I LAVORATORI ITALIANI SONO I PIU’ TASSATI D’EUROPA
IL CARICO FISCALE SUL LAVORO IN ITALIA E’ ARRIVATO AL 44% CONTRO UNA MEDIA UE DEL 34,4%… NELLA PRESSIONE FISCALE COMPLESSIVA L’ITALIA E’ AL QUARTO POSTO CON IL 43,3%, CONTRO UNA MEDIA UE DEL 37,5%
In Italia è record delle tasse sul lavoro. Secondo un rapporto della Commissione europea, nel nostro Paese il carico fiscale (compresi oneri e contributi sociali) alla fine del 2007 è balzato, dopo anni di graduale discesa, al 44%, ovvero al livello più elevato della UE.
I dati di Eurostat indicano come dal punto di vista della pressione fiscale complessiva l’Italia col 43,3% si classifichi, insieme alla Francia, al 4° posto tra i Paesi Ue, dopo Danimarca, Svezia e Belgio, ma ben al di sopra della media Ue del 37,5%.
A pesare di più sul dato complessivo italiano è il cosiddetto cuneo fiscale che continua a gravare sul costo del lavoro.
In questo campo l’Italia è passata a guidare ampiamente la classifica dei Paesi europei, salendo dal 42,5% del 2006 al 44% del 2007.
Un’impennata che lascia indietro la Svezia e il Belgio.
Nel rapporto della Commissione Ue si legge che “al contrario della maggior parte degli altri Paesi europei, in Italia l’imposizione fiscale sul lavoro è aumentata in maniera notevole fin dalla metà degli anni ’90”.
Per le imprese c’e’ stata una riduzione invece negli ultimi dieci anni un po’ in tutta Europa, ma con il nostro 31,4% si rimane comunque sopra la media Ue del 23,5%.
In Italia intanto la ripresa economica sembra molto lontana, almeno stando ai dati su fatturato ed ordini registrati ad aprile.
Secondo l’Istat, il calo del fatturato è del 22,2% rispetto allo stesso periodo del 2008, mentre gli ordinativi registrano un – 32,2%.
Molto negativo è il dato trimestrale: le variazioni congiunturali segnano un -7,4% per il fatturato e un – 8,3% per gli ordini rispetto al trimestre precedente.
Nella produzione di auto c’è un debole segnale positivo ( + 4.6% gli ordini nazionali, trainati dagli incentivi), ma un tracollo degli ordini che arrivano dall’estero (- 44,5%).
Da parte delle associazioni dei consumatori si avanza la richiesta, in sintonia con Confindustria, di procedere subito sulla strada delle liberalizzazioni.
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