IL NUOVO CORSO DI MARONI: NON DIMINUIRE I DEPUTATI
A PAROLE VOGLIONO IL TAGLIO DEI PARLAMENTARI, POI LEGA E PDL RIMANDANO LA PRATICA… RICOSTRUITA L’ALLEANZA DEI PATACCARI SULLA DIFESA DELLE POLTRONE
L’Aula del Senato ha accantonato l’articolo 1 del ddl di riforma costituzionale sul taglio del numero dei deputati.
La richiesta è venuta dalla Lega che, con Bricolo e con l’ok del Pdl, ha proposto di affrontare prima le modifiche del Senato e dunque anche gli emendamenti con cui il Carroccio chiede il Senato federale.
Il presidente del Senato Renato Schifani ha però subito voluto chiarire: «Questo non significa che non si torni sull’articolo 1 relativo alla riduzione del numero dei parlamentari. Ne è responsabile la presidenza. Si tratta- dice Schifani- di un accantonamento tecnico, non di merito».
«Rinviare la votazione sulla riduzione del numero dei parlamentari è una decisione gravissima ed è un peccato che considerazioni di bieca politichetta entrino nel dibattito sulla modifica della nostra Carta Costituzionale».
Così il vicepresidente dei senatori del Pd Luigi Zanda è intervenuto nell’Aula del Senato nel corso del dibattito sulle riforme Costituzionali.
«Il rischio -ha affermato- è di mandare al macero un accordo importante, frutto del clima nato intorno alla maggioranza che sostiene il governo Monti e basato sul principio che le grandi regole del gioco, della nostra democrazia, si cambiano insieme, solo a larghissima maggioranza».
«È evidente che se passa il Senato federale, rassegnerò le mie dimissioni da relatore del ddl di riforma della Costituzione – ha annunciato ai giornalisti a Palazzo Madama, il relatore del ddl Carlo Vizzini -. Anche perchè si tratta di uno degli emendamenti respinti ad ampia maggioranza in commissione».
Insomma la solita patacca leghista, con la complicità del Pdl: col 4% di consensi, se si presentano da soli è già tanto che mettano insieme dieci deputati, figurarsi tagliarli pure.
Il nuovo corso di Maroni è iniziato in nome della difesa della poltrona.
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