IL GOVERNO MELONI SI È IMPANTANATO ANCHE SULLA RAI – IL VOTO SUI CONSIGLIERI D’AMMINISTRAZIONE SLITTERÀ: ERA PREVISTO PER IL 12 SETTEMBRE, SARÀ RINVIATO A FINE MESE
LA DUCETTA HA DETTATO I SUOI NOMI: ROSSI AD (QUOTA FDI) E AGNES PRESIDENTE (QUOTA FI). MA LA PROPOSTA E’ FINITA NEL TRITACARNE DEI VETI INCROCIATI
Di certo c’è che il voto sui consiglieri d’amministrazione della Rai slitterà: era previsto per il 12 settembre, sarà rinviato invece a fine mese, probabilmente il 26. È il frutto di uno stallo che si è consumato ieri a Palazzo Chigi durante il vertice dei leader del centrodestra. E in bilico, adesso per davvero, c’è la presidenza di Simona Agnes.
È un gioco di veti, sgambetti, tattiche. Giorgia Meloni, che vorrebbe chiudere in fretta la partita, ha dato mandato ai suoi ambasciatori di trattare con Giuseppe Conte per ottenere i tre voti mancanti in commissione di Vigilanza per scegliere un presidente per viale Mazzini. Un profilo terzo. Non però Agnes, visto che il leader grillino ha firmato insieme al resto delle opposizioni il documento del dem Stefano Graziano per un Aventino che paralizzi le nomine.
Fiutata l’aria, Antonio Tajani si è trovato di fronte a un bivio. Ufficialmente ha deciso di far aprire all’opzione proposta dal centrosinistra, vale a dire quella di superare l’attuale governance Rai.
Un modo per allungare i tempi e paralizzare anche la scelta del nuovo amministratore delegato Giampaolo Rossi. «L’ha voluta Renzi – dice l’azzurro Maurizio Gasparri, confermando solo in parte questa indiscrezione – e noi siamo pronti a superarla. Disponibili dunque in Parlamento a votare una nuova legge. Nel frattempo, però, si scelgano i vertici con la normativa attuale».
In realtà, esiste un’altra versione accreditata da Palazzo Chigi. Tajani si starebbe convincendo a mollare Agnes e ad accettare la possibilità di indicare altri nomi, più graditi al Movimento, sbloccando lo stallo (ai 5S, in cambio del sì, andrebbe una direzione di genere). Un’opzione che ovviamente creerebbe tensioni tra grillini e dem. E che ha messo in allarme lo stato maggiore democratico, pronto a marcare strettissimo l’ex premier pentastellato. Strategie che si incrociano, mezze verità, tensioni mai sopite tra alleati: la partita Rai è la fotografia dello stato dei rapporti tra i tre leader di maggioranza. Non a caso, Meloni ha deciso di rendere settimanali i vertici di Palazzo Chigi.
(da La Repubblica)
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