GLI INSULTI DI SALVINI E TUTTE LE DOMANDE A CUI NON HA VOLUTO RISPONDERE
UN MINISTRO IN TILT CHE FA ALLUSIONI PESANTISSIME CONTRO UN GIORNALISTA E CHE SI SOTTRAE AL CONFRONTO CON LA STAMPA
Matteo Salvini è più nervoso del solito. La nottata trascorsa in un Consiglio dei ministri no-stop lo ha messo decisamente di cattivo umore. Continua ad alludere a una crisi incombente che ormai non ha più il coraggio di aprire.
Ma non è solo quello a indisporlo, quando si presenta alle 13 nell’ala ristorante del Papeete beach, il lido di Milano Marittima trasformato per otto giorni nella depandance estiva del Viminale.
La conferenza stampa per presentare la festa estiva della Lega fa presto a scadere nell’insulto e nell’invettiva del segretario del partito contro chi osa interrompere la claque plaudente al seguito con domande sui fatti di cronaca più recenti e più spinosi per il vicepremier.
Le staffe Salvini le perde subito, quando a porgli la domanda è il videomaker di Repubblica Valerio Lo Muzio, artefice dello scoop sul figlio diciassettenne portato da un agente a fare un giro sulla moto d’acqua della Polizia e ripreso appunto dal cronista. Che verrà poi identificato e allontanato dai poliziotti in servizio a tutela del ministro, presente in quei frangenti in spiaggia.
“Non parlo di figli, bimbi e minori che devono stare fuori dalla polemica politica”. Lo Muzio chiede a più riprese chi fossero le persone che lo hanno controllato e allontanato. Ed è a quel punto che il capo del Viminale si spazientisce, non sapendo o non potendo rispondere. Lo fa con la più bassa e indecente delle risposte possibili: “Vada a riprendere i bambini, lei che è specializzato. Vada, dato che le piace tanto”.
L’allusione pesantissima è evidente. “Mi sta dando del pedofilo, ministro?” Chiede il giornalista. “No, lei riprenda i minorenni. Le sto dicendo che i figli vanno tenuti fuori dalla polemica politica, i bambini sono fuori dalla polemica politica”.
Come se il problema fosse un minore ripreso (e per altro rigorosamente oscurato nelle foto e nel video pubblicato da Repubblica) e non il fatto che quel minore fosse stato indebitamente portato in giro su una moto d’acqua della Polizia di Stato.
E non il fatto che quel ragazzo fosse il figlio del ministro dell’Interno che, per inciso, è responsabile delle forze di sicurezza.
E non il fatto che quell’episodio, sul quale infatti i vertici del Corpo e la Questura di Ravenna stanno compiendo delle indagini interne, sia vietato dalla legge e perciò passibile di conseguenze.
“Attaccate me, non mio figlio”, si fa scudo però il vicepremier, fingendo di ignorare il cuore della questione”
Lo stato d’animo del vicepremier non cambia, anzi peggiora quando gli chiediamo dell’altro dossier che sta turbando le sue notti.
Il caso Savoini, il presunto giro d’affari con i magnati russi per finanziare il partito, la più recente notizia dei 150 mila euro che lo stesso faccendiere vicinissimo a Salvini avrebbe incassato in occasione di un viaggio dell’allora semplice segretario leghista in Marocco. “Non ho ancora finito di nascondere i rubli. Dopo mi occupo del Marocco. Ho letto la Gazzetta e so dove andrà Icardi”, prova a sgusciare in evidente difficoltà . “Dunque non sa cosa rispondere, ministro? Che rapporti ha lei con Savoini?”, è l’altra domanda. “Andate in Marocco, in Tunisia o negli Stati Uniti. Buona caccia, io non ho risposta sulle non notizie. Sono mesi che leggo con enorme divertimento le notizie che state pubblicando, Repubblica è un giornale che mi diverte un sacco”.
“Almeno quanto le sue mancate risposte alle nostre domande, signor ministro”, è la replica in presa diretta. “Preferisco leggere la Gazzetta”. “Di certo per lei è più rassicurante”.
La conferenza stampa si conclude ma il vicepremier resta tesissimo.
A quel punto può togliere la camicia e raggiungere la spiaggia a petto nudo tra decine di selfie di fan in costume.
Resta a galla l’insofferenza nervosa dell’uomo di potere che in infradito e bermuda sogna di emulare Orban (o più in grande Putin), che pensa di sbarazzarsi delle domande insidiose, delle telecamere che lo osservano, delle penne che frugano nei lati oscuri del salvinismo.
Fingendo di non sapere – cosa ancor più grave da ex giornalista – che il diritto alla privacy di un uomo di governo deve fare i conti con il diritto e il dovere dell’informazione. Tanto più di fronte a un’irregolarità , una violazione di legge.
(da “La Repubblica“)
Leave a Reply