GLI OCCHIALI DI BRUNETTA
GIUSTA LA BATTAGLIA CONTRO CHI SI ASSENTA DAL LAVORO, MA CHE GAFFE PARLARE SOLO DI DONNE CHE VANNO A FARE SHOPPING… LA PROSSIMA VOLTA PARLI ANCHE DEGLI UOMINI CHE VANNO AL BAR O DAL BARBIERE… A QUANDO UNA BELLA VERIFICA SUI DIRIGENTI CHE NON FANNO UNA MAZZA, ARRIVATI A QUEL POSTO GRAZIE ALLA SPINTA DEL POLITICO DI TURNO?… A QUANDO UNA VERIFICA NAZIONALE SULLA CORRETTEZZA DEI CONCORSI PUBBLICI?
Dopo gli applausi e le conseguenti lacrime al congresso del Pdl, per Brunetta scatta l’ora dei fischi. Avviene nel corso di un incontro sulle donne e il lavoro, di fronte a un pubblico quasi interamente femminile, quando dice: “Non voglio più che le donne della Pubblica Amministrazione scappino dal posto di lavoro per andare a fare la spesa, per poi vederle tornare a casa all’una e mezza con le buste in mano”.
Le donne in sala non mostrano di gradire molto le parole a senso unico del Ministro e neppure le apprezza il ministro Carfagna che invita l’uditoria “a non cadere nelle facili provocazioni”.
Brunetta è fissato con il concetto che “per le donne il pubblico impiego è un ammortizzatore sociale” e come tale va eliminato o ridotto.
Forse il suo stipendio permetterebbe a una famiglia monoreddito di vivere nell’agiatezza, ma per la maggior parte dei nuclei familiari italiani non è così, necessitano due stipendi.
Non vivendo nell’800, dove le donne dovevano stare a casa e chiedere magari anche il permesso al marito per uscire, ne consegue che anche l’altra metà del cielo si cerchi una occupazione.
Perchè se ammortizzatore sociale è il lavoro femminile, lo è anche quello maschile e probabilmente anche una docenza universitaria.
Il problema piuttosto è se uno/a lavora o fa finta di lavorare, se produce per la collettività o se guarda il soffitto. E questo può avvenire sia in un ufficio pubblico che in un’aula universitaria, sia ad opera di una dipendente che di un impiegato.
Per la par condicio pensiamo che alla prossima occasione, di fronte a un uditorio maschile, il ministro farebbe bene a invitare i dipendenti pubblici uomini a non trascorrere delle ore al bar a chiacchierare o a giocare con le slot machine o ad andare dal barbiere. Per limitarci alle prassi meno compromettenti…
Altrimenti la visione di Brunetta diventa limitativa. Se poi il ministro vede impiegate uscire con la borsa della spesa ammette che i tornelli non servono a nulla e che era solo un’operazione di immagine.
Era più simpatico un appello ai mariti delle suddette affinchè ogni tanto ci andassero loro al supermercato, invece di mandarci le mogli…
Ma poi sorge spontanea una domanda: a parte i proclami, non sarebbe l’ora di compiere delle verifiche concrete nella Pubblica Amministrazione?
Ci permettiamo di suggerire due belle indagini che magari non si tradurrebbero nel breve in una prima pagina sui media, ma nel medio termine renderebbero gli uffici pubblici italiani seri.
In primo luogo la rimozione di tutti quei dirigenti che sono arrivati ad esserlo grazie a qualche bel calcio nel posteriore da parte del potente politico di turno che ne ha facilitato la carriera.
Dirigenti che poi a loro volta si creano un’altra clientela politica di “favoriti/e di corte”.
Sono questi i dirigenti a cui Brunetta intende poi affidare il giudizio meritocratico sui dipendenti? Sono questi i dirigenti che danno poi i voti ai subalterni? E come pensa il ministro che li daranno i voti? A chi forse ha reso servigi da lecchini o prestato più servizi sotto la scrivania che sopra? Seconda idea: perchè Brunetta non vuole restare nella storia d’Italia facendo compiere a funzionari onesti una bella verifica di tutti i concorsi pubblici ed interni con cui i candidati vengono assunti nella Pubblica Amministrazione?
Dalla valutazione dei titoli, alle procedure concorsuali, dalla scelta delle materie a quella dei test, dall’impermeabilità delle commissioni allo svolgimento delle prove scritte ed orali, dalla segretezza dei temi alle amicizie pregresse tra chi giudica e chi viene giudicato.
Non è forse così che si restituirebbe dignità al pubblico impiego, garantendo la correttezza delle assunzioni e la serietà dei dirigenti o si preferisce il gioco degli illusionisti e spargere solo un po’ di maquillage, continuando a mantenere dei veri mascalzoni ai vertici di tanti uffici, solo perchè hanno un magnaccia politico?
Facile essere forti coi deboli e deboli coi forti, dice un vecchio proverbio.
Se proprio dovessimo scegliere, noi preferiamo veder uscire dalle porte della Pubblica Amministrazione una madre di famiglia che nel sacchetto ha la spesa fatta di straforo, piuttosto che un dirigente uomo che nel sacchetto ha qualche bustarella…
Che ne pensa Ministro?
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