IL FISICO BATTISTON: “CON QUESTI MORTI, ZONE ROSSE BEN OLTRE PASQUA”
“SE NON SI FA NULLA SI ARRIVA A 800 VITTIME AL GIORNO”
Oltre ventitremila – 23.059 per l’esattezza – i nuovi casi in ventiquattro ore, 431 morti, 369.084 i tamponi effettuati con un tasso di positività del 6,2%.
Aumentano i positivi, sempre alto il numero dei morti, cresce la pressione sulle terapie intensive. Per dirla con il ministro della Salute, Roberto Speranza, “la situazione epidemiologica del Paese è ancora complicata”. Lo dicono i numeri, tutti i principali indicatori.
“Lo dicono da mesi e che gli sviluppi potessero essere quelli che registriamo oggi era assolutamente prevedibile” fa notare il fisico dell’Università di Trento, Roberto Battiston, commentando i dati che definiscono uno scenario tutt’altro che tranquillizzante. Il numero dei morti, per esempio: ieri 502 in ventiquattro ore, mai così tanti da gennaio.
“Una cifra enorme, ma purtroppo non ci si è arrivati in maniera inaspettata – sottolinea Battiston – Sulla base degli indicatori registrati negli ultimi mesi si sapeva che le vittime sarebbero arrivate a quote tanto alte”. Destinate a crescere ulteriormente, se non si cambia passo. “In queste condizioni, tra qualche settimana potrebbero diventare 800”, dice il fisico, che da tempo analizza l’andamento della pandemia.
L’occupazione dei posti letto di terapia intensiva continua a crescere in tutta Italia. Secondo l’ultimo monitoraggio dell’Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, aggiornato al 15 marzo, il dato si attesta al 35%, segnando un aumento del 4% rispetto al 9 marzo. Da dati rilevati al 16 marzo in 11 Regioni – Abruzzo (40%), Emilia- Romagna (50%), Friuli Venezia Giulia (44%), Lazio (31%), Lombardia (54%), Marche (57%), Molise (49%), Piemonte (48%), Puglia (34%), Toscana (40%) e Umbria (56%) – e nelle due Province Autonome di Bolzano (33%) e Trento 58%) il tasso di occupazione delle terapie intensive ha superato la soglia limite del 30%.
“Stiamo arrivando ai livelli del picco di novembre, siamo vicini alla saturazione e questo sarà accompagnato da un aumento dei morti”, fa notare Battiston. E aggiunge: “Abbiamo costeggiato per troppo tempo il ciglio del burrone e ora abbiamo messo il piede dalla parte sbagliata. Dobbiamo tornare indietro al più presto”.
Nel giro di una settimana, dunque in modo rapidissimo”, l’indice di trasmissibilità Rt è cresciuto da 0,9 a 1,16 e il numero degli infetti attivi – attualmente circa 530.000, oltre 150.000 più del mese scorso – sta aumentando “in maniera preoccupante”. È molto probabilmente l’effetto delle varianti, “che ormai dominano sul ceppo originario del virus”, puntualizza il fisico.
Bisogna invertire la tendenza, dunque, puntando sulla riduzione dell’Rt. Ma come si fa?
“L’indice di trasmissibilità diminuisce con il distanziamento. Quindi l’unica difesa sono interventi duri e tempestivi finalizzati a riportare la situazione sotto controllo, ma in modo significativo”, è la risposta. Le zone rosse in vigore, disposte dal Governo con l’ultimo pacchetto di misure anti Covid, “possono aiutare, ma con ogni probabilità dovranno essere estese ben oltre i quindici giorni annunciati”. Tra sette otto giorni si cominceranno a notare i primi effetti delle restrizioni, ma si deve continuare a mantenere un regime di stretta osservanza delle regole anti contagio, se no si riparte con la crescita.
La questione, dunque, è pensare a cosa si farà dopo Pasqua. “Immaginare di allentare subito, sia pure gradualmente, è uno scenario improbabile”, avverte Battiston. Perchè “il virus si comporta sempre allo stesso modo, in un anno dovremmo aver imparato che l’andamento tardivo e a fisarmonica che ha caratterizzato l’azione di contenimento a livello governativo è inefficace per contenere la pandemia – prosegue il fisico – e se riapriamo ci ritroveremo nello stesso tipo di situazione in cui ci siamo trovati dopo Natale, dopo il grande miglioramento osservato in novembre, inizio di dicembre, in modo particolare nelle regioni rosse”. Cioè al punto di oggi.
In una situazione – sono sempre parole del ministro Speranza stamattina – “non semplice e ancora da gestire con la massima cautela”.
(da “Huffingtonpost”)
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