GIORDANO E IL COUS COUS CLAN: SE AVESSIMO CHIUSO LE PORTE OGGI MANGEREMMO SOLO RADICI, ERBA E TOPI
TUTTO QUELLO CHE HA IN DISPENSA OGNI ITALIANO VIENE DA MIGRAZIONI, SCAMBI, ACCOGLIENZE E MESCOLANZE, ALTRO CHE LE CAZZATE DEI SOVRANISTI
“Siamo vittime del Cous Cous Clan… mi domando perchè dobbiamo mangiare a tutti i costi etnico? Abbiamo la cucina migliore del mondo, riscopriamo i nostri piatti italiani!”. Quindi, per l’ineffabile Mario Giordano, sovranista alla vaccinara, Trapani non è in Italia, visto che ci si mangia — da svariati secoli — un couscous da togliere il fiato (lo chiamiamo cuscusu, e figura tra i “prodotti agroalimentari tradizionali siciliani” riconosciuti dal ministero), anzi, addirittura si tiene, a San Vito Lo Capo, un “campionato italiano di couscous”, con cuochi che arrivano da tutta l’Italia e si cimentano in quello che, appunto, ha reso grande la cucina italiana: mescolano, ibridano, accostano, compongono, cre’altronde, a risalire la storia — che nel mondo al contrario che viviamo, proprio i sovranisti dicono di voler difendere ma mostrano di non conoscere affatto — praticamente tutto quello che ha in dispensa ogni “buon italiano”, compreso l’esimio dottor Giordano, viene da migrazioni, scambi, trapianti, accoglienze e mescolanze.
Pomodoro, fagioli e patate vengono dall’America; mela e pera, ma pure il riso (c’è qualcosa di più italiano del risotto alla milanese? Sì, quello con lo zafferano che viene da Creta), dall’Asia; melanzana e basilico (c’è qualcosa di più italiano di una parmigiana di melanzane? Di una pasta alla Norma?) dall’India; il caffè (c’è qualcosa di più italiano di un espresso?) viene dall’Etiopia, l’arancia dalla Cina.
La “vera cucina italiana” è specchio fedele d’un mondo continuamente attraversato in cui tutto e tutti cambiano di posto, e le persone e i prodotti e i cibi e — guarda un po’ — persino le idee ricominciano nuove storie dovunque approdano.
Storie, a volte, magnifiche (chè la cucina è la migliore dimostrazione del fatto che non è importante da dove veniamo, ma cosa riusciamo a essere stando assieme: l’opposto di quel che proclama ogni sovranismo).
Pensa, caro Giordano, che se avessimo chiuso porti e frontiere a tutto questo, oggi la cucina italiana sarebbe fatta con radici, erba di muro e topi.
E la tavola funziona come la mente: più cose ci metti e fai interagire, più è ricca e bella e nutriente.
E ora scusami, ma vado ai fornelli: oggi a casa mia si mangiano spaghetti al pomodoro e basilico. Pura cucina italiana che viene dal resto del mondo.
(da “il Fatto Quotidiano”)
Leave a Reply