GIORGIA MELONI NON VEDE LA “MATRICE” MA SCATTA APPENA TOCCANO GLI ULTRAS PSEUDOFASCISTI DELLA LAZIO
E’ LA STESSA MISURA CHE HA IMPEDITO AI TIFOSI DEL MARSIGLIA DI SEGUIRE LA LORO SQUADRA ALL’OLIMPICO DUE SETTIMANE FA
I toni utilizzati dal Ministero degli Interni francese sono molto polemici. E forse su quello doveva concentrarsi l’indignazione di Giorgia Meloni.
E, invece, la leader di Fratelli d’Italia sbaglia la mira e non si capacita del perché sia stato deciso il divieto di trasferta per i tifosi della Lazio in vista del match di Europa League a Marsiglia.
Eppure i precedenti parlano chiaro, tanto che lo stesso club biancoceleste, in una nota, condivide questa decisione (ma condanna i toni e le etichettature). Perché d’Oltralpe si parla delle abitudini di alcuni (non tutti) supporters del club capitolino. Come quella di “intonare canti fascisti e di fare il saluto nazista”. Anche per questo, visto che a Marsiglia la situazione ribolle da tempo, si è preferito evitare un mix che avrebbe potuto provocare tensioni.
“Fratelli d’Italia chiede al Governo di attivarsi immediatamente per impedire l’immotivata discriminazione creata dal provvedimento del Ministero dell’Interno francese che vieta l’ingresso in Francia a tutti i tifosi della Lazio o a chiunque si presenti come tale il 3 e 4 novembre – ha scritto Giorgia Meloni sui social -. Ci troviamo di fronte a un pericoloso precedente: in occasione di una partita di calcio, in questo caso Marsiglia-Lazio, il governo di Parigi non si limita a vietare l’accesso allo stadio o alla città che ospita la partita ma arriva addirittura a negare l’accesso su suolo francese “dai posti di frontiera stradali, ferroviari, portuali e aeroportuali” non solo a chi vorrebbe andare allo stadio ma a chiunque si dichiari sostenitore di una squadra. Ci aspettiamo dal Presidente del Consiglio Draghi e dal governo italiano una presa di posizione netta su un provvedimento che va contro tutte le leggi internazionali sulla libera circolazione delle persone”.
Un pericoloso precedente, dice la leader di Fratelli d’Italia. Eppure, solo qualche settimana fa, un provvedimento analogo fu preso nei confronti dei tifosi del Marsiglia a cui fu impedito di seguire la propria squadra a Roma per il match di andata proprio contro la Lazio.
Ma lì Giorgia Meloni non disse nulla. Anche perché i precedenti tra le due tifoserie non sono propriamente idilliaci. Come ricorda La Stampa, per esempio il 25 ottobre del 2018 – ultimo precedente tra le due squadre – si registrarono quattro accoltellati alla vigilia del match e risse con il coinvolgimento di oltre 200 persone. Ma lì da FdI il silenzio. Così come in occasione della gara di andata.
Pochi istanti dopo la comunicazione del divieto di trasferta per i tifosi biancocelesti in vista di Marsiglia-Lazio, il club di Claudio Lotito ha pubblicato una nota stampa in cui ricorda come un provvedimento analogo, ma al contrario, era stato preso per la partita di andata giocata all’Olimpico di Roma, quando ai sostenitori francesi fu vietata la trasferta.
“La decisione del Ministero dell’Interno francese di vietare in via precauzionale la trasferta nella città di Marsiglia ai tifosi della Lazio non sorprende ed è in linea con quanto già deciso dalle Autorità italiane nella partita d’andata. A stupire sono piuttosto le modalità di applicazione dell’ordinanza su scala nazionale e le sue ingiustificabili motivazioni (di cui è stata data notizia anche sui tg nazionali): la Lazio non può accettare un’offesa gratuita a tutta la tifoseria biancoceleste ed alla Società stessa, che ha sempre combattuto con azioni concrete i comportamenti violenti ed ogni tipo di discriminazione, dentro e fuori gli stadi. La Società Sportiva Lazio ha sempre posto in essere iniziative tese a promuovere i principi valoriali dello sport ed il superamento di tutti gli steccati di carattere sociale, culturale, economico, etnico e religioso come è stato ampiamente riconosciuto anche ai massimi livelli istituzionali. Abbiamo visto peraltro che la violenza negli stadi è un fenomeno purtroppo ancora diffuso e preoccupante, a partire da quanto è accaduto recentemente proprio al Velodrome di Marsiglia. Ci attendiamo quindi un chiarimento da parte delle istituzioni francesi ed una presa di posizione netta della nostra diplomazia verso espressioni di qualunquismo che dovrebbero indignare tutti gli italiani, a prescindere dall’essere tifosi o meno e dai colori delle proprie bandiere.”
La decisione del Ministero dell’Interno transalpino, dunque, è stata pacificamente accettata anche dal club laziale, anche se i modi e i toni sono stati ritenuti non consoni.
(da NextQuotidiano)
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