IL CENTRODESTRA E’ UNA POLVERIERA, DAL TRENTINO ALLA SARDEGNA, E’ SCONTRO APERTO SULLA SCELTA DEI CANDIDATI: SALVINI STA FACENDO SALTARE TUTTI GLI ACCORDI E FRATELLI D’ITALIA S’INCAZZA
IL MINISTRO LOLLOBRIGIDA AVEVA MESSO SUL TAVOLO LA NECESSITÀ DI “RIVEDERE IL METODO” DI SCELTA DEI CANDIDATI, PERCHÉ ERA BASATO SUI CONSENSI PRE-ELETTORALI, QUANDO LA LEGA ERA AL 30 PER CENTO E FRATELLI D’ITALIA NON ANDAVA OLTRE L’8 PER CENTO
A guardarli in questi giorni, si fa fatica a definirli «alleati». Lo scontro tra Lega e Fratelli d’Italia ormai viene portato avanti alla luce del sole, senza particolari remore. D’altronde la tensione politica nel governo continua a salire da mesi e così, a cascata, i dissidi ora esplodono anche nei territori, dove è più difficile nascondere la polvere sotto il tappeto.
Il primo strappo avviene in Trentino. Il presidente leghista Maurizio Fugatti rompe i patti sulle nomine in giunta e FdI replica uscendo dalla maggioranza, pur garantendo il sostegno esterno.
Nemmeno 24 ore dopo, in Sardegna, i leghisti appoggiano a sorpresa la ricandidatura del governatore uscente Christian Solinas, sul quale c’erano le note resistenze degli uomini di Giorgia Meloni […] Salvini non si ferma e mette nel mirino anche la Basilicata, Regione guidata da Forza Italia. Il partito azzurro, guidato da Antonio Tajani, per non restare schiacciato punta allora i piedi sulla ricandidatura di Alberto Cirio in Piemonte
Un domino incontrollato, in cui la Lega […] sembra voler giocare una sua partita. Anche al costo di uscire dai binari delle trattative […] La miccia è stata accesa in una delle ultime riunioni di maggioranza, quando il ministro e fedelissimo di Meloni, Francesco Lollobrigida, aveva messo sul tavolo la necessità di «rivedere il metodo» di scelta dei candidati, perché in molti territori quel «metodo» era basato sui consensi pre-elettorali, quando la Lega era al 30 per cento e Fratelli d’Italia non andava oltre l’8 per cento.
Ora che i pesi si sono ribaltati, per Meloni, va tutto rimesso in discussione. Matteo Salvini, in tutta risposta, alza la testa facendo saltare un accordo dopo l’altro. Tanto che si fa fatica a far rientrare il problema, anche a livello nazionale. I colonnelli vicini a Meloni cercano di minimizzare, «il problema non è Salvini, ma i leghisti che nei territori cercano di mantenere il potere», dice uno dei big del partito.
(da agenzie)
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