GIA’ NEL 2002 LA DIA SEGNALAVA LA CONSORTERIA DELLA FAMIGLIA MAMONE COME COLLEGATA AL CLAN MAMMOLITI DI OPPIDO MAMERTINA
I DETTAGLI DELLA INCREDIBILE SCALATA ECONOMICA DI GINO MAMONE NELLA ASSEGNAZIONE DEI LAVORI DI BONIFICA IN LIGURIA…NASCE DAL NULLA E VINCE SUBITO APPALTI AL RIBASSO, MONOPOLIZZANDO IL MERCATO CON INVESTIMENTI ECONOMICI SPAVENTOSI…I RAPPORTI CON LA POLITICA LIGURE
E’ il 27 gennaio del’anno scorso quando il Secolo XIX scrive: “per la prima volta la Procura chiede di processarlo con l’accusa di corruzione.
E chiama in causa, oltre al “re” delle bonifiche Gino Mamone, anche due ex consiglieri comunali di centrosinistra.
Nel mirino c’è la compravendita di un’area in Valpolcevera, il vasto appezzamento dove un tempo sorgeva l’oleificio Gaslini, dismesso nel 1985 e destinato a ospitare un enorme centro commerciale.
Valore almeno 13,5milioni di euro.
Il sostituto procuratore Francesco Pinto ha infatti formulato la richiesta di rinvio a giudizio per il patron della Eco.Ge, Gino Mamone, per Massimo Casagrande (a PalazzoTursi con i Democratici di Sinistra durante il mandato di Giuseppe Pericu) e Paolo Striano,all’epoca dei fatti consigliere della Margherita”.
Per gli ultimi due l’addebito è di istigazione alla corruzione, un reato “minore” rispetto a quello contestato a Mamone.
Ma già dagli atti della Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti relativi alla visita in Liguria, si poteva leggere la Relazione semestrale 2002 della DIA.
“Presenze significative sono state individuate anche in Liguria, ove la criminalità calabrese, presente sin dagli anni ’60, si è manifestata tanto in ambito microcriminale, attraverso l’esercizio dello spaccio di droga al minuto, quanto in importanti settori economici quali l’edilizia, la ristorazione e, soprattutto, lo smaltimento dei rifiuti. Le consorterie censite sul territorio sono riconducibili alle famiglie ROMEO, NUCERA, RAMPINO, MAMONE, FOGLIANI, FAMELI e FAZZARI.
La famiglia ROMEO, originaria di Roghudi (RC), è stabilita a Sarzana (SP), ove svolge attività edilizia e di floricoltura. La famiglia NUCERA, originaria da Condofuri (RC) ed insediata a Lavagna (GE), è in contatto con le famiglie reggine RODà€, PAVIGLIANITI e D’AGOSTINO.
Gli interessi economici dei NUCERA spaziano dal settore edilizio a quello alberghiero, ma la fonte principale di guadagno è rappresentata dal settore dello smaltimento dei rifiuti tanto da essersi aggiudicati gran parte degli appalti in numerosi comuni dell’area del Tigullio.
La famiglia MAMONE, proveniente dalla Piana di Gioia Tauro (RC) e collegata ai MAMMOLITI di Oppido Mamertina (RC), si è insediata a Genova, ove è titolare della società “F.lli MAMONE & C. di MAMOME Luigi” aggiudicataria di un cospicuo numero di appalti pubblici.
La famiglia FOGLIANI, anch’essa insediata a Genova proveniente da Taurianova (RC), è considerata un terminale locale per operazioni di reinvestimento di denaro di illecita provenienza.
La famiglia FAMELI, insediatasi nella provincia di Savona, ha assunto una posizione dominante nel settore immobiliare ed è considerata in rapporti d’affari con il boss PIROMALLI e con altri sodali della cosca RASO-GULLACE-ALBANESE.
Sempre a Savona è presente la famiglia FAZZARI, operante nel settore edilizio e dello smaltimento rifiuti, è legata da rapporti di parentela con la famiglia GULLACE, facente parte del clan “RASO-GULLACE-ALBANESE” di Gioia Tauro (RC).
Ulteriori insediamenti di personaggi criminali calabresi sono, infine, localizzati nelle aree di Ventimiglia (IM) e di Sarzana (SP), Ortonovo, Ameglia ed Arcola, caratterizzate dalla presenza di numerose comunità di immigrati calabresi.
Ma è la Casa della Legalità a spiegare nei dettagli la scalata economica di Gino Mamone nell’ambito dell’assegnazione dei lavori di bonifica.
L’ascesa della società ECO.GE, nata praticamente dal nulla, con investimenti spaventosi ed offerte irraggiungibili, con un parco mezzi costantemente incrementato e ammodernato, ha stroncato ogni concorrenza, si colloca nei primi anni Novanta.
Dopo i brindisi, in casa di Luigi MAMONE; dei boss storici della ‘ndrangheta in Liguria, come Franco RAMPINO e Carmelo GULLACE, con i MAMONE, e tra questi Gino.
L’IPERCOOP DI GENOVALa prima grande opera che ha segnato lo start per la società gioiello dei MAMONE, la ECO.GE, è la bonifica delle ex Raffinerie ERG di San Biagio.
Qui non sono mancati i problemi e la prima grande bonifica “farsa”, conclusasi con una colata di cemento a formare una piattaforma interrata che tenesse gli inquinanti (finchè potrà ) nel sottosuolo.
Qui, con l’opera della ECO.GE dei MAMONE al posto degli impianti della ERG sorge l’IPERCOOP ed il quartiere residenziale SAN BIAGIO. Per i lavori commissionati da COOPSETTE, naturalmente non fanno tutto i MAMONE, loro si occupano di demolizioni, bonifiche e movimento terra… per la costruzione si occupa la società CEMIN, di RASO Antonino.
Con il plauso del COMUNE DI GENOVA ed il contributo dei fondi per le riconversioni delle aree che una volta erano industriali, la COOPSETTE promuove il progetto per FIUMARA. Torri residenziali, palazzine per uffici ed Asl, centro commerciale, centro divertimenti con multisale, struttura sportiva e palazzetto per sport e spettacoli… il tutto corredato da mega parcheggi interrati e in struttura.
Il progetto, come praticamente tutti i progetti di COOPSETTE, è firmato da Vittorio GRATTAROLA, uomo da sempre legato a Claudio BURLANDO.
Il lavoro di demolizioni, bonifiche e movimento terra è affidato all’ECO.GE dei MAMONE, ed anche qui per l’edilizia, invece, c’è la CEMIN.
Per COOPSETTE la società la ECO.GE continua a lavorare per le stesse tipologie di intervento nell’ambito dell’appalto della RFI per il nodo Valpolcevera, per la realizzazione del nuovo centro direzionale a Sestri Ponenti, con la TORRE SAN GIORGIO… ed ancora, di nuovo a SAN BIAGIO, per il nuovo “BORGO” che sorge alle spalle del quartiere residenziale di SAN BIAGIO, dove di nuovo la ECO.GE segue scavi e movimento terra, mentre per le costruzioni si occupa la CEMIN.
E la COOPSETTE non è l’unico colosso delle cooperativo con cui operano i MAMONE.
Se abbiamo già visto, ad esempio, nell’ambito degli appalti di SVILUPPO GENOVA, che nel cantiere affidato alla CCC (Consorzio Cooperative Costruzioni di Bologna) ci sono al lavoro i mezzi della ECO.GE, spostandoci a San Benigno, proprio di fronte al grattacielo del Comune di Genova, troviamo un nuovo committente per la società dei MAMONE.
Qui sono in costruzione le TORRI DEL FARO, case ed uffici, progettati dalla MARIO VALLE ENGEENERING (acquisita da un’altra cooperativa edilizia, l’ABIT.COOP., ove nel Cda troviamo il cugino dei FOTIA, che secondo i reparti investigativi è famiglia della cosca dei MORABITO-PALAMARA-BRUZZANITI). La società a cui è stata commissionata l’opera, che ha avuto la prima approvazione con la Giunta in COMUNE di Giuseppe PERICU ed il via libero definitico con la Giunta di Marta VINCENZI, è un altro colosso delle cooperative emiliane, la UNIECO. Questa affida i lavori per demolizioni, scavi e movimento terra alla ECO.GE. Quelli della costruzione invece vedono impegnata la CEMIN.
Ma passiamo ad altri esempi di società private, visto che il quadro del rapporto tra le grandi cooperative emiliane e l’ECO.GE dovrebbe essere abbastanza evidente.
Un altro lavoro di bonifica, o per meglio dire di bonifica farsa, è quello dell’ex stabilimento SOPPANI tra Cogoleto ed Arenzano.
Qui l’ECO.GE si doveva occupare, prima per l’impresa LUIGI STOPPANI SPA e poi per l’IMMOBILIARE VAL LERONE, della bonifica di una sostanza alquanto tossica e cancerogena: il cromo esavalente.
Il cromo esavalente però lo si è trovato in ogni dove, dalla vicina discarica del Molinetto, alle aree di Voltri coinvolge nei riempimenti per l’ampliamento del porto, altrove ed soprattutto nascosti nell’area dello Stabilimento.
L’ARPAL non vedeva nulla, così come gli operai facevano finta di niente….
Così il cromo esavalente nascosto nello stabilimento verrà individuato solo con l’arrivo dalla struttura Commissariale che, a seguito del fallimento della società proprietaria della vecchia fabbrica, ha assunto il controllo del sito per la messa in sicurezza e la bonifica.
I MAMONE tentarono in tutti i modi di prendere in mano questa struttura ed area ma fortunatamente non ce l’hanno fatta grazie al Commissario che avviò l’acquisizione degli impianti.
Nonostante i tentativi, anche dal Palazzo della REGIONE LIGURIA e del COMUNE DI ARENZANO, di agevolare il passaggio dell’area ai MAMONE, questa operazione non gli è andata in porto, nonostante la ben strutturata macchinazione concordata tra i MAMONE e l’amministrazione dell’IMMOBILIARE VAL LERONE.
Successivamente molte delle società che abbiamo trovato nel “cartello” dei MAMONE individuato dalla Procura per il controllo degli appalti di Cornigliano, erano ad operare nella fase di messa in sicurezza della STOPPANI e dentro l’area dell’ex stabilimento vi ben evidenti attrezzature della ECO.GE.
Fortunatamente, dopo una serie di denunce pubbliche che abbiamo promosso, l’allora Prefetto di Genova, dott. Anna Maria Cancellieri, assume una costante attività di controllo su ciò che avveniva in quella che fu la STOPPANI… e fortunatamente il Prefetto Cancellieri viene nominata come nuovo Commissario Straordinario per il Sito della STOPPANI… da allora i MAMONE e le società del “cartello” sono svaniti.
Per il resto la lista sarebbe lunga, troppo lunga, tra gli incarichi pubblici e privati quindi ci limitiamo ad indicarne alcuni: demolizioni delle aree NORMOIL, demolizione e bonifica deposito area SHELL del quartiere di Fegino, demolizioni nell’area di Genova CAMPI, demolizione ponte ferroviario di Genova Cornigliano e depositi PRAOIL a Genova Pegli…
Poi ci sarebbero anche quelli per l’Autorità Portuale o quelli per le molteplici bonifiche da amianto (che poi i NOE trovano sparsi qua e là , come nella fascia di rispetto di Prà )… ed ancora i lavori per conto del COMUNE DI GENOVA per lo spazzamento neve e via discorrendo.
Tra pubblico e privato è quindi evidente che gli affari dei MAMONE non li ha fermati nessuno… proprio come diceva Gino MAMONE nelle intercettazioni della Guardia di Finanza.
Ecco un breve estratto del rapporto della Guardia di Finanza alla Procura in merito al filone di inchiesta sui contatti dei MAMONE nell’ambito della criminalità organizzata, dell’agosto 2007.
In merito ai contatti per la raccolta di voti per la coalizione di centrosinistra in Comune e Provincia, dal rapporto della GdF emerge il ruolo di Piero Malatesti.
“La figura del MALATESTI è risultata essere contraddistinta dagli innumerevoli contatti che lo stesso ha con il mondo politico ed imprenditoriale che non risultano essere giustificati dalla professione svolta dallo stesso, il tassista. Sovente è capitato di intercettare conversazioni dal tenore delle quali parrebbe che lo stesso fosse impegnato in un ruolo d’intermediario per un appalto nel settore petrolifero in territorio Libico, affare che lo stesso porterebbe avanti operando congiuntamente al non meglio identificato Tino ed a Gino MAMONE.
Sono state anche intercettate conversazioni in cui si parla della loro percentuale di guadagno a seguito dell’esecuzione dei lavori e della ditta che loro avrebbero contatto per l’esecuzione degli stessi, la “Carena”.
Egli, inoltre, si preoccupa di essere ben inserito a livello sociale, tanto da farsi raccomandare per accedere al club “Lions” e sovente si trova partecipe od organizzatore di cene con esponenti del mondo politico sia a livello locale che nazionale.
In aggiunta alle telefonate precedentemente esposte che evidenziano i contatti del MALATESTI con esponenti politici locali, vengono altresì sottoposte al vaglio delle ulteriori conversazioni telefoniche a parere dei verbalizzanti degni di rilievo.
In particolare, in una telefonata (… del 08/06/2007 in partenza dall’utenza … in uso a MALATESTI Piero verso l’utenza… in uso a MAMONE Gino…) Piero contatta Gino MAMONE per chiedergli di incontrarsi “… quando ci vediamo?” e dal tono della conversazione sembra che tra i due ci sia un buon rapporto di conoscenza “…
MAMONE gli da appuntamento per la prossima settimana “… la settimana prossima dai dieci minuti ci vediamo eh? Lunedì, martedì…” e Piero sembra molto soddisfatto “… e certo ci prendiamo un aperitivo, senti una cosa Gino, l’hai chiamato il tuo amico della Carema?…”. Gino conferma di aver fatto la chiamata in argomento ad un soggetto che gli ha assicurato che avrebbero messo a posto la documentazione “… ha detto che parlava con quel signore e gli ho detto vedete di mettere a posto le carte.” e Piero aggiunge che un soggetto chiamato “il libico” sembra sia molto alterato per questa situazione “…si, si no, no chiaramente perchè il libico, il libico insomma è anche abbastanza un po’ alterato …inc/le.. come sarebbe che vogliono andare giù senza firmare un cazzo non è possibile…” e Gino però giustifica tale situazione poichè sostiene che se nessuno si reca sul posto per vagliare le circostanze è inutile firmare documenti “… però io capisco che se uno non va giù a vedere cosa deve fare… cioè è inutile che uno firma un documento no?” ma Piero spiega che si tratterebbe di un’impegnativa fra persone (Pietro MALATESTI, Gino MAMONE e Tino n.m.i.) “… no quello che firma è soltanto un’impegnativa fra me, te, Tino…”.
Gino spiega che se viene apposta una firma su un’impegnativa a quel punto si inizia a parlare di percentuali “… si però il libico gli deve anche dire cosa vuole perchè se firma un’impegnativa …inc/le.. quaranta per cento… eh capisci… le cose vanno fatte come si deve… il libico deve dire, voglio ics… noi ci mettiamo sopra la nostra percentuale e dopo di che lui firma il documento, quello lì … inc/le..”. Piero concorda in parte con questo punto di vista del MAMONE “… ecco esatto, è così in effetti vogliamo fare questo poi vogliamo sederci un attimo lì e dure, stabiliamo una qualcosa che vada bene a tutti, firmiamo che poi è un’impegnativa, un’impegnativa ma è un’impegnativa a livello che per domani quando lavoro… sarà poi portato avanti se no è una cosa che decade punto…”
(da “Casa della Legalità ” – Osservatorio su Giustizia e Mafia)
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