I MAGLIARI DI “FRATELLI D’ITALIA”, DECADENTI CONTRABBANDIERI DI MERCE CONTRAFFATTA
UNA DESTRA REAZIONARIA SENZA AMBIZIONE, TRA PESCA DELLE OCCASIONI E UFFICIO DI COLLOCAMENTO… SI LAMENTANO DI ESSERE STATI ABBANDONATI DAL PADRE, MA SAREBBE ALMENO ONESTO RICORDARE CHE IL PADRE HA PORTATO A FARE MINISTRI PERSONAGGI CHE SENZA DI LUI PULIREBBERO I CESSI
Il congresso-passerella di Fratelli d’Italia ha chiuso il ciclo degli equivoci: chi voleva rivedere assieme quasi tutti gli artefici dello sfascio della destra italiana, ha potuto conservare la foto ricordo dell’evento.
Non tutti: qualcuno è rimasto direttamente in Forza Italia, senza perdere tempo nel far finta di operare distinguo, altri come Storace lanciano la pannelliana “doppia tessera” per crearsi l’alibi di prossime candidature in Forza Italia, altri stanno alla finestra in attesa del lancio di qualche osso per accorrere festanti e scodinzolanti.
Neanche la disperazione ha indotto i superstiti a salire su una comune scialuppa di salvataggio: troppe le ambizioni più dei rancori tra gli ex An. Che hanno pagato l’operazione “usa e getta” del loro padrone di casa, deciso a diminuire la loro influenza correntizia nell’ex Pdl.
Silvio ha capito a tempo debito che certi maggiordomi avrebbero reso meglio i loro servigi in un partito parallelo che permettesse di raccogliere la componente di destra, liberandosi di petulanti e talvolta arroganti questuanti.
Così è nato il partito “affiliato”, sullo stesso criterio delle squadre satellite dove il Milan parcheggia i giocatori di terza fascia.
Esperimento che alla politiche gli ha permesso, attraverso mini-partiti gregari, di raschiare il fondo del barile dei consensi. E, come sempre, ha distribuito qualche briciola per sfamare gli appetiti più incontenibili, da buon stratega quale è.
La premessa è necessaria perchè Fratelli d’Italia e la successiva aggregazione di Alemanno e di qualche altro sfrattato non sarebbe altrimenti mai nata e tutti ancor oggi starebbero al calduccio nella Casa madre come hanno fatto per anni raccogliendo ministeri, posti da sottosegretari, cariche di sindaco e di governatori.
Hanno votato di tutto, loro che ora si richiamano all’etica in politica, senza battere ciglio, dalle leggi ad personam all’affogamento dei profughi, da leggi liberticide a provvedimenti che hanno massacrato la nostra economia.
Non hanno avuto vergogna, loro che si richiamano ai valori patriottici, a governare insieme a chi usava il tricolore come carta igienica.
Neanche, loro che a parole amano la legalità , a difendere in aula inquisiti per camorra e corruzione.
Nessuno di loro allora voleva uscire dall’euro, al massimo volevano entrare in qualche consiglio di amministrazione.
O magari rappresentavano senza battere ciglio il nostro Paese nei rapporti con la Ue.
Da mesi “senza paura” e senza vergogna cavalcano la liberazione dei nostri due marò fingendo di dimenticare che il responsabile politico del loro arresto è proprio tra le loro fila, avendo voluto far scortare, per il solito bullismo esibizionista, le navi commerciali da nostri militari, contro ogni logica e persino contro il parere degi stessi armatori.
La Meloni, rispondendo alle critiche di Fini che li ha definiti “bambini viziati”, ha sostenuto che “siamo dovuti crescere troppo in fretta e cavarsela da soli, come sempre accade a quei ragazzi che vengono abbandonati dal loro padre, che a un certo punto scappa di casa”…
Dimenticando un dettaglio: che Fini li ha lasciati ministri, in posti di potere, con vitalizio assicurato dopo anni di parlamento, non certo con le pezze al culo.
Sono cresciuti negli agi e Fini ha permesso a molti di loro di raggiungere traguardi impensabili per chi spesso aveva dimostrato al massimo la capacità di pulire i cessi.
Fini ha commesso molti, troppi errori, ma forse il più grave è quello di non aver praticato l’aborto terapeutico verso la gran parte della classe dirigente che ha partorito negli anni.
Quella che lo criticava di nascosto al bar, salvo poi chiedere perdono e genuflettersi ai suoi piedi.
A differenza di altri che l’hanno contrastato a viso aperto pagando di persona e togliendo tanti anni fa il disturbo.
Una classe dirigente si fonda sulla credibilità e sulla coerenza del percorso, non si misura cavalcando penosamente battaglie altrui, oggi leghiste e domani grilline, proponendo strampalate teorie di uscita dell’euro o incentivi all’evasione fiscale, in un confuso pantheon di riferimento dove mancano giusto Wanna Marchi e qualche magliaro che appioppa materassi in Tv.
Tutto per raccattare qualche voto da portare in dote a palazzo Grazioli come da mandato ricevuto e continuare a prendere per il culo gli italiani.
Senza paura, senza pudore e senza vergogna.
La destra del futuro è altra cosa.
Saluto ai reduci.
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