, infatti, le Fiamme gialle stanno valutando se per i lavori eseguiti da Galan non fosse necessaria un’autorizzazione da parte della Soprintendenza.
In quel caso partirebbe immediata la denuncia, che potrebbe avere delle ripercussioni sull’udienza in cui l’ex governatore chiederà l’affidamento in prova ai servizi sociali, il prossimo 4 novembre davanti al Tribunale di Sorveglianza di Padova.
Galan si è detto pronto ad aiutare i migranti per il fine pena della sua condanna che sta scontando ai domiciliari, ma anche questo episodio potrebbe non giocare a suo favore.
Ci potrebbero essere delle ripercussioni: deve restituire e risarcire tutto e non è cosa da farsi in pochi giorni, vista la mole di arredi portati via.
Alessandra Borella
(da “La Repubblica“)
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