GOVERNO SCHIZOFRENICO: CONTE FA RETROMARCIA, LA SUA INTRANSIGENZA SUI CONTI E’ DURATA 48 ORE
IL PREMIER RITORNA SULLE POSIZIONI DI SALVINI E DI MAIO TRA LE PERPLESSITA’ DI TRIA E MOAVERO
C’è una terza sedia nella sala stampa di Palazzo Chigi dove è annunciata la conferenza stampa di Giuseppe Conte e Matteo Salvini. Dal corridoio che vi accede si sente la voce stentorea del vicepremier in arrivo.
Alle sue spalle si materializza anche Giancarlo Giorgetti. È la prima volta del presidente del Consiglio solo con i capi della Lega. Il pretesto è l’approvazione del decreto Sicurezza bis, ma il discorso ben presto si allarga. È l’immagine della ritrovata concordia fra i trionfatori delle elezioni europee e il capo del governo, appena una settimana fa proclamatosi urbi et orbi stufo delle liti fra gli alleati.
Basta prendere il negativo della foto, e vi si legge del professore di diritto stretto nella morsa barricadera sul fronte europeo. La risposta chiave è una non risposta.
Quella sulla effettiva destinazione d’uso dei risparmi di reddito di cittadinanza e quota100. Conte nicchia, svicola, alla fine spiega che “dobbiamo ancora costruirla la manovra, è una domanda prematura”. Eccoci.
Come incastrare la minaccia di una procedura di infrazione per debito eccessivo, con i 23 miliardi da trovare per l’Iva, la dozzina necessari per la flat tax, i due tre di spese indifferibili che da soli fanno già schizzare l’asticella della prossima legge di stabilità intorno ai quaranta miliardi?
La risposta non c’è. Mercoledì mattina un primo passo lo si farà .
Quando premier, vicepremier e ministro dell’Economia si siederanno intorno a un tavolo per tentare di trovare una quadra fino a tre giorni fa assai complicata. Ma la triangolazione tecnica 2.0 Conte-Moavero-Tria sembra più che scricchiolare nelle ultime ore. “Non capiamo che stanno facendo a Palazzo Chigi”, confida un uomo vicino al titolare del Tesoro. E anche dalla Farnesina filtrano segnali di impazienza.
In effetti la posizione del premier è in riallineamento con quelle di Movimento 5 stelle e Lega.
Si era partiti lunedì mattina con un robusto warning sui conti, poi il vertice serale, infine uno spartito percettibilmente diverso suonato martedì.
E sì, va bene che “nessuno di noi vuole la procedura d’infrazione, tutti la vogliamo evitare”, ma Conte ha martellato tutto il giorno, dal no alla manovra correttiva alle critiche di Jean Claude Juncker, al quale ha puntutamente risposto di aspettare a giudicare il precorso dell’Italia, perchè “già si è sbagliato con la Grecia”.
L’avvocato del popolo getta acqua sul fuoco, spiega di aver avuto le risposte che chiedeva, ribadisce di non aver bisogno di nessuna delega, perchè insita nelle cose: “Se sentissi che manca la fiducia nei miei confronti, avrete la crisi più trasparente della Repubblica”.
Certo, gli aspetti di frizione non mancano. Come quello sul nuovo ministro per gli Affari europei. Palazzo Chigi fa filtrare che il presidente terrà per sè le deleghe fino alla chiusura della vicenda procedura d’infrazione, Salvini ha ribadito di volerlo “a breve”, perchè “serve che qualcuno stia sette giorni su sette” in Europa.
Di rimpasto, però, nessuno ha voglia di parlare. Quando chiedono a Giorgetti se gli piacerebbe fare il commissario europeo, la risposta è lapidaria: “Quello che mi chiedono, faccio”.
Da qui a qualche settimana ci saranno ministri che probabilmente non daranno la stessa risposta. Sono aperte le scommesse.
(da “Huffingtonpost”)
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