IL PATTO DEL BISCIONE: LA CACCIATA DEL CAPOGRUPPO ALLA CAMERA, CATTANEO, E L’ISOLAMENTO DELLA RONZULLI È PARTE DI UN ACCORDO TRA BERLUSCONI-TAJANI E MELONI
A SILVIO SAREBBERO STATE DATE GARANZIE PERSONALI (I PROCESSI) E SULLE NOMINE (UN RUOLO PER SCARONI)… LA LINEA PIÙ GOVERNATIVA GIOVA ANCHE A MEDIASET. E POI C’È LA PARTITA DELLE EUROPEE: L’ALLEANZA PPE-CONSERVATORI
Una prospettiva politica comune, certo. Ma anche nomine, interessi economici e giudiziari. Ecco cosa c’è dietro il patto segreto fra Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi, che ha portato al ribaltone interno a Forza Italia. Cioè al ridimensionamento dei “custodi” della linea critica nei confronti del governo – i capigruppo Licia Ronzulli e Alessandro Cattaneo
Difficile che si arrivi a un partito unico. Ma la scelta fatta da chi ha orchestrato la manovra, fra gli azzurri, è quello di rinunciare a una buona fetta di autonomia per assicurare alla creatura di Berlusconi un futuro sotto l’ombrello di FdI. Più comodo politicamente e più conveniente per l’impero Mediaset.
L’orizzonte sono le elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo. Si punterà a un’alleanza fra il Ppe (partito cui fa capo Forza Italia) e i Conservatori di Giorgia Meloni, per ribaltare gli attuali assetti della commissione e mettere ai margini i socialisti.
Sullo sfondo, però, ci sono questione più concrete, che afferiscono agli interessi di Berlusconi e della sua famiglia: la svolta è avvenuta il 13 febbraio, con la revoca della costituzione di parte civile del governo nel processo Ruby Ter (precedente all’assoluzione di Berlusconi). Un mese dopo, ecco il ritiro della costituzione di parte civili pure nel procedimento di Bari (caso escort-Tarantini). E altre garanzie personali sarebbero state date all’ex premier.
Nell’accordo c’è spazio anche per alcune nomine nelle partecipate di Stato gradite a Berlusconi: in primis quella di Paolo Scaroni, destinato ad avere un ruolo nella stessa Enel o in Leonardo. Il tutto in un quadro di malessere silente, fra i parlamentari della cosiddetta “corrente Ronzulli” che danno per fisiologico l’allontanamento da un partito che considerano “finito”. Sono almeno una quindicina. Le sirene non mancano: fra le numerose telefonate giunte a Licia Ronzulli dopo la rivoluzione interna, c’è quella di Matteo Renzi
(da La Repubblica)
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