I CLUB CONTRO LA CASTA DA STADIO, GUERRA AI BIGLIETTI GRATIS
DA PESCARA A ROMA, TAGLI AI POSTI PER I POLITICI… E GASPARRI S’INFURIA: “LA SOCIETA’ PENSI AI RISULTATI”
Il politico scroccone, spiaggiato in tribuna autorità , insegue il pallone e le telecamere: ormai è una specie che rischia l’estinzione.
Va protetta, va salvata.
I tifosi pescaresi, solidali, hanno montato un video di pochi minuti eppure particolarmente toccante: “Adotta un consigliere comunale, campagna di sensibilizzazione a favore dei poveri indigenti amministratori locali”.
A Pescara è successo. Anni e anni di serie B e C, di poltroncine piegate con sbadigli e sconfitte.
Adesso, proprio adesso che il Pescara ritorna in A: no, incredibile.
Però dovete crederci anche se vi sembra impossibile. Ma è successo.
La società ha eliminato i 160 biglietti gratuiti che garantivano all’assessore uno struscio perlomeno di gomito con il presidente Massimo Moratti o il rampollo Andrea Agnelli.
Niente. Dovete pagare, dicono.
E voi, rinfrancati, v’immaginate il politico pescarese che riscatta la categoria,tumula il livore contro la casta e libera i portafogli dei colleghi.
Non immaginatevi questo, per favore.
A Pescara hanno chiamato i Carabinieri prima di ospitare l’Inter: dovevano spulciare la lista dei fortunati su richiesta di Fausto Di Nisio (Idv), ma neanche l’appuntato e il brigadiere sono riusciti a forare la muraglia.
Renato Ranieri (Pdl), che preside la commissione Finanze, e l’euro lo maneggia, s’appella all’articolo 26 del regolamento comunale: “Il testo stabilisce che il Municipio decide chi può transitare per lo stadio”.
Qualcuno poteva citare Totò, Peppino e la Malaffemmena: persino le galline raggiunsero Milano in treno. Non erano vietate, le galline. E l’articolo 26 non esisteva.
A Roma la faccenda è più seria. Perchè il Parlamento è abituato a riunirsi in seduta plenaria in quello spicchio di Olimpico che chiamano Tribuna Monte Mario Vip. Tutta d’un fiato.
Le fusioni (ed effusioni) calcistiche funzionano, meglio di qualsiasi coalizione: tifano insieme Massimo D’Alema, Maurizio Gasparri, Francesco Rutelli, Walter Veltroni, Mario Baldassari, Cesare Previti, Franco Baccini, Clemente Mastella.
E se volete una lista più completa, basta consultare i siti di Camera e Senato.
Pochi ne mancano. Pochi rinunciano a una passerella in notturna, soprattutto.
Quando i disgraziati tifosi sormontano codoni per acquistare un biglietto per una partita di cartello, i politici compongono il numero di Roma e Lazio oppure s’affidano al Coni.
Anche perchè, di questi tempi cupi, meglio non chiamare nè Claudio Lotito nè gli americani giallorossi.
Il Coni sottrae incassi, milioni veri per le società , e non molla i 550 posti liberi (per la Roma): tagliandi che vanno distribuiti con un criterio non propriamente olimpico.
La Roma ha ridotto il lusso per i politici.
Quando gli americani si ritrovarono più di mille poltroncine riservate, il presidente Thomas Dibenedetto osservò: “In America il settore migliore viene venduto a prezzi più cari. La status symbol non è essere in tribuna gratis, ma comprarsi il biglietto”.
Ci vuole coraggio per spiegarlo a Gasparri: “La società pensi ai risultati”, che lui si concentra per arraffare un sediolino riscaldato.
Non un’operazione semplice. Perchè gli americani quei mille riservati li hanno fatti diventare prima 250 e ora 200: come mettere il Parlamento nella ventiquattrore. Questa è la capitale.
E il direttore generale Franco Baldini l’ha ricordato pubblicamente: “Un primo grande problema sono i biglietti. È difficile spiegare alla proprietà la chimera del biglietto gratuito”.
La Roma, però, insiste: mette in vendita centinaia di biglietti – in quel riparo che fu per vecchi tromboni e giovani politici — a prezzi elevatissimi che variano da 6mila e 8mila euro.
A volte , il potere compra: non chiede.
La Roma conosce il rischio (a parte le telefonate) e quel sistema mediatico, infiltrato da politici-tifosi e tromboni, appunto — che cercano di screditare la dirigenza per un biglietto negato.
Anche questo è successo, davvero, e siamo a Roma.
A Milano rivendicano il privilegio: “Fermate le ipocrisie, al Meazza si parla di politica”, spiegò ad Affaritaliani, e con una certa convinzione, il capogruppo Carmela Rozza (Pd).
Non buttano così 320 tagliandi per assistere a qualsiasi incontro di Milan o Inter, tutti destinati al Comune che poi li consegna a mano.
Forse quest’anno la metà verrà donata.
Questo è il piano in vigore per la stagione 2012/13, ecco la rosa di Giuliano Pisapia: 4 biglietti a partita per il sindaco, 2 a ciascuno per i 12 assessori e 48 per i consiglieri consiglieri.
A Parma, Palermo, Firenze, Napoli si combattano le stesse battaglie: società di qua, politici di là .
Al Bentegodi di Verona, solitario e con la solita aria triste, il presidente Luca Campedelli (Chievo) si guardò intorno e disse: “Perchè queste poltroncine sono per il Comune?”.
Carlo Tecce
(da “Il Fatto Quotidiano“)
Leave a Reply