IL CARROCCIO SI E’ FERMATO A ROMA: LA LEGA VA ALL’OPPOSIZIONE MA LA VAL SERIANA NON CI CREDE PIU’
VIAGGIO TRA GLI ABITANTI DI UNA VALLE CHE HA DATO IN PASSATO ANCHE L’80% DEI CONSENSI ALLA LEGA… “SONO STATI A ROMA PER ANNI: SI SONO RIEMPITI LE TASCHE E LA PANCIA, TANTE PROMESSE MA NON ABBIAMO VISTO NIENTE, ALTRO CHE ROMA LADRONA, E’ LA LEGA LADRONA”…”QUA BOSSI E MARONI NON SI FANNO PIU’ VEDERE, TIRA BRUTTA ARIA PER LORO”…E LA LEGA HA GIA PERSO TANTI COMUNI
Troppo tardi. “Non si può scendere dal treno quando è deragliato”.
Con il buio in Val Seriana c’è un freddo che fa male.
Dai monti scende un vento scuro e la vita si rifugia nelle case con le finestre illuminate di chiaro e di violetto: la televisione.
Si guarda il telegiornale dopo cena — perchè qui ci si alza all’alba per lavorare — e si commenta in dialetto.
Soprattutto quando sul video passano loro, Umberto Bossi, Roberto Maroni.
Siamo nel cuore del Nord leghista, nella valle bergamasca dove il Carroccio sfiorò l’80 per cento: addio alla vecchia Dc, la svolta che prometteva di cambiare l’Italia partiva da queste valli dimenticate da Dio.
Qui nel 1990 il Senatùr e i suoi conquistarono il loro primo sindaco, Franco Bortolotti di Cene.
Eccolo, “il Roberto”, perchè Maroni anche se è ministro lo chiamano per nome, che dalla tivvù annuncia la linea: “Se il Parlamento deciderà di votare la fiducia a un nuovo governo passeremo all’opposizione”.
Lo conferma Umberto Bossi: “Faremo opposizione al governo Monti”.
Insomma, si torna alla Lega di lotta.
Ma la reazione è tiepida: “Troppo tardi. Sono stati a Roma per anni, si sono riempiti le tasche e la pancia. Delle promesse che ci hanno fatto non abbiamo visto neanche l’ombra. E adesso si credono di fare finta di niente…”, sibila Elvira Ferrari mentre con un orecchio ascolta la televisione e intanto prepara il cestino che domani il marito porterà in cantiere.
Aggiunge: “Da queste parti Bossi e soci non si fanno più vedere perchè tira una brutta aria. La Lega non ha il coraggio di mettere un chiosco”.
Elvira non è una politologa.
E, però, per capire che aria tiri da queste parti valgono più le sue parole che i discorsi di un pezzo grosso di partito.
Perchè in Val Seriana la politica è roba concreta, “mica tante balle”.
Si fa nelle case, nei bar affacciati sui vicoli. Frasi calate tra una carta e l’altra di una partita a briscola. Valeva ai tempi dei trionfi della Lega, quando in Val Seriana piombavano i reporter del New York Times.
E vale anche oggi: “Altro che Roma ladrona, bisogna dire Lega ladrona”, tuona Giovanni Ongaro, 53 anni.
È stato uno dei leghisti della prima ora, dal 1987 con Bossi, poi in Parlamento. Ma adesso è un nemico giurato del Carroccio: “Bossi, Maroni e company sono diventati più romani dei romani. E i risultati si vedono, stanno perdendo tutta la valle”.
E giù a enumerare i comuni che la Lega ha perso in una manciata di anni: “Gandino, Castione della Presolana, Leffe, Ardesio… perfino Albino, la nostra ‘città ‘ che ha quasi ventimila abitanti”.
Chi l’avrebbe detto? Ha vinto il centrosinistra, mentre il Pdl ha cacciato il sindaco del Carroccio e ha imposto un suo candidato.
Pier Giacomo Rizzi, l’ex sindaco ha corso da solo: “L’ho fatto per far perdere la Lega, e ci sono riuscito. Al ballottaggio ho appoggiato il centrosinistra, perchè hanno ideali diversi, ma sono gente di cui mi fido. Questo governo ha fatto solo danni: più tasse locali, tagli selvaggi e un federalismo che è una patacca. Ad Albino nel 2011 arriveranno 60 mila euro in meno e il prossimo anno ci toglieranno addirittura 600 mila euro. Eccola la Lega al governo!”, non ha dubbi Rizzi.
Spiega: “Il segreto della Lega era la buona amministrazione che partiva dal territorio. Ma poi hanno cominciato a fare affari. Io avevo bloccato le nuove costruzioni perchè qui rischiamo di mangiarci la nostra terra con il cemento… e così sono stato cacciato via perchè non ho seguito la politica palazzinara. Ma la gente non è stupida e ha abbandonato la Lega”.
Alla fine ha vinto Luca Carrara (centrosinistra): “Abbiamo fatto una proposta seria e gli elettori ci hanno premiato. Nella Lega c’era un malumore fortissimo, il partito si era fatto imporre perfino un candidato del Pdl”.
L’imputato numero uno è lui, Bossi.
E pensare che fino a pochi anni fa quando pronunciavi il suo nome quasi si toglievano il cappello. A Pontida, che sta a due passi, correvano tutti ad applaudirlo.
Invece adesso il Senatùr meglio che non si faccia vedere: “Lui e il suo familismo: prima il clan della famiglia Marrone, la moglie. Poi addirittura il figlio, il Trota. Vergogna…”, sbotta Ongaro. Certo, ormai è un avversario politico, con la sua Unione Padana.
Ma tanti la pensano così: “Noi siamo gente che lavora. Bossi ha sempre campato senza lavorare”. I vecchi slogan si ritorcono contro il leader.
La lega non è morta. Se qualcosa, però, sopravvive non è merito dei leader, ma dei sindaci, dei consiglieri comunali.
Cesare Maffeis, il sindaco leghista di Cene, all’inizio mostra sicurezza: “Io ho preso il 67 per cento dei voti. Qui in 20 anni la Lega ha dato un buon esempio di governo. Noi abbiamo un legame personale con la nostra gente”.
Ma poi i problemi vengono fuori: “La Val Seriana aveva il Pil pro capite più alto d’Europa e adesso ogni giorno c’è un’azienda che chiude. Io sto lottando per tenere l’ambulanza medicalizzata qui… non esiste che in trenta chilometri di valle non ci sia un’ambulanza. Non esiste”.
Ecco, la Lega di lotta, ma è dura quando al governo ci sono i tuoi.
Alla fine anche Maffeis ammette: “La base leghista avrebbe desiderato una rottura anticipata, molto anticipata. Ci sono dei problemi, c’è tensione”.
Si sale per la valle, tra le case color pastello, discrete come il carattere degli abitanti.
Tra i capannoni delle fabbriche tessili, delle grandi officine meccaniche.
Sono passati venticinque anni da quando “l’Umberto” saliva su per di qua con la sua Citroà«n Pallas scassata.
Altri tempi: “Adesso ha l’auto blu e pensa alla sua famiglia. Ma noi vogliamo solo che le nostre fabbriche non chiudano e che le nostre tasse non finiscano tutte al Sud”.
Ferruccio Sansa e Davide Vecchi
(da “Il Fatto Quotidiano”)
Leave a Reply