IL CAPPELLANO DI VILLA BERETTA: “ALEX E’ UN UOMO D’ACCIAIO, ABBIAMO SCOMMESSO SU DI LUI”
“QUI LA VERA FORZA E’ IL PAZIENTE E NON IL MEDICO”… “LA MOGLIE E IL FIGLIO DUE PERSONE STRAORDINARIE, DI UN’UMANITA’, COMPOSTEZZA E FORZA INCREDIBILI”
“Certo che ce la farà . Scusi, come fa a non farcela uno che ha sbattuto la testa contro un tir ed è ancora vivo?”. La sua “parrocchia” è questa clinica che riaccende il cervello e rimette in piedi i malati. “Sono qui da nove anni”, dice don Luca Poli.
È il cappellano di Villa Beretta, la nuova casa di Alex Zanardi sulla collina di Costa Masnaga. Ex missionario in Africa, un sacerdote dinamico. Carattere aperto, la battuta sempre pronta.
Padre, ha visto Zanardi?
“Si. L’ho visto in camera in presenza della moglie e del figlio: due persone straordinarie, di un’umanità , di una compostezza e di una forza incredibili”.
Villa Beretta, la clinica che ospita Zanardi. Il primario: “Per pazienti come lui la terapia può durare mesi
Prega per Alex?
“Certo. Prego ogni giorno per lui come per tutti i pazienti della nostra struttura. Abbiamo 90 posti letto, di cui, attualmente, 70 occupati. Sa, il Covid ci ha messi a dura prova. Stiamo tornando a essere quello che siamo sempre stati: una clinica completamente riabilitativa”.
Come sta l’ex pilota?
“Non sono un medico. Non sta a me dirlo. Ma credo che dopo tutti gli esami del caso si stia iniziando con il lavoro. Ecco, mi piace dire ‘incominciamo il lavoro’. Anche se io sono solo il cappellano”.
Lei è ottimista?
“Assolutamente sì. E non lo dico soltanto per fede. Zanardi è un uomo d’acciaio. Come si fa a non essere fiduciosi con un uomo che finisce con la testa contro un camion ed è ancora vivo? Noi abbiamo scommesso su di lui, ce la farà “.
La sua è la forza della fede
“Bisogna sempre affidarsi all’ingegnere che ha progettato la nostra testa (Dio, ndr). Che è come il motore dell’auto. Se ci avesse lasciato anche il libretto delle istruzioni, diciamo che sarebbe tutto più facile. Ma affidiamoci”.
Questo è un luogo di silenzio e di sofferenza
“E di grande eccellenza medica. Anche se la vera forza di Villa Beretta non è il medico ma il paziente”
Può spiegare?
“Qui si lavora su se stessi. In silenzio. E’ come in montagna, bisogna inerpicarsi su sentieri stretti e che a volte fanno mancare l’aria. E’ un cammino lento durante il quale a volte non si intravede nemmeno più la cima. Si va avanti con una lentezza sfiancante. Ma poi il paziente può tornare a vedere oltre, a respirare la vita e a rimettersi in gioco. Cambiato da una ferita che ha lasciato il solco”.
La messa a Villa Beretta
“Una al giorno, alle 16.30”.
Daniela e Niccolò Zanardi sono venuti?
“Si. La forza di Alex sono loro. Mai visto una famiglia così unita e così solare”.
(da “La Repubblica”)
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