GLI ERRORI DEI VERTICI RAI NELLA CENSURA DI ANTONIO SCURATI SONO UN FORMIDABILE CASO DI SCUOLA DA INSEGNARE IN TUTTE LE FACOLTÀ DI COMUNICAZIONE
L’EFFETTO BOOMERANG CAUSATO DALLA CENSURA, CON IL TESTO DIFFUSO SU TUTTI I MEDIA, È STATO ACUITO DALLE CONTRADDITTORIE MOTIVAZIONI FORNITE DALL’AZIENDA
La cancellazione dell’intervento sul 25 aprile di Antonio Scurati da parte della Rai diventa un formidabile caso di scuola da insegnare in tutte le facoltà di comunicazione, nelle scuole di giornalismo, nelle Academy, nei corsi sulla tv.
1. Alla base, c’è una regola da non dimenticare. Una volta che un testo viene censurato c’è il forte rischio che il testo stesso non sia più controllabile e percorra una sua strada imprevedibile: “Effetto boomerang”.
Così è successo: il testo è stato letto da Serena Bortone (se sarà punita dalla Rai diventerà “martire”), da Massimo Gramellini e da Roberto Vecchioni su La7, è stato pubblicato da quasi tutti i giornali, è stato trasmesso in radio e apparso sul web. Fosse andato in onda, qualcuno l’avrebbe pure criticato per la scrittura.
2. L’effetto boomerang è stato acuito dalle contraddittorie motivazioni fornite dall’azienda. Alla fine non si è capito se la censura è dovuta ai contenuti dell’intervento, al compenso pattuito, a un pasticcio dell’ufficio contratti. Un’azienda che vive di comunicazione non può dire che l’incidente è avvenuto per “difetto di comunicazione: “Effetto Ferragni”.
3. Tra le molte giustificazioni, il direttore degli approfondimenti Paolo Corsini nega che ci sia mai stata una censura nei confronti di Scurati ma adombra un’altra scusa, cioè «il rapporto tra lo scrittore e gruppi editoriali concorrenti». Il riferimento è al film che Sky ha tratto dal libro “M” di Scurati. Se è così, la trattativa non avrebbe nemmeno dovuto iniziare: “Effetto zappa sui piedi”
(da La Repubblica)
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