GLI SFOLLATI DI GENOVA ATTACCANO IL GOVERNO: “ERA MEGLIO FAR RICOSTRUIRE AD AUTOSTRADE”
“RISCHIAMO DI RESTARE FUORI DI CASA PER ANNI, SIAMO LE VITTIME DI UNO SCONTRO IDEOLOGICO”
Non si placa la preoccupazione degli sfollati dcel Ponte Morandi a Genova. Dopo la manifestazione di lunedì, arrivano altre accuse al governo e non basta a temperare il clima l’annunciata riapertura di via Via 30 Giugno, la strada sotto ponte Morandi, per il quale ha dato via libera il gip Angela Nutini che ha accolto la richiesta del commissario per l’emergenza e presidente della regione Giovanni Toti.
Il giudice ha stabilito dunque che la strada, delimitando la zona dove ci sono i reperti, potrà riaprire. “Finchè non vediamo la strada aperta non ci crediamo, ma possiamo dire di essere moderatamente soddisfatti”.
Così commenta Emilio Rizzo uno dei portavoce del comitato Oltre il ponte, che ieri ha organizzato la manifestazione della Valpolcevera.
Via Trenta Giugno è un’arteria di collegamento tra la Valpolcevera e il centro lungo la sponda destra del torrente. Per i cittadini renderla transitabile può contribuire sensibilmente a migliorare la viabilità , togliendo dall’isolamente le attività commerciali che si trovano nella periferia nord del viadotto.
“Il sindaco Bucci – continua Rizzo – ieri ci ha parlato di venerdì, ma preferiamo non avere date o annunci fino a che non ci sono notizie certe, questo è comunque un passo avanti ma non è sufficiente, le nostre richieste per la vallata sono anche altre”.
La riapertura di altre strade, come via Fillak e via Perlasca, il potenziamento degli ospedali Celesia e Gallino e la certezza di risorse economiche per aiutare popolazione e imprese, come hanno spiegato ieri in piazza.
“Se le cose andranno per il meglio – afferma Rizzo – via Trenta Giugno sarà riaperta in entrambi i sensi di marcia, anche se con una strettoia, il sindaco ci ha spiegato di voler collegare un impianto semaforico ai sensori montati sul ponte per chiudere, eventualmente, la strada in presenza di pericoli”.
Tante le aspettative della popolazione. E tanta anche la delusione. “Per noi coinvolgere Autostrade nella ricostruzione sarebbe stato meglio”, ha detto infatti il portavoce del Comitato sfollati di via Porro Franco Ravera, ospite di Non Stop News, la trasmissione di informazione quotidiana su Rtl 102.5.
Tra l’altro, Ravera ha detto di credere che “ci sia uno scontro ideologico a Roma che si ripercuote su Genova”. Per quanto riguarda il decreto, dentro “non ci sono le misure chieste da Genova, dal sindaco. Per gli sfollati non ci sono sicurezze. Rischiamo di star fuori casa per anni”.
“In questi mesi, noi abbiamo incontrato il ministro Toninelli e sentito il premier Conte, ma siamo delusi perchè ci avevano detto che ci sarebbe stato in breve tempo un decreto, una soluzione per Genova, ma è stato un parto confuso e pasticciato, che non ha portato soluzioni, è andata buca la prima, ora non dite bugie”, ha aggiunto Ravera.
La manifestazione di ieri, con residenti e commercianti della Valpolcevera in piazza, era “un grido di soccorso della Valpolcevera dove a oggi ci sono ancora 258 famiglie in difficoltà , siamo una comunità in ginocchio”.
Ravera chiede di cambiare il decreto Genova perchè dentro non ci sono “le misure chieste da Genova, dal sindaco. Per gli sfollati non ci sono sicurezze. Rischiamo di star fuori casa per anni”.
(da “La Repubblica”)
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