I CITTADINI RUSSI INTRAPPOLATI NELLA RETE DI PUTIN: IL PORTALE DIGITALE “GOSUSLUGI”, CREATO NEL 2009 PER AIUTARE I RUSSI A OTTENERE DOCUMENTI, PRENOTARE VISITE E PAGARE LE TASSE, È DIVENTATO UN “GULAG DIGITALE” CON CUI MOSCA CERCA DI RICATTARE IL PROPRIO POPOLO
D’ORA IN POI, LA CHIAMATA ALLE ARMI SARÀ DIRETTAMENTE NOTIFICATA SULL’APP E CHI PROVA A DISERTARE, SARÀ RINTRACCIATO GRAZIE ALLE TELECAMERE DOTATE DI SISTEMA DI RICONOSCIMENTO FACCIALE PRESENTI IN TUTTO IL PAESE
Lo chiamavano “Grande Fratello” Ora lo chiamano “Gulag Digitale” perché, non solo ti osserva, ma non ti lascia più possibilità di fuga. Ti spedisce al fronte con una cartolina elettronica che non puoi fingere di ignorare, pena diventare un paria della società. E se provi a eludere la chiamata alle armi, ti rintraccia in metropolitana grazie alle telecamere di sorveglianza dotate di sistema di riconoscimento facciale.
Per molto tempo il portale elettronico “Gosuslugi”, letteralmente “servizi pubblici”, è stato un fiore all’occhiello dello Stato russo. Creato nel 2009 sotto la presidenza di Dmitrij Medvedev. Nel 2017 contava 65 milioni di utenti e alla fine del 2019 aveva superato i 100 milioni, più di due terzi della popolazione del Paese.
In cambio dei preziosi “Big Data” individuali dalla data di nascita alla residenza permetteva di ottenere un documento, pagare le tasse o fissare una visita medica, comodamente dal proprio divano […]. Lo scorso aprile quello che sembrava un paradiso digitale si è trasformato in una prigione di staliniana memoria. Il Parlamento ha approvato in fretta e furia una legge che introduce le “convocazioni elettroniche”.
D’ora in poi la chiamata alle armi, che sia il servizio militare o la mobilitazione, verrà inviata attraverso il portale governativa Gosuslugi e sarà considerata automaticamente come consegnata. Non aiuta neppure non avere mai creato un profilo sul portale o averlo cancellato: la cartolina, in questo caso, verrà inviata a un registro digitale governativo di tutti i russi idonei al servizio militare e, dopo sette giorni, verrà considerata come recapitata.
Da quel momento chi non si presenta all’ufficio di reclutamento entro venti giorni, verrà considerato un disertore, indipendentemente dal fatto che usi o meno Internet. Non potrà lasciare il Paese, ottenere o rinnovare la patente, acquistare o vendere immobili, contrarre prestiti o registrare una piccola impresa.
Da Gosuslugi non si scapperà più. E seppure qualcuno ci volesse provare, ha avvertito il commissario militare di Mosca, il colonnello Maksim Loktev, verrebbe intercettato dalle 187mila “telecamere intelligenti” della capitale dotate di sistema di riconoscimento facciale: oltre 70 ogni chilometro quadrato.
«La sorveglianza è globale», ha spiegato Maria Nemova, avvocata dell’ong Ovd-Info, che monitora gli arresti di manifestanti e oppositori.
E come se non bastasse, lunedì i deputati hanno discusso e approvato in un’unica giornata emendamenti che consentono alle guardie di frontiera di confiscare i passaporti dei russi a cui è stato proibito lasciare il Paese. Non c’è scampo.
Il Grande Fratello non si ferma qui. In futuro anche chiunque sia stato bollato come “agente straniero” o abbia semplicemente messo un “Mi Piace” a un post sui social media critico contro le autorità, potrebbe vedersi negato i servizi essenziali.
«Il governo vuole creare un sistema digitale di controllo sociale regolando l’accesso individuale a diritti e benefici. Essere al di fuori di questo sistema comporterà effettivamente la morte sociale. La digitalizzazione non è più solo un modo per raccogliere e archiviare informazioni: ora adatterà i profili social alle esigenze dello Stato», avverte la politologa Tatiana Stanovaja. «La legge sulla cartolina digitale è il primo tentativo dello Stato russo di introdurre elementi di totalitarismo digitale, ma certamente non sarà l’ultimo».
(da La Repubblica)
Leave a Reply