IL LIBERISMO E’ COSA DA RICCHI?
O SONO CERTI VECCHI E PACIOSI “SCIENZIATI LIBERALI” A FARLO APPARIRE TALE?
Il più delle volte mi rendo conto che le persone hanno idee socialiste anche perchè nessuno si è mai degnato “di scendere dal piedistallo” per spiegar loro le autentiche ragioni sottese al liberismo economico ed alla necessità di un visione alternativa a quella di uno “Stato-Padre” o di un sistema di clientele che, poi, all’occorrenza, “ti portano il conto”.
Fino a quando si continuerà a ragionare ed a comunicare sulla scorta di asettici, sterili e fuorvianti stereotipi di erudita speculazione concettuale.
Fin quando il “mondo liberale” avrà sempre, e soltanto, “referenti” accademici, peraltro vecchi, paciosi e crassi.
Sino a quando si continuerà a relazionarsi sulla scorta di astruse formule “magiche” – peraltro travolte dalla coeva dimensione politico-valoriale – e fin quando la “politica” rimarrà “cosa da TV” o da “salotti buoni”, conservandosi nelle neglette logiche da èlite, le “ragioni” di una visione autenticamente alternativa alla “schiavitù” non arriveranno mai al cuore della gente.
E allora l’allegoria comunicazionale di sostanza pure serve, perchè se non “arrivi” al cuore della gente vuol dire che stai perdendo solo tempo: dietro alle illusioni; dietro al nulla che hai l’arroganza e la presunzione di elevare a sostanza; dietro al “vuoto” che evidentemente c’è “dentro e fuori” di te.
Il liberismo non è cosa da ricchi, anzi.
L’uomo è vocazionalmente libero e la stessa libertà non è “cosa” che si consumi soltanto negli schemi etico-valoriali o nelle specualzioni concettuali, laiche o meno che esse siano. Essa involge direttamente anche la stessa economia, soprattutto “quella spicciola”.
Peccato che gli “scienziati liberali”, siano essi conservatori o meno, siano così pieni di loro stessi da non porsi il problema di farsi comprendere anche da chi non abbia letto – per scelta consapevole o per impossibilità oggettiva – qualche libro di economia o qualche saggio di pseudo-filosofia della politica.
Per la Thatcher la politica era “cosa pratica”. Dal punto di vista strettamente economico, era “far quadrare i conti” ed in ragione di una specifica visione. Ma Lei era una fuoriclasse, però. Una fuoriclasse capace di modificare il corso della storia coniugando, sapientemente, economia e valori, forma e sostanza, conservazione e modernità !
Ciò non di meno, sono assolutamente convinto che sarebbe riuscita “a parlare” anche con “donna Concetta”, la portiera sotto casa, per farle vivere la grande magia del sogno che diventa storica ed incendiaria rivoluzione democratica.
Passione, passione, passione. Quella passione capace di tagliare l’aria “a fette”. Fervente. “Elevante”. Incondizionata e ribelle.
Quel moto dell’anima che vive in ciascuno di noi. Sommesso e irrefrenabile…
Oltre l’inedia. Contro la rassegnazione. Pronto a fare la storia…
Salvatore Castello
Right BLU – La Destra Liberale
Leave a Reply