IL GOVERNO TOGLIE LE PENSIONI AGLI EBREI VITTIME DELLE LEGGI RAZZIALI, TANTO PER FARSI SEMPRE CONOSCERE
IL CLAMOROSO AUTOGOL PER RISPARMIARE 50 MILIONI.. L’IMPORTO ERA MINIMO: 500 EURO AL MESE
A ottant’anni esatti dalle leggi razziali, il governo Lega-M5S taglia gli assegni previsti fin dal 1955 alle vittime delle leggi razziali e a chi è stato vittima di persecuzioni politiche durante il fascismo.
Parliamo di importi pari a 500 euro al mese destinati a persone nate prima del 1945, che quindi oggi hanno superato i 70 anni di età . Lo stanziamento totale “risparmiato” è pari a 50 milioni di euro.
La decisione è contenuta in un allegato al decreto fiscale pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, insieme ad altri tagli che riguardano il sostegno alle famiglie e alle imprese e non si tratta di una riduzione ma di una cancellazione, fa sapere l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
La presidente dell’Ucei Noemi Di Segni ha scritto al premier Giuseppe Conte, al ministro dell’Economia Giovanni Tria e al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti, che ha la delega per i rapporti con le confessioni religiose e per le attività dedicate alla memoria.
§Di Segni ha anche chiesto di poter essere sentita dalla commissione Finanze del Senato che da oggi esaminerà il decreto fiscale.
Per ottenerle gli aventi diritto hanno dovuto fare domanda alla commissione e documentare gli atti persecutori che li hanno colpiti, come ad esempio le lettere delle scuole che li hanno esclusi dopo il 1938.
Noemi Di Segni ha scritto alla Stampa per chiedere un passo indietro al governo:
Non abbiamo neanche il coraggio di informarne i sopravvissuti, di quanto sta accadendo, che con infinito coraggio affrontano nei loro nuclei famigliari, dinanzi a studenti e insegnanti l’impegno di raccontare gli orrori della Shoah, narrando l’inenarrabile, e dover leggere nei loro occhi il senso di desolazione e abbandono.
Quale ente che rappresenta tutti gli ebrei italiani non possiamo che invitare governo e Parlamento a riconsiderare la scelta fatta e valutare ogni possibile rimedio amministrativo, legislativo o emendativo al fine di giungere ad una soluzione che non intacchi il lungo percorso fatto in questi ultimi 75 anni di ricostruzione del Paese, permettendo così a chi ha vissuto quel buio periodo della storia e a chi ha subito persecuzioni per difendere i valori oggi sanciti nella nostra Costituzione, di continuare, per ancora una manciata di anni, di poter vivere, o meglio, sopravvivere.
(da “NextQuotidiano”)
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