IL CONGRESSO CERTIFICA L’ELEZIONE DI BIDEN, IL GOLPE E’ FALLITO
PENCE: “LA VIOLENZA NON VINCE MAI”… MCCONNELL: “HANNO CERCATO DI DISTRUGGERE LA NOSTRA DEMOCRAZIA, MA HANNO FALLITO”… DA PIU’ PARTI SI CHIEDE LA RIMOZIONE IMMEDIATA DI TRUMP
Dopo l’assalto al Congresso da parte dei supporter di Donald Trump secondo cui le elezioni erano truccate, Camera e Senato Usa hanno bocciato tutti i ricorsi e hanno certificato l’elezione di Joe Bide alla Casa Bianca.
Mentre a Washington è stato dichiarato lo stato d’emergenza fino al 21 gennaio, alla Casa Bianca continua a circolare sempre più insistente la voce di un’ipotesi di rimozione immediata di Donald Trump.
Aprendo la seduta per certificare la vittoria di Joe Biden, Mike Pence ha condannato l’assalto dei sostenitori di Donald Trump. “Non avete vinto, la violenza non vince mai”, ha detto.
“Hanno cercato di distruggere la nostra democrazia, ma hanno fallito”. Lo afferma il leader dei repubblicani in Senato, Mitch McConnell, parlando di “falsa insurrezione”, di una “ribellione armata” che però non impedirà al Senato di fare il suo lavoro. “Gli Stati Uniti non saranno intimiditi”, ha continuato, assicurando che non si inchinerà all’illegalit�
L’ipotesi della rimozione di Trump
Il Washington Post chiede che la responsabilità di questo atto di insurrezione ricada sul “presidente, che ha mostrato di rappresentare un grave minaccia alla democrazia”: “Ha causato l’assalto al Congresso. Deve essere rimosso”. Trump “non è adatto a restare in carica per i prossimi 14 giorni. Ogni secondo che mantiene i vasti poteri della presidenza è una minaccia all’ordine pubblico e alla sicurezza nazionale”, aggiunge il board editoriale del Washington Post. “Trump è una minaccia e fino a quando resterà alla Casa Bianca il paese sarà in pericolo”, osserva il Washington Post.
L’ipotesi di invocare il 25/o emendamento per rimuovere Donald Trump si sta rafforzando nel gabinetto del presidente.
Lo riporta Cbs citando alcune fonti, secondo le quali l’idea è in discussione all’interno della Casa Bianca ma non è stata ventilata al vicepresidente Mike Pence. Il 25/o emendamento della Costituzione prevede che il vicepresidente prenda i poteri nel caso il presidente muoia, si dimetta o sia rimosso dal suo incarico. A differenza dell’impeachment, dunque, consente di rimuovere il presidente senza che sia necessario elevare accuse precise. Tanto che il consigliere alla sicurezza nazionale di Donald Trump, Robert O’Brien, e il suo vice Matt Pottinger, stanno valutando le dimissioni dopo le violenze in Congresso.
Anche il potente senatore repubblicano Lindsey Graham volta le spalle a Donald Trump, di cui è stato uno stretto alleato. “Io e Trump abbiamo avuto fatto un bel viaggio. Mi dispiace che finisca così ma oggi tutto ciò che posso dire è ‘non contare su di me’. Quando è troppo è troppo. Ho provato ad essere utile”, ha detto in Senato, affermando che Joe Biden e Kamala Harris “sono stati eletti legalmente e diventeranno presidente e vicepresidente”.
Il sindaco di Washington Muriel Bowser, dopo l’irruzione a Capitol Hill, con i manifestanti che hanno sfondato i cordoni di sicurezza e hanno fatto irruzione nel palazzo che ospita Camera e Senato Usa, estende l’emergenza pubblica nella capitale americana per 15 giorni, ovvero fino al 21 gennaio, il giorno successivo al giuramento di Joe Biden. Resta in vigore anche il coprifuoco.
È battaglia anche sul fronte dei social. Facebook blocca Donald Trump per 24 ore. Lo riportano i media americani. Il blocco del social di Mark Zuckerberg segue quello simile di 12 ore deciso da Twitter. Zuckerberg, secondo le ricostruzioni di Axios, avrebbe definito la situazione a Washington un'”emergenza” e, in una email ai dipendenti, ha assicurato che si stavano valutando altre misure per tenere la gente al sicuro.
(da agenzie)
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