IL BLUFF DEI DUE BERLUSCONI
IL PARTITO DEI FALCHI E LA CAMPAGNA CONTRO IL PREMIER… MA GRAN PARTE DEL PDL HA PAURA DEL VOTO
Il Paese brucia”, come tuona l’Italia dei Valori ma Silvio Berlusconi continua a ragionare in base ai propri interessi, come ha sempre fatto nel suo ventennio breve. Anche per questo, il Cavaliere, di nuovo dominus del Pdl e del centrodestra, prenderà la sua decisione sulle urne anticipate in autunno all’ultimo giro possibile.
Ovviamente non in nome della responsabilità e della coesione nazionale, secondo lo schema Napolitano-Monti che ha preso in contropiede i tre partiti della strana maggioranza (Pd, Pdl e Udc).
Semmai, il contrario.
Berlusconi, infatti, potrebbe risolversi a favore del voto a novembre nel momento più nero del governo sobrio di Mario Monti.
Quando magarì lo spread s’impennerà verso quota 600, con l’Unione europea bloccata e impotente.
A quel punto, come sostengono vari falchi a lui vicini, la tentazione sarebbe troppo forte e grande: andare davanti al popolo sovrano e gridare finalmente la sua verità : “La colpa dello spread l’estate scorsa non era mia, anzi con Monti va peggio ancora”.
A suggerire questa accelerazione sarebbero i soliti sondaggi della fidata Ghisleri.
Due i punti sottolineati da B. in modo ossessivo: l’85 per cento di quel che resta degli elettori del Pdl è contro Monti e la gran parte degli scontenti di centrodestra emigrati verso Grillo o l’astensionismo. Non solo.
A far propendere il Cavaliere per le urne autunnali potrebbe essere il no di Pier Luigi Bersani, che vorrebbe le elezioni nella primavera del 2013.
B. è molto attento alle mosse del segretario del Pd. È stato così anche meno di un mese fa. Argomento, sempre il voto anticipato.
Dopo la svolta di Fiuggi di Berlusconi (“Torno se mi date il 51 per cento”), Bersani ebbe uno sfogo con alcuni giornalisti: “A questo punto Berlusconi vuole il voto anticipato”.
A Palazzo Grazioli, residenza privata di B. a Roma, incassarono con stizza: “Bersani intesta al presidente un proprio desiderio personale. È il segretario del Pd che vuole il voto in autunno per conservare il Porcellum”.
Insomma, la solita storia che va in scena dall’inizio della parentesi tecnica.
Cioè: in realtà Berlusconi e Bersani avrebbero spesso la stessa posizione.
Venti e passa giorni fa, il voto anticipato. Oggi ne avrebbero paura.
Sondaggi permettendo, appunto, per il Cavaliere.
Se l’ex premier dovesse davvero smettere di tentennare quotidianamente e andare alla guerra d’autunno, farebbe una campagna elettorale in quattro punti: no tasse (Imu ed Equitalia); dismissioni per pagare il debito pubblico; ridefinire l’euro; riscrivere i trattati dell’Ue.
Nel Pdl, la sua linea già fa sognare i falchi come Daniela Santanchè e gli ex An. Ovviamente, il candidato premier sarebbe lui, sommando caos ad altro caos sulle macerie del Pdl.
Che farebbero i responsabili di Liberamente (già corrente in quota Letta-Bisignani) Frattini e Gelmini, aspiranti ministri in un governo politico della Grande Coalizione perpetua?
Senza contare il duello di manifestazioni lungo l’asse Roma-Mila-no di giovedì 26 luglio.
Nella capitale i fautori delle primarie guidati dall’ex An Andrea Augello.
Al nord, il redivivo Diego Volpe Pasini che ha organizzato “Sognando Forza Italia”.
Ecco perchè, ancora una volta, le mosse del Cavaliere potrebbero sciogliersi nel solito bluff.
Tatticamente, in ogni caso, ha un alleato nell’Udc di Casini, leader del montismo eterno consacrato al più presto possibile.
Un esponente del Pd vicino a Bersani riassume così la confusione in corso generata dalla sobria voglia di voto anticipato: “Nei partiti quelli che fanno il tifo per l’autunno pensano solo al loro tornaconto personale”.
Incluso l’amico Casini, naturalmente.
Fin qui, il centrodestra che tifa per le elezioni anticipate e s’intesta un presunto sì di B. a questa ipotesi.
Poi c’è il resto, che è la maggioranza.
In teoria, tantissimi i contrari, dal presidente del Senato Schifani al capogruppo della Camera Cicchitto. Ma, si sa, a comandare è tornato Berlusconi e solo lui prenderà la decisione finale. La schiera del no al voto tratteggia un Cavaliere diverso da quello raccontato dai falchi: “Il presidente ha bisogno di tempo, non è ancora pronto, qui bisogna riorganizzare tutto”.
C’è un Berlusconi per ogni tesi, a favore o contro il voto anticipato.
Anche a prescindere dalla legge elettorale. Magari, se la crisi precipitasse non ci sarebbe neanche il tempo per cambiare il Porcellum.
Questo un retropensiero ascoltato tra le prime file del centrodestra.
Senza sottovalutare la tentazione di un nuovo asse con la Lega.
Rivela Roberto Maroni: “Ho incontrato Berlusconi e gli ho chiesto di togliere il sostegno a Monti qualosa lo spread fosse salito sopra i 500 punti. Lui non mi ha detto sì ma lo spread non aveva ancora toccato quella quota. Dopodichè lo incontrerò nei prossimi giorni per dirgli di considerare questa cosa”.
Un ex ministro di centrodestra, invece, però è molto scettico: “Monti e Napolitano hanno fatto solo pressione. Non ci sono i tempi. Con il Parlamento sciolto a fine settembre, si voterà a metà novembre, se non a dicembre. Ipotesi remotissima”.
Spread permettendo.
Fabrizio D’Esposito
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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