“GIOVANOTTO COME TI CHIAMI?” COSI’ LE NONNINE DELL’IRPINIA DANNO LEZIONI DI SOLIDARIETA’
SUL PULLMAN DELLE “NONNINE” DI UNA ITALIA CIVILE E SOLIDALE
Un bambino cacciato da un parco di Rimini perchè nero. Un ambulante aggredito da un cane perchè “ce l’ha con i negri proprio come la padrona sua”. Un concerto a Venezia trasformato in un porto libico.
Dopo mesi di fake news e di episodi di razzismo, da Facebook arriva una storia di quelle belle, che ferma il tempo e che, almeno per qualche ora, interrompe la narrazione dell’odio.
Protagoniste sono un gruppo di ‘nonnine’ alle prese con un giovane venuto da lontano, dal Gambia. Lo accerchiano, lo guardano e alla fine, incuriosite, gli domandano: “Giuvinò come ti chiami? R’addò vieni?”.
Siamo in Irpinia, più precisamente su un pullman che da Grottaminarda porta a Villamaina. A raccontare l’episodio, con uno scatto condiviso sui social e divenuto virale, è un giovane del posto, Roberto Buglione De Filippis.
“Mi siedo – scrive Roberto – e dopo di me entra Omar, un giovane rifugiato che vive allo Sprar di Lacedonia. Sul pullman c’è un gruppo di donne tra i 75 e gli 80 anni. Guardano Omar e una volta seduto, gli cominciano a fare domande”.
Dopo avergli chiesto nome e provenienza, Omar si presenta, spiega che sta andando a trovare un gruppo di amici a Frigento. Spiega anche che viene dal Gambia, che scappa da una situazione difficile e che sta da anni in Italia.
“Weee, quant si bell, io pure tengo a nepùteme ca sta in Inghilterra, pure da qua se scappa, ma sembra ca tutti se l’ann’ scurdato sto fatto”, dice un’altra.
E ancora una terza signora: “E perchè mio marito non è stato 20 anni a la Germania? Qua è sempre esistito Sud e Nord, che te pienz’. Embè mo ce volessero fa crere ca è un problema sta cosa di viaggià pè potè campà meglio…”
“Intanto il pullman della speranza arriva a Sturno, dove scendono le signore”, continua Roberto nel suo post. Ma prima di andare si girano e salutano: “Wee, Omar, mantienete forte, non te preoccupà , nui te vulimm’ bene”.
A distanza di un giorno Roberto è ancora incredulo, difficile capire perchè questa storia abbia avuto tanta risonanza.
Ma forse una spiegazione ce l’ha: “E’ un episodio di normalità cui ora non siamo più abituati. Una foto che non ti aspetti perchè su Facebook immagini come questa di solito sono accompagnate da parole razziste o che denunciano episodi d’odio”.
“Nessuno – continua – si aspettava di trovare tanta umanità in un gruppo di signore di un piccolo paesino del sud Italia. Soprattutto dopo che qualche giorno fa proprio a Sturno, la fermata dove sono scese le signore, due italiani hanno molestato due romene proprietarie di un bar: le hanno chiuse dentro e abbassandosi i pantaloni hanno detto ‘tanto siete romene a voi piace’ “.
Insomma, per Roberto questa foto è una piccola testimonianza che “l’altra Italia”, quella gentile, ancora esiste e resiste, anche se il più delle volte passa inosservata, fagocitata dai racconti di violenza che la stampa riporta ormai quasi ogni giorno.
Con il loro dialetto e quel ‘ficcanasare’ tipico degli anziani di provincia, queste ‘nonne’ sono riuscite a riportare in primo piano la normalità e a ricordare a tutti – soprattutto a quelli che “se l’ann’ scurdato” – che “pure da qua se scappa”.
Si scappava ieri, con un marito in Germania per 20 anni, e si scappa oggi, con un nipote andato in Inghilterra.
(da agenzie)
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