GIGGINO BATTE SEVERINO: IL TRIBUNALE DI NAPOLI HA ACCOLTO IL RICORSO DI DE MAGISTRIS
NON SARA’ SOSPESO… ORA ANCHE DE LUCA SPERA
Il Tribunale di Napoli ha accolto il ricorso del sindaco di Napoli Luigi de Magistris contro la sospensione dalla carica disposta in base alla legge Severino.
Il presidente Ferrara, in considerazione dell’ “evidente rilievo mediatico assunto in questi giorni dalla questione relativa al ricorso proposto dal sindaco di Napoli avverso il decreto prefettizio di sospensione dalle funzioni nei suoi confronti emesso ai sensi della cosiddetta legge Severino, l’interesse pubblico sotteso”, si legge nella nota, comunica che “con ordinanza depositata in data odierna il Tribunale ha sospeso l’efficacia del suddetto provvedimento fino alla decisione della Corte Costituzionale sulla già sollevata questione di legittimità costituzionale, rimettendo le parti per il merito all’udienza del 26 ottobre”.
Questa sentenza delle toghe potrebbe avere effetti futuri anche sul caso De Luca. Anche sul capo del neoeletto presidente di regione pende infatti lo stesso rischio di sospensione per effetto della Severino.
Quella di mantenere in carica de Magistris è “una decisione del tribunale. L’ennesima prova che un pezzo della legge Severino non funziona. Ci sono pezzi della legge che si potrebbero correggere, come il regime delle sospensioni”.
Lo ha detto il ministro dell’Interno Angelino Alfano arrivando alla riunione del Ppe, a Bruxelles.
Dopo la sospensione scattata a seguito della condanna in primo grado per abuso di ufficio nel caso WhyvNot, de Magistris aveva ottenuto la sospensiva dal Tar che aveva anche trasmesso gli atti alla Corte Costituzionale.
Il provvedimento del Tar sarebbe comunque rimasto in vigore fino a domenica.
L’ex magistrato era sta condannato, il 24 settembre 2014 a Roma, ad un anno e tre mesi di reclusione a conclusione del processo “Why not”.
Il pm di Roma Roberto Felici aveva chiesto l’assoluzione per l’imputato: “Chiedo l’assoluzione per Luigi de Magistris perchè il processo ha dimostrato che non era a conoscenza che stesse compiendo atti illeciti”.
E così subito dopo il verdetto il sindaco arancione aveva annunciato battaglia, parlando di “errore giudiziario”, e aveva brindato quando il Tribunale amministrativo prima, il Consiglio di Stato poi aveva congelato la sua sospensione e inviato gli atti alla Consulta.
L’ex magistrato era sta condannato, il 24 settembre 2014 a Roma, ad un anno e tre mesi .
(da “Huffingtonpost“)
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