GRILLO REGISTRA I PIRATI A CINQUE STELLE…E SI RIACCENDE LA LITE CON FAVIA
IL LEADER DEL M5S REGISTRA IL MARCHIO NEL TIMORE POSSANO USUFRUIRNE I DISSIDENTI
I pirati a cinque stelle? Beppe Grillo mette la parola fine.
Come riportato da L’Espresso, il marchio è stato depositato dal leader del Movimento Cinque Stelle, dopo che era circolata l’indiscrezione che il grillino «dissidente» Giovanni Favia e il consigliere emiliano Valentino Tavolazzi volessero staccarsi dal movimento unendosi al Partito dei Pirati italiani.
Ma Grillo evidentemente non deve aver gradito l’idea e, così, ha tagliato la testa al toro.
LIQUIDFEEDBACK E DEMOCRAZIA LIQUIDA
Secondo quanto riportato sul portale dei marchi del ministero dello sviluppo, il marchio Pirati a cinque stelle è stato registrato il 15 ottobre.
E immediatamente Giovanni Favia in un post su Facebook ha scritto (e poi cancellato): «La paranoia fa brutti scherzi avendo visioni di nemici che non esistono. E dando credito alla teoria di un giornalista. Mi spiace per i pirati che si trovano loro malgrado in questa situazione kafkiana».
Alla base degli screzi tra Grillo e Favia, una dichiarazione del consigliere emiliano in un «fuorionda» in cui Favia accusava il leader del M5s di gestire il movimento in maniera non democratica.
Poi nei giorni successivi Favia e Tavolazzi hanno organizzato un incontro a Reggio Emilia per discutere con gli esponenti del Partito pirata l’introduzione di LiquidFeedback nel M5s, piattaforma già usata proprio dai pirati per prendere le decisioni interne e per selezionare i candidati in maniera più trasparente.
Il gesto non deve essere piaciuto a Grillo che sta ancora valutando con il suo consulente Gianroberto Casaleggio se estendere LiquidFeedback, già in uso nel movimento a Bergamo e in Sicilia, al resto di Italia.
Ed ecco spiegata la decisione di sbarrare la strada ad eventuali scissioni e alleanze con altri gruppi di opinione in rete.
IN ATTESA DI ROMA
La rottura tra Grillo e Favia, insomma, sembra davvero definitiva.
Ma Favia ribadisce di non essere intenzionato a lasciare il movimento e a fare scissioni.
Salvo però il diritto di continuare a dire la sua sulle scelte del suo leader.
Così in un secondo post su Facebook Favia esprime fastidio verso Grillo per avere «legittimato un’accusa nei miei confronti che ritengo ingiusta» e cioè di aver cercato in qualche modo di spaccare il movimento cercando l’appoggio esterno dei Pirati, paladini della democrazia online.
Sia quel sia, l’attesa nel M5s è alta: bisogna ancora decidere chi correrà per i seggi a Roma.
Ed è su questo fronte che si gioca la prossima partita del movimento grillino.
Marta Serafini
(da “il Corriere della Sera“)
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