“HO DATO SOLDI A TUTTI, DESTRA E SINISTRA”: INTERVISTA A SCARPELLINI, IL SIGNORE DEGLI AFFITTI D’ORO DELLA CASTA
“DURANTE LA CAMPAGNA ELETTORALE QUI VENGONO TUTTI E UN CONTRIBUTO LO DIAMO SEMPRE”
“Durante la campagna elettorale vengono qui bianchi, rossi e verdi e noi un contributo lo diamo sempre. A tutti. Gli imprenditori romani fanno così”.
Parola di Sergio Scarpellini, l’imprenditore che affitta immobili alla Camera, intervistato dal Fatto Quotidiano.
“Se volevano – dice Scarpellini a proposito della questione affitti d’oro -, con questo denaro che mi hanno dato, circa 369 milioni di euro per le locazioni, un paio di palazzi li potevano acquistare. Avevano una opzione, perchè non l’hanno sfruttata? Se mi chiamano, vendo di corsa. Anzi, ci metto pure un fiocco su, però si devono prendere il personale. Per me questa storia è diventata una rogna. E la Camera ci risparmia”.
“La rescissione con un mese di preavviso è contro la legge – aggiunge – è contro la Costituzione e contro le regole. Se mi assumono il personale, cinquecento dipendenti, me ne vado subito. Io sono pentito, non lo farei più. Ho buttato una balena di soldi”. Negli ultimi 13 anni ha finanziato partiti di destra e sinistra per circa 650 mila euro: “Durante la campagna elettorale – spiega Scarpellini – vengono qui bianchi, rossi e verdi e noi un contributo lo diamo sempre. A tutti. Gli imprenditori romani fanno così”.
Come finirà ?
“Io rispetto i termini previsti dai contratti, mi riprendo i palazzi e ci faccio alberghi di lusso, però devo sbattere in mezzo a una strada più di 500 ragazzi”.
Una regolare gara d’appalto non si poteva fare, spiega, perchè “i palazzi vicini erano i miei, potevano venire soltanto da me”.
“Se rescindono gli affitti – sottolinea Scarpellini intervistato anche da Repubblica – rischiano di andare a casa cinquecento dipendenti. A meno che non li assume la Camera”.
E i conti, sottolinea, “bisogna saperli fare”: dai soldi guadagnati affittando palazzi alla Camera dal ’97 occorre levare l’Iva” e poi “togliere il 50% di tasse. E poi ci sono gli interessi bancari”.
(da “Huffingtonpost”)
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