IL FRONTE DEL NORD DELLA LEGA SI SMARCA DA SALVINI: GIUSTO VIETARE CORTEI NO VAX IN CENTRO, BASTA PROTESTE
CONSENSI ALLA LINEA LAMORGESE, MENTRE SALVINI CONTINUA AD ATTACCARLA
Quant’è bello fare il No Vax da Trieste in giù. Il fronte del Nord guidato dai governatori (leghisti) di Lombardia, Friuli e Veneto spinge Salvini a un’acrobatica presa di distanza dalle proteste. Ieri, sulla prima pagina di “Libero” tuonava a caratteri cubitali: “Basta cortei selvaggi. Si può manifestare ma senza disturbare il prossimo, se lo Stato non riesce a garantire il rispetto delle regole siamo messi male. Se uno cambia il percorso ne subisce le conseguenze”.
Un’inequivocabile svolta nel segno “legge e ordine”, con un elemento di continuità: nel mirino del leader leghista restano le direttive del Viminale e l’azione della Lamorgese.
Arriva la nuova restrittiva circolare che vincola prefetti e questori già dal prossimo week end: orari concordati, vie dello shopping vietate, piazze defilate e non centrali, mascherine ben calzate.
Un giro di vite che fa esultare il questore di Milano: “Sabato si vedrà un altro film, ora le regole le dettiamo noi”. Il governatore veneto Zaia sospira di sollievo: “La manifestazione è un diritto democratico, deve essere tollerata nella misura in cui non sia una privazione della libertà degli altri”.
Salvini invece si cimenta in un esercizio di contorsionismo: “Se vietiamo le manifestazioni perché non siamo in grado di far rispettare le regole, allora il ministro dell’Interno non sa fare il suo lavoro”. Insomma, cambiando l’ordine degli addendi l’ostilità verso Lamorgese non scema.
Tutto il resto, invece sì. Trieste e Milano sono l’avamposto del fronte che si è stufato delle intemperanze No Green Pass con le conseguenze economiche attuali (il 30% degli incassi di un sabato sfumati secondo Confcommercio lombarda) e soprattutto prospettiche (dal Black Friday al Natale).
E che, più che sussurrare, ha cominciato a scandire a Salvini poche semplici parole: così non si può andare avanti, non ne possono più gli esercenti ma nemmeno i poliziotti esposti al rischio di contagio, men che mai quell’80% di cittadini vaccinati. In buona parte, in quelle regioni, elettori leghisti.
E’ il messaggio che il governatore lombardo Attilio Fontana ha fatto recapitare al leader: sulla gestione dell’ordine pubblico sotto la Madonnina il governatore va a braccetto senza incrinature con il sindaco Beppe Sala.
Sugli incassi in zona feste non si scherza (a Milano a dicembre si festeggia anche Sant’Ambrogio) e non c’è fede politica che tenga.
Stessa linea da parte del governatore friulano Fedriga, furibondo per essersi ritrovato Trieste promossa a capitale dei contagi, con i turisti in fuga nonostante abbia sventato il blocco del porto.
Così dopo aver concordato con le forze dell’ordine la chiusura di piazza dell’Unità e applaudito al loro operato, oggi è uno dei 60mila firmatari della petizione per la fine delle proteste “stile Puzzer”. E lancia un ulteriore messaggio: “Non credete alle pagliacciate sui social, vaccinatevi”.
Raccontano che anche il ministro del Turismo Garavaglia abbia dovuto incassare (e riportare) le proteste delle associazioni di categoria.
A lamentarsi sono poi i sindaci. Quello di Padova Sergio Giordani (centrosinistra) dopo 19 cortei in tre mesi consentirà solo sit “statici” in e 400 euro di multa a chi trasgredisce. Quello di Gorizia Rodolfo Ziberna (forzista) che trema all’idea di ritrovarsi nelle condizioni triestine.
Quello di Novara, Alessandro Canelli, leghista appena rieletto al primo turno e vicinissimo al capogruppo alla Camera Molinari, che dopo essersi (giustamente) indignato per i manifestanti vestiti da deportati ha chiesto alla questura di valutare il divieto di manifestazioni per motivi di ordine pubblico.
Amministratori locali che rappresentano un mondo commerciale e produttivo restio a vedere l’ancora esile ripresa azzoppata da serrande abbassate o peggio prese a sassate. E che a Salvini lo hanno detto forte e chiaro.
(da Huffingtonpost)
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