I GIORNALISTI DIPENDENTI DELLE TESTATE DEL GRUPPO FONDATO DA DANIELA SANTANCHÈ VENIVANO IMPIEGATI ANCHE DURANTE IL REGIME DI SOLIDARIETÀ, E LE ORE LAVORATE VENIVANO CONTABILIZZATE COME “RECUPERO FERIE”
LE TESTIMONIANZE: “DANIELA SANTANCHÈ LO PRETENDEVA MA NE ERANO A CONOSCENZA TUTTI, COMPRESO IL DIRETTORE EDITORIALE DIMITRI KUNZ”…I CONTRIBUTI NON VERSATI ALL’INPGI, IL FU ISTITUTO DI PREVIDENZA PER GIORNALISTI POI FALLITO E CONFLUITO NELL’INPS
Non solo truffa ai danni dell’Inps ma anche dell’allora Inpgi, l’Istituto di previdenza dei giornalisti italiani. La ministra del Turismo Daniela Santanchè, il compagno Dimitri Kunz e il direttore del personale di Visibilia Editore Spa, Paolo Concordia, sono indagati anche per truffa ai danni dell’ente poi confluito nell’Inps, perché anche redattori e grafici di alcune riviste del gruppo risultavano in Cassa Covid, ma venivano fatti lavorare lo stesso, con un danno per l’ente che viene calcolato in 36.655 euro.
Una ipotesi di reato sempre commessa con artifici e raggiri che, nel caso dei giornalisti, consistevano nell ’aver fatto risultare nel Libro unico del lavoro la retribuzione decurtata delle giornate indicate dall’azienda come sospese (sei giorni mensili) mentre i dipendenti erano occupati a tempo pieno.
È un dettaglio dell’avviso di conclusione indagini che i pm di Milano hanno recapitato ai tre indagati il 22 marzo scorso e che emerge proprio nel giorno in cui a Montecitorio il centrodestra decide compatto che va tutto bene, madama la marchesa, respingendo con sdegno la mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni
I dipendenti in questione sarebbero almeno tre, tutti impiegati nella realizzazione della rivista Pc Professionale. Quelli di Ciak, Novella 2000 e di altre testate del gruppo erano stati già licenziati o sostituiti con service esterni prima che scoppiasse la pandemia. Non senza che si trascinassero per anni situazioni in realtà analoghe, con giornalisti in regime di solidarietà che venivano fatti lavorare lo stesso, salvo contabilizzare le ore lavorate come “recupero ferie”.
Insieme a contributi previdenziali obbligatori che non venivano versati all’Inpgi anche a distanza di due anni. Nel frattempo, la legge di Bilancio 2021 ha stabilito che dal 1º luglio 2022 la gestione principale dell’Inpgi, che quando l’ente era autonomo sostituiva l’Inps per le pensioni dei giornalisti professionisti assunti, è stata assorbita nell’Inps dopo il dissesto dei conti.
La storia non è del tutto inedita per il Fatto, che a luglio 2023 aveva raccontato quel che già accadeva nelle riviste che la Santanchè comprò a prezzi stracciati da Mondadori nel 2014 facendole rientrare sotto l’insegna di Visibilia […] La loro testimonianza documentava il calvario per vedersi riconosciutele proprie ragioni .
“Noi non eravamo in cassa Covid ma in contratto di solidarietà, […] ci facevano lavorare anche nei giorni coperti dal sussidio pubblico erogato per non farlo”, raccontava uno di loro. La prassi era che a fine mese quei giorni venivano segnati “su un foglio interno e non ufficiale” come ferie da recuperare e la contabilità dei giorni residui veniva confermata dall ’ufficio del personale.
“Daniela Santanchè lo pretendeva ma ne erano a conoscenza tutti, compreso il direttore editoriale Dimitri Kunz”. […] Il 18 febbraio 2016 il Fondo pensione complementare avvisò i giornalisti di Ciak che l’azienda non versava le quote. Nello stesso periodo analoga comunicazione ricevettero i giornalisti della testata storica Novella 2000, con indicazione che l’azienda non versava nulla da due anni per loro conto.
(da il Fatto quotidiano)
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