IL CENTRODESTRA PER PERDERE LE COMUNALI A MILANO SCEGLIE LA CONFINDUSTRIA: VIA LIBERA A PARISI
SALVINI NON CI VUOLE METTERE LA FACCIA, LA MELONI NON HA NESSUNO E ALLA FINE CONVIENE PERDERE CON UN CANDIDATO INDICATO DA BERLUSCONI…E SI CERCA UN ACCORDO CON PASSERA… CON DUE SOGGETTI DEL GENERE IL CDX FARA’ IL PIENO DI VOTI NEI QUARTIERI POPOLARI
“Sala ha vinto, ma noi l’uomo giusto ce l’abbiamo: si chiama Parisi”. A sera quando è ormai chiara la vittoria di Giuseppe Sala alle primarie del Pd, Silvio Berlusconi, in ritiro nella villa di Arcore con i familiari e amareggiato per il pareggio del Milan in casa con l’Udinese, si risolleva scandendo il nome di Stefano Parisi.
La carta che il centrodestra a ranghi uniti, con Lega Nord e Fratelli d’Italia, intende giocarsi per scalare Palazzo Marino sarà quella dell’ex city manager del capoluogo lombardo ai tempi di Gabriele Albertini. Sarà lui, infatti, a contrastare Mr Expo.
A meno di un colpo di scena, fra poche ore l’anti Sala scenderà in campo e ufficializzerà la sua candidatura a sindaco di Milano.
“Il centrodestra ripartirà da qui. Milano deve essere la start up di un nuovo progetto politico”, avrebbe confidato l’ex Cavaliere ai suoi.
Dal fortino di Arcore il capoluogo lombardo viene considerato luogo simbolo per scardinare lo strapotere di Renzi e del suo storytelling. Non a caso proprio ieri l’ex ministro Maria Stella Gelmini, coordinatrice di Fi a Milano, metteva a verbale: “Se vince Giuseppe Sala, che è il candidato del premier, allora anche le amministrative milanesi saranno un referendum su Renzi”.
Ecco allora perchè puntare su un profilo “moderato” come quello del fondatore di Chili, una sorta di Netflix italiana.
Ed ecco perchè scartare candidati “più da battaglia” come il direttore de il Giornale, Alessandro Sallusti o la pasionaria Daniela Santanchè.
Già domenica scorsa, dopo il derby fra Milan e Inter, Berlusconi aveva sottoposto la candidatura di Parisi agli alleati del Carroccio e di Fratelli d’Italia.
Nessun entusiasmo ma allo stesso tempo nessun veto sull’ex manager.
D’altro canto, spiega all’HuffPost chi ha partecipato alle trattative, “Salvini non vuole bruciare un nome leghista per pregiudicarsi la leadership. Per lui è preferibile restare nell’ombra senza misurarsi sull’uomo”.
Da via Bellerio, quartier generale della Lega, il capogruppo al Senato Gian Marco Centinaio assicura che “a noi Parisi non dispiace” e invita “i leader del centrodestra a mettersi già da domani attorno a un tavolo e a partire subito con la campagna elettorale perchè Sala non è imbattibile”.
I tre – Salvini, Berlusconi e Meloni – si vedranno già domani per fissare la strategia e per lanciare la candidatura di Parisi. Una colazione ad Arcore cui potrebbe prendere parte anche il candidato in pectore Parisi.
D’altro canto le altre ipotesi in campo, come quella dell’ex ministro Maurizio Lupi, in forza con l’Ncd ma sempre in filo diretto con Arcore, sono state scartate perchè non ritenute spendibili.
Al di là dei veti di Salvini Berlusconi ha sondato il peso dell’ex ministro delle Infrastrutture, ma secondo un report consegnatogli “Lupi viene sempre ricordato dagli elettori come quello del rolex”.
Il modello cui l’ex premier si ispira è quello di Venezia. Dove la scorsa primavera l’imprenditore Luigi Brugnaro ha scippato il capoluogo al centrosinistra con una lista civica accompagnata dalle sigle dei singoli partiti della coalizione.
Ma non finisce certo qui. Perchè ad oggi il fronte moderato ha già tre candidati in campo. Corrado Passera, ex ministro del governo Monti, è della partita con il suo movimento “Italia Unica”. Vittorio Sgarbi, qualche giorno fa, ha ribadito la sua volontà a correre come sindaco di Milano per il centrodestra.
E, infine, il terzo e ultimo è il giovane Niccolò Mardegan, ex Ncd, in corsa con una lista civica “noi per Milano”.
Allora la vera domanda è: riuscirà Parisi a passare come candidato unitario?
Al momento le primarie del centrodestra non sono sul tavolo. Anche se il senatore di Fi Augusto Minzolini, da sempre sostenitore delle primarie, ipotizza che “nel caso di Milano, essendo tutti i candidati espressione della società civile, non sarebbe peregrino pensare a una consultazione interna”.
Tuttavia il primo ad ammettere che Parisi sia un profilo unitario è proprio Mardegan: “Non nego che con una figura come Parisi ci sia l’assoluto interesse a dialogare perchè è un profilo nuova. Dico anche che Parisi è un nome che può fare sintesi”. Insomma, la candidatura di Parisi è ormai accreditata.
Certo è che venerdì sera, in un noto di ristorante del centro di Milano, ad una cena cui hanno partecipato tutto i quadri milanesi di Forza Italia, la senatrice Maria Rosaria Rossi, che interpreta sempre i desiderata di Berlusconi, ha lodato pubblicamente il valore di Corrado Passera. Non si tratterebbe di un cambio di cavallo. Ma di un possibile ticket Parisi-Passera.
(da “Huffingtonpost”)
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