I QUATTRO ANNI DA MINISTRO DELLA GIOVENTU’ NEL GOVERNO BERLUSCONI NON HANNO INSEGNATO A GIORGIA MELONI COME VA GESTITO IL POTERE: DIALOGO, TRATTATIVA, COMPROMESSO
LA MINACCIA BAGNATA DEL VOTO ANTICIPATO, FATTA TRAPELARE SUL “CORRIERE” NON TIENE CONTO DI MATTARELLA (È IL CAPO DELLO STATO A SCIOGLIERE LE CAMERE) E TANTO MENO DEGLI ELETTORI: CON IL 30% SCARSO, SENZA LEGA E FORZA ITALIA, MELONI GOVERNA SOLO A CASA SUA … NON SOLO, IL PARTITO DI MARINA E PIER SILVIO CONTINUERÀ A FARSI MALTRATTARE COME UN SERVO DI SCENA O PREFERIRÀ SALTARE IL FOSSO E ALLEARSI CON IL PD DI ELLY SCHLEIN?
Dopo due anni abbondanti, Giorgia Meloni non ha ancora imparato come si gestisce il potere.
Malgrado la sua presenza come ministro della Gioventù (dal 2008 al 2011), in quota PDL nell’ultimo governo Berlusconi, invece di fare sua la lezione del Reuccio di Arcore, che convocava gli alleati di governo intorno ai famosi “caminetti” per dialogare, trattare, mediare, risolvendo i dissidi politici con il compromesso detto “Lodo Silvio”, la Ducetta cede sempre alla durezza e alla spigolosità del suo carattere borgataro, mostrando il pugno di ferro da Marchesa del Grillo: “Qui comando io” e non ha alcuna disponibilità con i sempre indispensabili alleati ad attenersi ai tre passaggi che impone la cultura del potere: dialogo, trattativa, compromesso.
L’ultima riprova si è avuta con l’ultima frase dal sen fuggita, repentinamente riportata dalla giornalista Monica Guerzoni sul “Corriere della Sera”: “Se Matteo e Antonio continuano, faccio saltare il governo e porto tutti al voto”.
Abbiamo perso il conto delle volte che gli otoliti in subbuglio hanno spinto la Ducetta a minacciare di sfanculare la maggioranza e andare a elezioni anticipate.
Un ragionamento che non fa i conti con Sergio Mattarella (è il capo dello Stato a sciogliere le camere) e con gli elettori: con il 30% scarso di Fratelli d’Italia, la Meloni senza Lega e Forza Italia non governa.
Non solo: la statista della Garbatella deve fare i conti anche con la crisi di voti e di dissidi interni di un Salvini in caduta libera. Altra domanda: il partito di Marina e Pier Silvio continuerà a farsi trattare come un servo di scena o preferirà saltare il fosso e allearsi con il Pd?
(da Dagoreport)
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