IL MOVIMENTO DI GRILLO IN LIGURIA: UN CEMENTIFICATORE AD ANDORA, RICICLATI E MASSONI AD ALBENGA, MISTER “MILLE TESSERE” A BORDIGHERA
A GENOVA NEL MIRINO FINISCE IL BILANCIO INTERNO E LA TRACCIABILITA’ DEI VERSAMENTI: A CHI E’ INTESTATO IL CONTO? … NEL TIGULLIO RIUNIONI SEGRETATE E ADESIONI DI RICICLATI A VOLONTA’
Ebbene sì, Beppe Grillo non vuole proprio affrontare i problemi.
Così ciò che era di facile soluzione negli anni passati è diventato, con il tempo. sempre più complesso da risolvere.
A Savona il M5S si è ripreso. Dopo le timidezze iniziali, nella scorsa campagna elettorale trovano, via via, coraggio e, una volta entrati nel Consiglio Comunale, hanno dimostrato di saper affrontare seriamente le questioni ed anche la forza di denunciare certe pratiche sia pubblicamente, sia alla Procura.
Nel savonese però non c’è solo Savona…
Ad Andora, con l’attuale amministrazione guidata da un sindaco PD, con un vice del PDL, dove le infiltrazioni mafiose nei lavori pubblici sono state pesanti, così come quelle di faccendieri e speculatori di ogni specie, il nascente M5S vede alla sua “guida” uno dei principali cementificatori del territorio.
Alle “stelle” si aggiungono quindi le betoniere!
Ad Albenga, con l’amministrazione guidata dalla Lega, dove le imprese della ‘ndrangheta trovano sempre accondiscendenza nelle deliberazioni dell’Ente (così come quando era il PD, nel passato ciclo amministrativo, a guidare il Comune), alla costruzione del M5S si mettono all’opera riciclati della politica e qualche massone.
Nell’imperiese abbiamo il caso di Bordighera, dove a promuovere il M5S vi è uno dei politici locali di vecchia data (già conosciuto anche con il sopranome di “Mille Tessere”), nonchè massone ufficiale, che era stato anche tra i sostenitori della prima amministrazione Bosio (la prima su cui la Commissione di Accesso ha evidenziato esservi già i condizionamenti della ‘ndrangheta).
Ora si è aggiunto “il caso” Imperia.
Qui il M5S che si candida a gestire la cosa pubblica nel nome delle regole e della correttezza, si è visto sciogliere la riunione dai Carabinieri, perchè pur volendo candidarsi alla gestione del Comune, non hanno saputo manco organizzare un’assemblea pubblica (non hanno dato avviso dell’incontro ed avevano occupato uno spazio privato senza chiederne la concessione).
A Genova, oltre a quanto avevamo già scritto e documentato i problemi si moltiplicano…
Il Secolo XIX di oggi (30 maggio 2012) pubblica un articolo in cui evidenzia un fatto estremamente grave… e verificando i fatti esposti (attraverso proprio quanto pubblicato direttamente dal M5S genovese sulla propria piattaforma ufficiale) si ha conferma della fondatezza di quanto scritto dal quotidiano ligure.
Ecco qui l’articolo integrale:
Il caso – Il documento pubblicato sul web: nessuna tracciabilit�
MA A GENOVA IL BILANCIO DI CINQUE STELLE NON APPLICA LE REGOLE SUL FINANZIAMENTO
Ancora una volta è la rete a montare le accuse e le teorie che accusano il movimento grillino genovese. Nel mirino è il documento di Bilancio dei 5 Stelle pubblicato su internet: secondo una prima analisi, il file non rispetta — o meglio — non applica la legge sul finanziamento dei partiti.
Per una verifica della situazione il Secolo XIX ha provato ieri a contattare i portavoce del movimento, ma nè il candidato sindaco Paolo Putti nè il primo degli eletti Mauro Muscarà hanno risposto al telefono.
La sostanza dell’accusa è questa: primo punto, sono diversi i nomi del committente della compagna elettorale e quelli sia degli intestatari dei conti correnti sia del numero identificativo di PostePay.
Secondo punto: il bilancio è composto per poste di entrata e uscita dirette unicamente a persone fisiche.
Quindi: non esiste tracciabilità dei fondi in entrata (c’è solo il nome di chi incassa) nè dei fondi in uscita: il pagamento di una serie di affitti o di una serie di forniture (fino a 4 mila euro mensili la voce più consistente) non è “giustificato” da una fattura ma dal nominativo del socio che ha provveduto al pagamento.
Insomma, delle due l’una: o il bilancio pubblicato su internet è unicamente a uso e consumo della comunicazione o — se è il documento autentico — non risponde alla normativa sul finanziamento dei partiti politici.
Non basta. Verificando quanto riportato, salta agli occhi un altro, ulteriore, particolare.
Il M5S avrebbe aperto un conto su “Pay Pal”.
Questo conto risulta intestato a “Movimento 5 Stelle Genova”.
Non è un conto “personale” quindi… ma PayPal per aprire un conto non personale (di un associazione, ente o soggetto di altra natura) richiede esplicitamente il codice fiscale o partita iva, nonchè i documenti ufficiali del soggetto collettivo intestatario del conto, nonchè la sede legale ed i dati del responsabile legale.
Ora non risulta — anche stando a quanto ripete sempre Beppe Grillo — che i M5S locali abbiano un codice fiscale, una partita iva, una sede legale, così come non risulta siano costituiti in struttura formale con un responsabile legale.
Quindi quel conto a chi è intestato?
Nel levante di Genova, nel Tigullio, sempre come evidenzia il Secolo XIX con un altro articolo, ci si ritrova nuovamente ad un nascente M5S molto particolare…
Il Movimento di Grillo che fa della trasparenza un cavallo di battaglia e che vorrebbe alle riunioni dei Comuni e delle Regioni la web cam pronta ad immortalare facce e interventi, non vuole però che si sappia chi partecipa alle loro riunioni, cosa viene detto e non vuole nemmeno che vengano pubblicate foto dei loro incontri, se non quella del loro portavoce, Attilio Martino Mello, che è l’unica che autorizzano a pubblicare.
Se andiamo a vedere, una Loggia massonica ha più trasparenza, si potrebbe dire…
Detto questo, cosa ci raccontano i cronisti sui grillini del Tigullio, su chi risulta nel meetup del nascente M5S?
Questo: “Alcuni arrivano dalle recenti elezioni amministrative di Chiavari. Sono Alessandro Monti (già capogruppo consiliare di Partecip@ttiva e consigliere più votato della lista) che scrive: «Da anni mi impegno per una alternativa alla politica dei partiti nazionali che guardano al nostro territorio sempre in modo speculativo»; Corrado Sanguineti (altro candidato consigliere del movimento civico Partecip@ttiva); Barbara Polimeni (candidato consigliere di “Lista Piombo – Chiavari nel cuore” che, per sgomberare il campo da qualsiasi dubbio, commenta: «Uscita da poco da esperienza elettorale che mi ha nauseata»). Noti sono anche Giansandro Rosasco, portavoce del comitato pro tunnel Rapallo/val Fontanabuona; Giovanni Traversaro, architetto di Sestri Levante, città nella quale, come ricorda lui stesso, ha «ricoperto la carica di consigliere e sindaco», eletto «con un programma all’insegna del rinnovamento, tuttora valido»; Diego Marchiolè, consigliere comunale di Carasco, Comune del quale alle ultime elezioni amministrative si è candidato sindaco.”
Ecco… mentre Grillo evita di affrontare i problemi, il M5S, in Liguria, se lo sono già mangiato… e quando forse darà un cenno di risposta se lo saranno già digerito!
(da “CASA DELLA LEGALITA“)
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