I PATRIOTI EUROPEI DI OPEN ARMS E SEA WATCH 3 SBARCANO A MESSINA E TARANTO 237 PROFUGHI SALVATI AL LARGO DELLA LIBIA
EFFICIENZA LAMORGESE: “ACCORDO PER LA RIDISTRIBUZIONE IMMEDIATA IN ALTRI QUATTRO PAESI EUROPEI”
La Sea Watch 3 a Taranto, la Open Arms a Messina. Hanno un «pos», un porto sicuro in cui potere far sbarcare i migranti, le due navi Ong che la scorsa settimana hanno recuperato 237 migranti in acque internazionali davanti alla Libia.
Le due navi erano in attesa da giorni del «pos» ed è arrivata la comunicazione ufficiale del Viminale, accompagnata dalla precisazione che «Francia, Germania, Portogallo e Irlanda hanno già dato la loro disponibilità ad accogliere i richiedenti asilo a bordo», sulla base della procedura di redistribuzione dei migranti a livello europeo avviata dalla Commissione Ue anche sulla scorta del pre-accordo di Malta dello scorso autunno.
La Sea Watch 3, nave della omonima Ong tedesca, ha a bordo 119 persone recuperate in poche ore in tre diversi interventi, giovedì della scorsa settimana.
La Open Arms, della omonima Ong catalana, ne ha salvati 118 con due interventi avvenuti venerdì scorso.
Molte le donne e i bambini a bordo delle due navi che in questi giorni hanno dovuto affrontare forte maltempo, perfino una violenta grandinata, e mare molto mosso. «Speriamo di arrivare presto a un meccanismo automatico di sbarco e redistribuzione – dice il fondatore della Ong spagnola, Oscar Camps – senza gli sporchi accordi con la Libia
I migranti raccontano tutti i mesi, a volte anni, di privazioni, stenti e violenze in Libia in attesa di poter partire.
Negli stessi giorni della scorsa settimana, in qualche caso nelle stesse ore, nelle quali i soccorritori delle due Ong recuperavano i 237 migranti, nel mare davanti alla Libia – e in alcuni casi anche davanti agli stessi occhi degli equipaggi delle navi Ong – in centinaia venivano riportati indietro dalla Guardia costiera libica, anche con la forza. L’Oim, l’organizzazione dell’Onu per le migrazioni che assiste i migranti sui moli dei porti libici, stima nei primi giorni dell’anno il rientro nel paese africano in guerra di quasi mille persone, la maggior parte a Tripoli: 953, tra cui 136 donne e 85 bambini: «Quasi tutti sono stati ricondotti in Libia dalla guardia costiera libica e solo un ritorno con 60 persone è stato operato da una nave commerciale», ha detto un portavoce dell’Oim a Ginevra. I 60 avevano anche tentato di opporsi allo sbarco, inutilmente. Negli stessi giorni, la Guardia costiera libica ha recuperato – dice sempre l’Oim – i corpi di 23 migranti: «L’attuale improvviso aumento delle partenze è particolarmente allarmante, data la capacità molto limitata di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo».
L’unica nave umanitaria rimasta davanti alle coste africane è la Ocean Viking di Sos Mediterranee e Medici senza frontiere, attualmente tra la Tunisia e Lampedusa.
(da agenzie)
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