IL CENTRODESTRA ORA NON HA PIU’ FRETTA, MEGLIO VOTARE AD APRILE
SI SPERA NELLA “RIABILITAZIONE” DI BERLUSCONI E NELL’EFFETTO TRAINO DELL’ELECTION DAY CON LE REGIONALI IN LOMBARDIA, LAZIO E FRIULI
Una data unica, un vantaggio duplice. Il centrodestra si appresta ad ufficializzare la richiesta dell’election day per accorpare le elezioni politiche del 2018 con le Regionali e le amministrative.
Il prossimo anno è zeppo di appuntamenti elettorali: le elezioni per il rinnovo del Parlamento, quelle per i sindaci di circa 700 Comuni e, circostanza non da poco, quattro elezioni Regionali, in Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Lazio e Molise.
La tornata elettorale, insomma, fa particolarmente gola alla rinata coalizione che tutti gli istituti demoscopici danno in netto vantaggio sugli altri competitor. Sul Pd in particolare.
In una riunione a cui hanno partecipato i rappresentanti di punta dei tre partiti (c’erano Brunetta, Romani, Matteoli per Forza Italia, Giorgetti, Calderoli e Fedriga per la Lega, La Russa, Rampelli e Lollobrigida per Fratelli d’Italia) “il centrodestra unitariamente ha deciso di chiedere l’election day politiche-regionali”.
La ragione ufficiale è che “si tratterà di un test elettorale molto impegnativo, a cui il centrodestra unito guarda con grande impegno con l’intento non solo di confermare i nostri presidenti regionali e sindaci uscenti ma di conquistare anche altre importanti amministrazioni locali”.
Ma il vantaggio, come detto, è duplice.
Non è un mistero, infatti, che il centrodestra punti a posticipare il più possibile la data delle elezioni politiche, che tutti i rumors di Palazzo fanno cadere tra il 4 e il 18 marzo 2018.
E non solo per guadagnare tempo in attesa che la Corte di Strasburgo si esprima sul ricorso presentato dall’ex Cav contro la sua decadenza per effetto della Legge Severino e della sua condanna definitiva per frode fiscale.
L’ex premier spera di potersi giocare, invece, l’altra carta che gli consentirebbe di poter correre in campagna elettorale con maggiore smalto: la richiesta di “riabilitazione”. Secondo l’articolo 179 del codice penale, trascorsi tre anni dall’estinzione della pena il condannato può chiedere la riabilitazione. E può ottenerla qualora “abbia dato prove effettive e costanti di buona condotta”.
Buona condotta legata non tanto allo stile di vita del condannato (a carico di Berlusconi nel frattempo si è aperta un’indagine per corruzione in atti giudiziari nel Ruby Ter e si è riaperto il fascicolo sulle stragi per mafia del 1993) quanto al suo comportamento nello sconto della pena per frode fiscale.
L’obiettivo è quindi “scavallare” il mese di marzo per le elezioni, perchè è l’8 marzo che saranno trascorsi i tre anni dall’estinzione della pena.
Da quel momento i legali di Berlusconi potranno presentare istanza al tribunale di sorveglianza. Certo, i tempi per avere una decisione del giudice non saranno immediati, nè è scontato che la risposta sia positiva.
Ma battersi in campagna elettorale dopo aver aperto il capitolo della “riabilitazione”, presentandosi come un “candidato con riserva” consentirebbe all’ex Cav di avere un ruolo e un peso politico maggiori. Andare alle urne ad aprile sarebbe già un notevole passo avanti, a maggio un desiderio impronunciabile.
L’altro vantaggio di un election day è facilmente intuibile.
La risalita nei sondaggi della coalizione fa sperare nell’effetto traino sulle elezioni regionali e può affrettare gli accordi nelle candidature.
Se la partita in Lombardia, da sempre bacino di voti per la destra, sembra a portata di mano, in Lazio e in Friuli manca ancora un’intesa tra i maggiorenti delle “tre gambe” del centrodestra.
E poi, una data unica per le elezioni consentirebbe comunque un risparmio per le casse dello Stato, argomento questo che ha sempre presa sull’elettorato, figuriamoci in una campagna elettorale infuocata come quella che si sta aprendo.
Per il Pd, ovviamente, non se ne parla.
Interpellati sul punto, sia il sindaco di Milano Beppe Sala che quello di Bergamo Giorgio Gori hanno bocciato l’idea di un’unica tornata elettorale.
E dal Nazareno è già trapelata la netta contrarietà all’election day. A ben vedere, il Pd ha ben poco da guadagnarci.
La destra si prepara a lanciare la sua offensiva che al momento difficilmente lascia presagire una buona riuscita.
(da “Huffingtonpost”)
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