GAZA, IN EUROPA SINISTRE DIVISE, IN ITALIA INVECE SILENTI
LA SINISTRA IMPLODE IN FRANCIA, E’ SOTTO PRESSIONE IN SPAGNA
La guerra di Gaza spacca la sinistra. Che implode in Francia, è sotto pressione in Spagna, matura qualche discussione anche tra i Democratici Usa. Lo scontro si allarga nell’Unione europea, mentre al momento non sembra riguardare l’Italia, anche per le posizioni defilate scelte finora da Pd, M5S e Sinistra italiana.
La rottura più eclatante è quella francese. Il Partito socialista, uno dei membri della Nupes, l’alleanza elettorale che unisce socialisti, comunisti, ecologisti e soprattutto gli “insoumis” di Jean-Luc Mélenchon, ha deciso di dichiarare una “moratoria” dell’alleanza fino al “chiarimento” interno. Il Pcf invece definisce la Nupes “un’impasse” e propone un “nuovo fronte popolare” con l’obiettivo di far fuori Mélenchon.
Il motivo: la sua reticenza a definire Hamas “terrorista”.
“Faure (segretario socialista, ndr) rompe con la Nupes per fatto personale” ha risposto via twitter Mélenchon senza precisare nulla a proposito di Hamas. E dopo che ieri un’altra deputata insoumis, Danielle Obono, ha spiegato che Hamas “è un gruppo politico islamista che ha una branca armata e che resiste a Israele” nell’aula dell’Assemblea è stata la prima ministra Élisabeth Borne a imputare alla FI di “volersi escludere dal campo repubblicano”.
La “diabolizzazione” di Mélenchon è in atto da tempo, l’operazione mira a espellerlo dal quadro politico per recuperare alla sinistra tradizionale voti e consenso. È quanto finora si è cercato di fare in Italia con il M5S, che però stavolta ha tenuto una posizione più defilata, mentre Elly Schlein è allineata alle posizioni maggioritarie in Europa. Non a caso anche l’opposizione ha ricevuto ieri il plauso di Alon Bar, l’ambasciatore di Israele in Italia, intervistato da Formiche.net.
In Spagna, invece, il ministro degli Esteri José Manuel Albares – che è ancora quello precedente – ha replicato con “profondo disgusto” all’ambasciata israeliana che ha definito “immorali” alcune dichiarazioni di membri del governo riferendosi alla sinistra di Podemos. Albares ha parlato di un “gesto di inimicizia” dichiarando poi “l’incidente chiuso”. Sánchez ha così scelto di difendere l’alleanza interna nei confronti di Israele. Anche nella dichiarazione fatta da presidente dell’Internazionale socialista, dopo aver condannato nettamente gli attacchi di Hamas, ha però sottolineato la necessità per Israele di stare nei ranghi del diritto internazionale. Allo stesso tempo, il Psoe sembra resistere alla richiesta dell’alleato di sinistra Sumar di includere nel programma del nuovo governo il riconoscimento dello Stato palestinese. E questo nonostante lo stesso Sánchez, dall’opposizione, lo chiedesse nel 2015 e lo avesse promesso al presidente dell’Anp Abu Mazen nel 2017.
Sinistra se non in fibrillazione quantomeno in discussione anche negli Stati Uniti dove cinque deputati hanno stilato un documento che chiede un “immediato cessate il fuoco” a Gaza per inviare aiuti umanitari e “salvare quante più vite possibili”. Altri 55 deputati hanno inviato una lettera a Biden e ad Antony Blinken chiedendo di prendere misure “per limitare i danni ai civili innocenti”.
Quanto all’Unione europea, lo scontro verte soprattutto sul ruolo da “regina” avuto nei giorni scorsi da Ursula von der Leyen, il suo viaggio in Israele e la pretesa di rappresentare una politica europea. “Non serve fare viaggi in zone di conflitto senza un’agenda chiara solo per raccogliere voti”, ha detto la capogruppo dei socialisti a Bruxelles, Iratxe Garcia Perez.
E anche per Josep Borrell, capo della diplomazia comunitaria, anch’egli socialista, “la politica estera e di sicurezza resta competenza degli Stati membri” riuniti ieri a distanza. Il Consiglio col suo presidente Charles Michel ha ribadito che Israele ha diritto alla difesa, da realizzare però nel rispetto del diritto internazionale e umanitario. Un altro messaggio a Netanyahu, dopo quello di Biden, che occorre andarci cauti.
(da Il Fatto Quotidiano)
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