GREEN PASS, IL GOVERNO CHIEDE L’OBBLIGO PER I PARLAMENTARI
IL LEGHISTA BORGHI: “FARO’ RICORSO ALLA CONSULTA”
Il governo chiede che il Green pass sia obbligatorio anche per i parlamentari e per i dipendenti delle Camere. Ad aver trovato una prima intesa sul tema è stata la cabina di regia tenutasi in mattinata a Palazzo Chigi tra il premier Mario Draghi e i capidelegazione dei partiti di maggioranza sulle norme per l’estensione del pass sanitario anche al lavoro.
L’accordo dovrà essere approvato in maniera definitiva dal Consiglio dei ministri ma l’intenzione è chiara: l’obbligo di Certificazione verde anti Covid-19 potrebbe essere esteso anche a tutti gli organi costituzionali, includendo dunque Quirinale e Corte Costituzionale. Con loro le cariche elettive di Camera e Senato.
Ad alimentare il dibattito nelle ultime ore era stato il segretario Uil Pierpaolo Bombardieri: «La vita dei nostri lavoratori ha la stessa dignità della politica», ha detto, «e per questo abbiamo chiesto che sia reso obbligatorio anche in Parlamento e il governo sembra che ci abbia ascoltato». Ma intanto a Palazzo Madama gli osservatori sembrano prevedere una protesta tra le organizzazioni del sindacalismo autonomo.
L’opposizione di Borghi
Nel pomeriggio è arrivato il commento di Claudio Borghi, deputato leghista entrato in polemica fin da subito con l’obbligo della certificazione verde. «Ho detto enne volte che speravo che l’obbligo del Green pass venisse esteso al Parlamento, così mi avrebbe dato la possibilità di chiedere una pronuncia in merito alla Corte Costituzionale a difesa del lavoro di tutti», ha scritto su Twitter. «Adesso che pure la Consulta è “intimata” risponderà direttamente».
Una questione complicata
La decisione preliminare della cabina di regia su parlamentari e dipendenti della Camera pone scrive un nuovo capitolo su una questione giuridicamente piuttosto complicata.
La necessità sarebbe quella di modificare con un’ampia adesione dei gruppi parlamentari alcuni regolamenti interni basati sul cosiddetto principio di “autodichia“. Si tratta di un principio fondante che regola le Camere nella propria autonomia e nella salvaguardia da ingerenze esterne, che nel caso di pass sanitario obbligatorio sarebbe così intaccato.
Al momento la Carta verde è obbligatoria soltanto per accedere all’interno delle mense, per partecipare a eventi culturali e istituzionali o per entrare nella Biblioteca e nell’Archivio.
C’è chi è d’accordo sull’adeguamento all’obbligo anche delle istituzioni, come il senatore del Pd Andrea Marcucci, che qualche giorno aveva chiesto alla presidente del Senato e al presidente della Camera «di fare un passo in più».
Ma per altri suoi colleghi andrebbe invece tutelato il diritto alla libertà del voto: «Negare il diritto di voto anche a un solo parlamentare No vax sarebbe anticostituzionale», ha avvertito l’ex ministro Maurizio Lupi.
Fonti vicine alla Presidenza spiegano che si è seguito il principio dell’utilizzo del green pass che è in vigore all’esterno. Con il via libera del Consiglio dei ministri all’obbligo anche per recarsi nei luoghi di lavoro – è la conclusione del ragionamento – anche Montecitorio è pronta ad adeguarsi alle nuove regole e quindi all’obbligo del green pass.
Servirà una delibera del collegio dei questori, in virtù del principio dell’autodichia, ma è di fatto un passaggio formale. Poi c’è il pensiero dei singoli parlamentari. Ma questa è un’altra storia.
(da Open)
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