GIULIA BONGIORNO E I DUBBI SU DOPPIA DIFESA: LA FONDAZIONE E’ MAI STATA ATTIVA?
ESISTE DAL 2007 PER “AIUTARE DONNE VITTIME DI ABUSI”, MA UN ARTICOLO CIRCOSTANZIATO E DIVERSI TESTIMONI AVANZANO PESANTI DUBBI… LA BONGIORNO ANNUNCIA QUERELE, MA LA LUCARELLI REPLICA A MUSO DURO: “BENE, PORTERO’ I TESTIMONI”
Ieri sul Fatto Quotidiano è stato pubblicato un articolo molto critico scritto da Selvaggia Lucarelli su Doppia Difesa, un’associazione no profit a sostegno delle donne che hanno subito violenze e abusi fondata nel 2007 dalla conduttrice televisiva Michelle Hunziker e da Giulia Bongiorno, avvocata penalista di cui si è recentemente parlato perchè alle prossime elezioni sarà candidata con la Lega Nord.
Fondazione Doppia Difesa, si legge sul sito, «svolge la sua attività su un duplice binario, psicologico e giuridico, credendo anche nella necessità della sensibilizzazione, perchè la violenza contro le donne è una conseguenza delle discriminazioni di cui sono vittime, in casa e sul posto di lavoro» ·
Si dice anche che per la fondazione lavora «uno staff di collaboratori: operatori, psicologi e avvocati che si occupano della prima accoglienza, della consulenza e dell’assistenza psicologica e/o legale, seguendo le vittime attraverso colloqui telefonici e incontri personali in sede, oltre alle prestazioni rese, in loro favore, presso le Autorità giudiziarie di volta in volta competenti. In casi particolarmente critici, la Fondazione procede al rimborso delle spese di viaggio sostenute dalle vittime sì da agevolarle nel raggiungimento della sede per incontrare gli avvocati e gli psicologi».
L’articolo sul Fatto Quotidiano si intitola: «Bongiorno, associazione o spot?».
Lucarelli comincia col raccontare che la sezione “eventi” sul sito della fondazione è aggiornata al 2012, che nella sezione notizie sono stati pubblicati otto articoli in tutto il 2017 e che tre di questi riguardano la borsa Trussardi creata per sostenere l’associazione (Hunziker è sposata con Tomaso Trussardi).
Anche sulla pagina Facebook, scrive Lucarelli, l’attività non sembra essere molto aggiornata (tra maggio e settembre 2017 non è stato fatto alcun aggiornamento), si insiste molto sugli spot girati da Bongiorno e Hunziker, sulla richiesta di donazione del 5 per mille, ma sembra seguire molto poco le questioni di attualità .
Lucarelli scrive infine che in diversi commenti si legge di ripetute richieste di contatto all’associazione, tramite il numero di telefono segnalato sul sito o per mail, a cui non è mai stata data risposta.
E ne vengono riportati alcuni, che risalgono anche a un anno fa.
Lucarelli scrive di aver contattato le donne che hanno postato quei commenti, le quali hanno confermato di non essere riuscite a parlare con l’associazione quando ne avevano bisogno.
Lei stessa ha fatto delle prove, telefonando: o la linea non funzionava o rispondeva una segreteria telefonica. Alle mail inviate e in cui diceva di essere una donna che aveva subito un abuso, ha ricevuto solo una risposta automatica con scritto “la richiameremo”. Scrive infine Lucarelli:
«Ho chiamato un’avvocato che lavora per l’associazione, le ho chiesto se avesse fornito assistenza legale a qualche donna passata attraverso Doppia Difesa nell’ultimo anno, mi ha risposto ‘Non posso parlare dell’attività dell’associazione senza consultare la Bongiorno. Comunque tra qualche ora le invierò dei dati’.
Mai pervenuti. Eppure era una domanda semplice. Se raccogli dei fondi e fai spot in tv, un po’ di trasparenza non guasterebbe».
Un’altra storia legata a Doppia Difesa riguarda invece la showgirl Miriana Trevisan, una delle donne che negli ultimi mesi — a seguito del caso Weinstein — ha parlato pubblicamente delle molestie ricevute. Lo scorso 19 gennaio Trevisan ha pubblicato un tweet in cui faceva riferimento all’avvocata Bongiorno e sembrava indicare di aver avuto qualche problema con lei.
Una fonte che ha chiesto di restare anonima ha detto al Post che Trevisan si era rivolta a Doppia Difesa per una questione legale in corso, e che aveva ottenuto un appuntamento con le avvocate dell’associazione solo a seguito di un sollecito.
Durante l’appuntamento (a cui Bongiorno non sarebbe stata presente) Trevisan sarebbe stata però scoraggiata con insistenza sulle possibilità di difendersi efficacemente.
Lo stesso parere, sostiene la stessa fonte, avrebbero ricevuto anche alcune altre donne che avevano accusato di molestie il regista Fausto Brizzi.
Trevisan sarebbe stata infine ricontattata da Doppia Difesa, ma solo il giorno prima dell’incontro durante il quale avrebbe avuto bisogno di assistenza legale, e le sarebbe stato detto che «per statuto» Doppia Difesa non poteva occuparsi del suo caso.
Trevisan aveva quindi trovato un nuovo avvocato.
Dopo la pubblicazione dell’articolo sul Fatto Quotidiano Selvaggia Lucarelli ha ricevuto sempre su Facebook altre testimonianze di donne che hanno raccontato di aver provato invano a cercare sostegno presso la Fondazione.
Lucarelli ha aggiunto su Facebook che Doppia Difesa — dopo la pubblicazione dell’articolo — ha cominciato a rispondere al telefono «pure al numero che è sempre risultato staccato».
Dopo l’articolo del Fatto Quotidiano Hunziker e Bongiorno hanno pubblicato una dichiarazione in cui si dice:
«Da dieci anni combattiamo contro la violenza sulle donne attraverso un’attività di sostegno alle vittime (consulenza legale e psicologica, assistenza legale e psicologica, comunicazione). Crediamo così intensamente in questa battaglia da aver anche finanziato personalmente la fondazione Doppia Difesa onlus, da noi creata nel 2007. L’attacco sulle pagine del “Fatto Quotidiano” è gravissimo perchè fornisce informazioni false che potrebbero scoraggiare altre vittime di violenza dal rivolgersi alla nostra fondazione.
Abbiamo pertanto deciso di presentare querela e porteremo come testimoni tutte le donne che abbiamo aiutato in questi anni e che stiamo aiutando in queste ore».
Selvaggia Lucarelli subito dopo la replica delle fondatrici, scrive sui social che magicamente all’associazione hanno iniziato a rispondere a telefono e all’email di settimane fa. E dichiara che anche lei eventualmente, porterà le testimonianze di donne che hanno provato a chiamare e scrivere all’associazione senza ricevere risposta.
(da “il Post”)
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