GENOVA, AGGRESSIONE CASAPOUND, NELLE PROSSIME ORE PROBABILE SVOLTA NELL’INCHIESTA
LA DIGOS LAVORA AI RISCONTRI TRA LA TELECAMERA “PUNTATA” SU INGRESSO CASAPOUND E ALTRI ELEMENTI FOTOGRAFICI PER IDENTIFICARE I RESPONSABILI
Due ore davanti agli agenti della Digos. Per ricostruire nel dettaglio l’aggressione a coltellate di venerdì sera all’angolo tra via Montevideo e piazza Tommaseo alla Foce.
D.M., 36 anni, di “Genova Antifascista” è stato colpito alla schiena dai militanti di CasaPound. Ieri pomeriggio è stato ascoltato come persona informata dei fatti al secondo piano di via Diaz. Davanti agli agenti dell’ufficio politico – diretti da Francesco Borrè – ha ricostruito i momenti salienti dell’aggressione. Confermando che il loro gruppo, una decina in tutto era andato lì «per attaccare alcuni manifesti e non per mettere in atto una provocazione». E ha anche ribadito che proprio in quel frangente sono usciti dalla loro sede i militanti di CasaPound «armati di bottiglie, cinghie e altri oggetti».
D.M. è stato raggiunto da alcuni di loro. «Una parte di noi è rimasta indietro e ed è stata aggredita. Per difendermi ho scagliato contro alcuni di loro il secchio con la colla preparata per i manifesti». Alla polizia ha spiegato, inoltre, di aver sentito un dolore alla schiena «mentre correvo in direzione di corso Buenos Aires», ma anche di aver visto il sangue «solo una volta raggiunto un luogo sicuro».
Gli investigatori gli hanno mostrato fotografie di esponenti e appartenenti sia a CasaPound Genova che al Blocco Studentesco.
Tra queste due componenti – la seconda è una sorta di declinazione giovanile del movimento neofascista – ci sarebbero, secondo i primi accertamenti, alcuni possibili partecipanti all’aggressione.
Anche perchè molti di questi – è stato accertato dalla Digos – erano presenti la serata di venerdì nel circolo di via Montevideo, dov’era in programma la raccolta di firme per le elezioni politiche del 4 marzo. Resta da capire chi alle 23 fosse materialmente nei locali della Foce.
In queste ore gli agenti stanno confrontando le varie fotografie con i frame registrati dalle telecamere presenti nella zona. Un lavoro che gli uomini della Scientifica concluderanno nelle prossime ore e potrebbe rappresentare una svolta nell’inchiesta.
(da “il Secolo XIX”)
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