I RIMPATRI DEI “CLANDESTINI” SONO OSTACOLATI DALLA LEGGE BOSSI-FINI
DALL’ACCOMPAGNAMENTO ALLA FRONTIERA ALL’ALLONTANAMENTO VOLONTARIO FINO AL REATO DI CLANDESTINITA’ CON OBBLIGO DELL’AZIONE PENALE: NORME SBAGLIATE E INAPPLICABILI, MA NESSUNO HA IL CORAGGIO DI CAMBIARLE
Nei giorni scorsi abbiamo seguito un paio di rimpatri forzati, uno in Tunisia e uno in Nigeria.
Non abbiamo ancora parlato del perchè è così difficile rimandare a casa chi non ha il diritto di rimanere nel nostro Paese.
Immaginate di dover scrivere una legge sull’immigrazione per impedire di risolvere il problema dei clandestini. Una legge che impedisca, di fatto, l’espulsione degli irregolari.
Lasciate perdere, non perdete tempo. Quella legge esiste già . Si chiama Bossi-Fini. Se è molto difficile espellere le persone lo dobbiamo proprio a quella legge e alle norme successive.
Non ci credete? Rileggiamo la storia di questo Paese in tema di espulsioni. Cominciando con il numero degli irregolari in Italia.
Il valore è passato dalle 750 mila unità del 2002 alle 491 mila del 2017. A partire dal 2011 si è avuta un’importante riduzione, per poi riguadagnare numerosità dopo il 2013, per effetto della crescita degli sbarchi.
Tenete conto che nel frattempo la popolazione straniera regolarmente residente in Italia è notevolmente aumentata.
Da meno di un milione e mezzo nel 2002, a più di tre milioni e mezzo nel 2010, a cinque milioni nel 2017.
Dal 2,4% nel 2002, al 6,2% nel 2010, all’8,3% nel 2017.
A partire dagli anni ottanta ci sono state sanatorie, regolarizzazioni e decreti flussi. Per esempio i 647mila immigrati regolarizzati con legge Bossi-Fini (legge 189/2002). E’ stata la sanatoria più ampia mai realizzata in Europa. (credo uguagliata da una spagnola nel 2005).
Il decreto flussi del 2006 portò in Italia 170.000 cittadini stranieri. Visto che le domande erano state (come sempre) molte di più, ci fu il decreto flussi del governo Prodi che regolarizzò le domande eccedenti (altri 350.000).
Dopo il numero di irregolari, vediamo ora il numero delle espulsioni.
Con l’introduzione della legge Bossi-Fini del 2002 è diventato sempre più difficile espellere gli irregolari.
Il motivo? Perchè la Bossi-Fini contiene qualcosa di irrealizzabile. Per la legge tutte le espulsioni vanno effettuate con accompagnamento alla frontiera. E non è possibile. Per i costi esorbitanti e perchè mancavano (mancano tutt’ora) accordi con tutti i Paesi di provenienza.
Si potevano peggiorare le cose? Certo. Visto che non si riusciva ad espellere la gente, nel 2011 pensarono bene di introdurre un decreto legge, l’89/2011. Quel decreto sostituì, all’espulsione forzata, l’allontanamento volontario.
Non è tutto. Nel frattempo nel 2009 si erano inventati il reato di clandestinità .
Con una differenza rispetto agli altri paesi. L’obbligatorietà dell’azione penale. E ci hanno messo pure un’ammenda. Che nessuno è in grado di pagare.
Con il reato di clandestinità deve esserci un processo anche quando magari c’è una minima possibilità di espulsione immediata. Nel frattempo nessuno può essere messo in carcere nemmeno in via temporanea con l’arresto. Tutti in giro in attesa del processo.
La Bossi-Fini è una legge sbagliata. Ha ridotto notevolmente la possibilità di espellere i clandestini. Per non parlare della altre norme, come il foglio di via e il reato di clandestinità .
Il problema vero però è un altro. Tutti sanno che quelle norme sono sbagliate o inapplicabili. Ma nessuno si preoccuperà mai di cambiarle.
Quelle norme, per ragioni politiche, sono state fatte passare come autentici cani da guardia contro l’immigrazione illegale. E la gente ci ha creduto. E vi dirò di più.
I clandestini in Italia sono effettivamente un problema. Quando diventano schiavi nei campi o quando vengono arruolati nella criminalità . O quando sono costretti, senza alternative, a delinquere anche solo per mangiare.
E’ giunto il momento di smetterla di usarli come capri espiatori per i propri tornaconti politici. E fare nuove leggi. Che mettano al primo posto la soluzione del problema, e non il proprio consenso e il numero dei voti alla prossima tornata elettorale.
Va beh, come non detto.
Johannes Bà¼ckler
(da “NextQuotidiano”)
Leave a Reply