IL COMMERCIALISTA DI ROMEO: “SI INCONTRO’ CON TIZIANO RENZI IN UNA TRATTORIA ROMANA PER PARLARE DI STRATEGIE”
LE RIVELAZIONI DI MAZZEI AI PM
Un incontro riservato tra Alfredo Romeo e Tiziano Renzi in una trattoria senza pretese per parlare di strategie.
È quanto racconta il commercialista Alfredo Mazzei in un’intervista al quotidiano la Repubblica. Mazzei, amico di Romeo che è stato arrestato per corruzione nell’inchiesta sugli appalti Consip, ricorda quanto gli disse il manager a proposito di una cena con il padre dell’ex premier Matteo Renzi. Anche lui indagato per traffico illecito di influenze.
Mazzei, dopo la lunga audizione dinanzi ai pm di Napoli e Roma, ricostruisce il suo duplice rapporto di amicizia: da un lato con l’area politica di Matteo Renzi, «in cui ho creduto dall’inizio, perchè migliore interprete della tradizione riformista», dall’altro con l’imprenditore a caccia di appalti miliardari.
Mazzei ha risposto e spiegato ai magistrati il senso di molte conversazioni intercettate tra lui e Romeo.
Le sue parole sono ritenute attendibili, e si iscrivono nello snodo più delicato dell’inchiesta: quello in cui si ipotizza che, per aprire le porte di Consip, Romeo avrebbe concordato, con Russo, dazioni di 30mila euro al mese per Tiziano Renzi. Una tesi che si regge sulla base di quei pizzini con la cifra “30” e l’iniziale “T”.
Fogli che risultano strappati da Romeo, poi addirittura sequestrati in discarica e infine ricomposti dal certosino lavoro dei carabinieri del Nucleo tutela ambiente guidati dal capitano Giampaolo Scafarto, e coordinati dai pm Henry John Woodcock e Celeste Carrano, che hanno aperto il bubbone Consip-Romeo.
Dopo aver spiegato che Romeo non incontrò mai Matteo Renzi, ricorda invece di un faccia a faccia col padre.
“Qui il discorso è diverso. Dopo un po’ di tempo, Romeo mi parla di questo Carlo Russo e mi dice che era una persona che era in grado di parlare con il padre di Renzi. Io non lo conoscevo. A quel punto, mi sono informato sul conto di questo Russo, a Napoli e soprattutto a Roma…”
Si è informato presso chi?
“Persone autorevoli. Non mi chieda i nomi, li ho fatti ai magistrati. Ma sono da 40 anni in politica, qualche amico fidato ce l’ho”
E cosa le dissero di Russo?
“Che Russo vantava con tutti la possibilità di avvicinare il padre di Renzi. Gli amici, quindi, mi invitavano a evitarlo. Russo aveva fama di essere un superficiale. E in coscienza lo dissi a Romeo, suggerendo di starne alla larga”.
E poi?
“Un paio di mesi dopo, parlando con Romeo, seppi invece che non aveva seguito il consiglio”.
Dottor Mazzei, andiamo al sodo: risulta anche a lei che Carlo Russo e Tiziano Renzi si sedettero a tavola con Romeo?
“Francamente, non ne parlo volentieri. Ma visto che me lo chiedete, sì, risulta anche a me. Da quel che mi disse Alfredo, cenarono o pranzarono insieme”.
Dove? In un luogo in vista, uno dei ristoranti dei salotti buoni?
“No, il contrario. Ma, ripeto, ho già detto ai pm. Romeo mi riferì che si videro in una sorta di “bettola”, una trattoria senza pretese. Non avevano interesse a farsi vedere. E da quel che ricordo, Romeo entrò nel locale in maniera assai defilata…”.
Cosa significa?
“Mi raccontò che entrò da un ingresso riservato, attraverso il cortile di un palazzo che aveva due uscite”.
E l’esito dell’incontro a tre: quale fu
“Romeo disse qualcosa che aveva questo senso: “Hai capito quei due…?”.
Intendeva che si trattava di persone spregiudicate? Si parlò di soldi e di appalti?
“Non posso saperlo. Ma ebbi l’impressione che quella cena riservata servisse proprio a parlare di strategie”.
(da “Huffingtonpost”)
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