GUAI SCRIVERE MALE DI EXPO: 50 MILIONI E ADDIO CRITICHE
TANTO HA SPESO LA SOCIETà€: 2,3 MILIONI AGLI EDITORI PER PAGINE E INSERTI CHE LODANO L’EVENTO…. SCOMPARSI DAI QUOTIDIANI RITARDI NEI LAVORI E SCANDALI
Solo nella giornata di ieri, il Corriere della sera ha dedicato a Expo un allegato di 44 pagine (“Orizzonti Expo”), oltre alle pagine 30 e 31 del quotidiano (“Il futuro immaginato”, sotto la testatina “Eventi Expo”).
In più, il quotidiano di via Solferino promette “ogni martedì due pagine di inchiesta sui temi globali dell’Expo: dopo l’Acqua toccherà a Terra, Energia, Cibo.
È solo una delle iniziative del Corriere della sera per guidare i lettori verso l’Esposizione che parte il primo maggio.
E poi le pagine Eventi e prossimamente i supplementi speciali. Attivo già ora il canale internet Expo Corriere”.
Tutte iniziative “positive” di promozione redazionale che, come quelle simili sulle pagine di Repubblica e di tanti altri quotidiani, non cancellano del tutto le cronache “negative” sui guai giudiziari e sui ritardi dell’esposizione: si aggiungono e cercano di controbilanciarle, per rifare l’immagine a una iniziativa che ha avuto anni difficili. Certo è che nelle ultime settimane le soglie critiche dei quotidiani sembrano essersi molto abbassate e di scandali, ritardi e camouflage non si parla più.
Expo ha pagato un fiume di denaro per avere buona stampa.
Gli investimenti in “comunicazione” superano, finora, i 50 milioni euro.
Pagati non soltanto, com’è normale, per fare pubblicità diretta, acquistando pagine sui giornali e spazi televisivi. Expo ha dato 6 milioni di euro al gruppo Havas per “Ideazione, sviluppo e realizzazione del piano di comunicazione”; 1,54 milioni per attività di media relations internazionali, incassati dalla Hill & Knowlton e dalla Sec di Fiorenzo Tagliabue, ex portavoce di Formigoni.
Tanti soldi Expo sono arrivati anche direttamente ai giornali e agli editori.
Il grosso dei finanziamenti diretti alla stampa è stato erogato con la procedura della “manifestazione d’interesse”, il cosiddetto Request for proposal.
Funziona così: gli editori presentano loro proposte su come parlare bene dell’evento ed Expo le finanzia.
La spesa per queste iniziative è finora di 2,3 milioni di euro.
Al Corriere sono andati 425 mila euro, per 12 uscite da due pagine. Segue La Stampa, con 400 mila euro per due pagine in uno “speciale Green” più cinque inserti di 16 pagine distribuiti con La Stampa e Secolo XIX e un accordo che prevede inoltre l’utilizzo dei contenuti, tradotti, su testate estere.
Repubblica incassa 399.500 euro per 72 pagine di “Guide editoriali”. Al Sole 24 Ore sono stati versati 350 mila euro per dieci uscite, per un totale di 30 pagine. Al Giornale della famiglia Berlusconi 200 mila euro, una pagina ogni settimana per venti settimane, più quattro pagine da pubblicare il 1 maggio, giorno dell’inaugurazione. Inoltre si aggiungono non meglio precisate “attività web, social e tablet”.
Il gruppo Class ha incassato 102 mila euro per sei uscite sul quotidiano economico Mf e sei su Italia Oggi.
Il quotidiano Libero ha ottenuto 100 mila euro tondi per tredici uscite in doppia pagina.
A questi finanziamenti in “redazionali” si sommano, oltre alle cifre investite direttamente in pagine pubblicitarie, anche altri contributi come i 160 mila euro alla Fondazione Corriere della sera, spiegati con questa (vaga) motivazione: “Contributo per massima visibilità Expo”, a cui si sono aggiunti altri 250 mila euro per l’organizzazione di una serie di incontri dal titolo “Convivio. A tavola tra cibo e sapere”.
Sempre in casa Rcs, 154 mila euro sono arrivati alla Rcs Sport, in quanto main sponsor della “Milano City Marathon” edizione 2012. Il gruppo Sole 24 Ore ha ricevuto 64 mila euro per un “Progetto Gazzettino del 2015”.
Il Foglio fondato da Giuliano Ferrara è stato beneficiato di 85 mila euro per la realizzazione di un non ancora visto “volume sull’Esposizione universale”.
Expo spa è poi tra i principali sponsor de “La Repubblica delle idee”, la manifestazione pubblica di incontri e dibattiti, con ospiti di rilievo introdotti dal direttore Ezio Mauro.
Quanto sia costata questa sponsorizzazione non è dato sapere, ma una fonte interna al gruppo Espresso-Repubblica fa sapere che i principali sponsor dell’iniziativa pagano attorno ai 500 mila euro.
La Fondazione Mondadori ha portato a casa 850 mila euro per la “Realizzazione del progetto Women for Expo”.
La Fondazione Feltrinelli ha ricevuto ben 1,8 milioni di euro, per un progetto internazionale, triennale, curato da Salvatore Veca che prevede la messa a punto dei contenuti scientifici dell’esposizione.
Il contratto, benchè preveda una cifra molto alta che tocca quasi i 2 milioni di euro, è stato classificato come “sponsorizzazioni e assimilabili”, in modo da poterlo firmare senza gara. Alla Condè Nast sono stati concessi, oltre alle inserzioni pubblicitarie, due finanziamenti per la realizzazione degli eventi “Wired Next Fest” (13 mila euro) e “Fashion Night Out” (39 mila euro).
Non stupisce così che il mensile Wired dedichi a Expo servizi celebrativi, compresa una guida dal titolo Expottimisti.
Nel 2014, Expo ha versato 14.892 euro a Publimedia Srl per “prenotazione di uno spazio pubblicitario sul periodico Polizia Moderna — edizione aprile/maggio”.
Prezzo del tutto fuori mercato, ma meritato, visto il lavoro della polizia giudiziaria sui manager di Expo arrestati e sotto inchiesta.
Il record spetta però alla Rai: 5 milioni di euro le sono stati assegnati per “Collaborazione Rai Expo”.
Sono serviti a costruire una nuova struttura “crossmediale con un modello produttivo a integrazione verticale”, come si legge sul sito, con un organico di 58 persone tra dirigenti, impiegati, giornalisti, autori e tecnici e una sede predisposta ad hoc, ma non a Milano, dove si svolge l’esposizione, bensì a Roma.
Così a partire da maggio 2015 per i dipendenti e collaboratori scatteranno sei mesi di trasferta, con costi aggiuntivi per altri 2 milioni.
Gianni Barbacetto e Marco Maroni
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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