“IL GENERALE HAFTAR E’ MORTO”: L’UOMO FORTE DI BENGASI LASCIA LA LIBIA NEL CAOS
ERA STATO TRASFERITO A PARIGI PER UN TUMORE AL CERVELLO, ORA I CLAN DELLA CIRENAICA RISCHIANO DI ANDARE IN COLLISIONE
Dopo le notizie incerte degli ultimi giorni, ormai siti di informazione arabi e uomini politici libici diffondono apertamente la notizia che il generale Khalifa Haftar è morto. L’uomo forte della Cirenaica dal 10 aprile veniva dato in serie condizioni a causa di un infarto o di un ictus senza che nessuno riuscisse a confermare seriamente la malattia.
Repubblica ha avuto conferma della morte da una fonte del Consiglio presidenziale di Tripoli, il governo riconosciuto dalle Nazioni Unite.
La notizia diffusa da alcuni media libici, tra cui il Libyan Observer, il Libyan Express e la Tv AL Nabaa, è stata data anche dalla Ria Novosti, che cita una fonte di Tripoli. “Abbiamo avuto notizie della sia morte”, ha affermato la fonte. Fonti diplomatiche al momento però non confermano la notizia, che era stata data e poi smentita anche da un noto parlamentare egiziano, Mostafa Bakry.
L’ex ufficiale gheddafiano era da tempo malato di un tumore al cervello, per il quale veniva curato ad Amman in Giordania.
L’ultimo controllo aveva portato i medici giordani a suggerire un ricovero a Parigi, dove era giunto il 5 aprile.
Le prime voci del ricovero in Francia erano state diffuse dal giornalista francese Hugeux Vincent e riprese anche dal sito di Le Monde. Oltre a Doustour.net e Libya al Ahrar anche il sito informativo egiziano al Watan ha annunciato la morte di Haftar, confermata dal deputato egiziano Mostafa Bakri.
Haftar è stato un ex compagno d’armi del colonnello Muhammar Gheddafi. Con lui partecipò al colpo di Stato che nel 1969 spodestò il re Idris. E con i giovani ufficiali che sostennero Gheddafi partecipò alla guerra che il colonnello decise di fare in Ciad. Durante il conflitto con i ciadiani, Haftar venne catturato, tenuto in prigione per alcuni mesi dai ciadiani e liberato poi grazie a una mediazione della Cia americana.
Gheddafi lo rinegò assieme a tutti gli ufficiali che avevano partecipato alla disastrosa spedizione in Ciad.
Trasferito negli Usa, per anni il generale ha poi vissuto proprio in Virginia nell’area di Langley dove ha sede la Cia.
Allo scoppiò della rivoluzione in Libia, Haftar era rientrato nel paese. Prima a Tripoli, dove non ha trovato sostegno alla sua idea di avere un ruolo nella guida delle forze armate.
Successivamente si era spostato a Bengasi, dove con il sostegno dell’Egitto e degli Emirati Arabi Uniti ha formato una milizia, “Esercito nazionale libico”, che per mesi ha combattuto gli integralisti islamici che avevano preso il controllo di buona parte di Bengasi e di molte aree della Cirenaica.
Salutato per questo suo impegno come un liberatore, Haftar da mesi accarezzava l’idea di diventare il leader unico della Libia.
Per questo non aveva mai negoziato seriamente con il governo riconosciuto dall’Onu di Tripoli e con il suo presidente Fajez Serraj. Il generale aveva a incontrato Serraj tre volte, l’ultima con la mediazione del presidente francese Emmanuel Macron.
Ma la sua capacità di coagulare attorno a sè il consenso dei leader politici della Tripolitania, ovvero dell’Ovest della Libia, è sempre stata assolutamente insufficiente.
Nelle ultime settimane il suo principale sponsor, l’Egitto di Abdel Fatah al Sisi, ha mostrato di essersi allontanato dal generale e di essere pronto ad aprire al governo di Tripoli e al presidente Serraj.
La notizia della morte di Haftar aprirà una fase nuova in Libia, non necessariamente positiva perchè il generale comunque garantiva il controllo perlomeno di una zona abbastanza ampia del paese.
Negli ultimi giorni era già state segnalate riunioni caotiche fra gli ufficiali vicini all’uomo, compresi i figli che aveva fatto promuovere nell’esercito senza che avessero fatto una vera carriera militare.
Molte tribù sono in rotta di collisione con la famigilia allargata del generale (che tra l’altro è originaria della Cirenaica) è questo ha procurato voci di profondi dissidi in Cirenaica prima ancora della notizia della morte del generale.
(da agenzie)
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