I TRE ANGELI CHE HANNO SALVATO KELVIN (ALL’INSAPUTA DI “LIBERO” E DE “IL GIORNALE”)
ISAK NOKHO, FEDERICO RAMPAZZO E MOHAMMED EMSI DIOP SI INCONTRERANNO A TORINO: “E’ NATA UNA FRATELLANZA TRA NOI”
Alla fine diventeranno amici.
Isak Nokho, Federico Rappazzo e Mohamed “Emsi” Diop si incontreranno presto, dopo aver salvato da probabile morte per schiacciamento il piccolo Kelvin, il bimbo cinese che si trova tuttora ricoverato all’ospedale Regina Margherita di Torino, in seguito ai fatti di piazza San Carlo di sabato scorso.
Lunedì 5 giugno Isak – che è di Fucecchio – ha incontrato la madre del piccolo, regalandole una maglia della Juve recuperata nella calca. Isak lì ha conosciuto Federico, che nelle foto si vede proteggere col proprio corpo il bimbo ferito.
E poi Mohamed, senegalese come Isak, che Kelvin l’ha tirato fuori dal mucchio.
Isak ieri ha parlato con gli altri due “eroi” di questa vicenda e ci ha raccontato che presto si incontreranno: «Voglio tornare a Torino già in settimana, stavolta senza giornalisti, perchè voglio parlare con loro. E poi magari invitarli a Fucecchio, nel mio paese, perchè si è cittadini del luogo in cui si vive. E’ una nata una fratellanza fra di noi, abbiamo fatto la cosa che ci sembrava giusta in quel momento. Chi si è speso per evitare conseguenze peggiori si merita tutto il bene di questo mondo. Intanto io ora posso tornare alla vita normale, anche se ieri la gente mi guardava in maniera diversa ed io non ci sono abituato».
Isak ci ha raccontato che dopo aver parlato con la madre di Kelvin è riuscito finalmente a dormire dopo due nottate insonni: «Sì, quando sono tornato sono crollato, perchè ero felice, mi ero tolto un peso che mi attanagliava da sabato. Invece ieri mattina sono uscito di casa col sorriso, quando ho incontrato i bimbi del Ciaf dove faccio il servizio civile loro sorridevano. E’ stata un’esperienza bellissima».
L’incontro di Isak, Mohamed e Federico è il simbolo della società di oggi: due ragazzi senegalesi (uno che vive a Torino, uno a Fucecchio) e un ragazzo di Torino di origini siciliane, che si trovano per caso in una situazione impensabile e che – ignorando l’esistenza l’uno dell’altro – diventano protagonisti di un atto di altruismo che ha lasciato il segno, in loro stessi e negli altri.
(da “il Tirreno”)
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