IL PDL NON PUO’ VIVERE COME UN COMITATO ELETTORALE PERMANENTE
A UN MOVIMENTO SENZA IDENTITA’ NON BASTA IL CARISMA DEL CAPO PER SOPRAVIVERE.…I MAL DI PANCIA NEL PDL AUMENTANO: MANCA UN COMUNE SENTIRE.…..CHI SI SVEGLIA PRIMA IL MATTINO E DICHIARA ALLE AGENZIE IL PROPRIO PENSIERO DETTA LA LINEA DEL PARTITO
All’inizio forse eravamo in pochi a esprimere critiche costruttive al governo di centrodestra: per molti a destra l’importante era aver vinto le elezioni e governare “contro la sinistra”.
Essendo stati sempre tra coloro che hanno condotto battaglie “per qualcosa” e non “contro qualcuno”, ci è sempre risultato stretto un abito mentale di questo genere, funzionale peraltro a chi fa politica per interesse e non per un ideale di vita, e adotta un approccio superficiale, tipico di chi ha poche letture alle spalle.
Se la politica si deve ridurre a non vedere carta straccia per terra e quindi al grande “valore” della pulizia urbana, suggeriamo di eleggere sindaco un buon netturbino.
Se poi si vuole passare dalla pulizia della via alla pulizia etnica ci si può sempre affidare a coloro che avrebbero dovuto anni fa “i fascisti andarli a cercare casa per casa”.
Con la differenza che i fascisti si sarebbero fatti trovare sull’ uscio ad aspettarli, qualche padano invece sarebbe stato assorbito dalla gestione delle fiches in qualche Sala Bingo o in un Casinò in Croazia.
Questione di diversità di stile…
Ci fa piacere comunque che la nostra modesta analisi iniziale cominci a trovare proseliti tra le menti più libere ed autorevoli anche nel Centrodestra.
Abbiamo citato in passato le osservazioni di Marcello Veneziani, siamo lieti oggi di commentare quelle di Gennaro Malgieri, esponente culturale di primo piano dell’area di riferimento del Pdl. Sulle colonne di Libero, l’amico Gennaro segnala il rischio “che il Pdl possa implodere per interne convulsioni, ipotesi tutt’altro che remota. I segni dell’assenza di coesione son fin troppi vistosi per non vederli. Sono figli di un parto prematuro, frettoloso, abborracciato. Non c’è un comune sentire all’interno del Pdl e chi dichiara prima alle agenzie il suo pensiero, detta la linea politica. Insomma il potere è nelle mani di chi si sveglia presto il mattino”.
Continua Gennaro nelle sue osservazioni: “E’ sconcertante ma è così, Ne prenda atto Berlusconi che ha ritenuto di mettere insieme tutto il possibile, senza armonizzarlo intorno a un’idea. Non sfugge in questi giorni elettorali che precedono le Europee il disincanto del “popolo delle libertà ” che si aspettava ben altro. Manca un partito politico autentico di tradizione europea che non può essere assimilato a un comitato elettorale permanente”.
E arriva a questa conclusione il buon Malgieri: ” Dispiacerà a chi ha poca dimestichezza con la cultura politica, ma a un movimento senza identità non basta per sopravvivere il carisma del capo”. Aggiungiamo due considerazioni: Berlusconi è imbattibile sul terreno della conquista del consenso elettorale, straordinaria fu la sua rimonta anche quando venne rieletto Prodi per un soffio, ma siamo sinceri, non è altrettanto efficace nel governare una coalizione.
Manca di una cultura politica e di una visione globale, vive della politica frenetica “del fare” senza spesso sapere cosa, soffre il gioco di squadra, troppo abituato a decidere per tutti.
E il Pdl non cresce perchè emergono solo i maggiordomi in livrea (o le veline di bella presenza). Seconda considerazione: il lodo Alfano è stata una scelta strategica pessima.
Di fronte a una magistratura schierata, Silvio doveva andare all’attacco, lo abbiamo già scritto. Rinunciare a tutto, farsi processare, condannare e presentarsi provocatoriamente a San Vittore con i polsi pronti alle manette: avrebbe scatenato un’adesione tale nel Paese che sarebbe uscito a furor di popolo, con un consenso dell’80% (reale) del popolo italiano.
Non si sfugge al nemico, lo si affronta sfidandolo e guardandolo negli occhi.
E non gli giovano certo le bugie che ha detto sul caso Noemi e riprese, purtroppo, dalla stampa internazionale.
Un uomo può avere le sue debolezze, certo, ma allora non fa il premier, nessuno lo obbliga.
Ma chi sceglie questa strada “pubblica” ha un dovere morale verso gli Italiani e nessuna ombra deve macchiarne l’immagine, compresa la scelta delle frequentazioni.
Libero il Silvio imprenditore ovviamente di circondarsi di veline, ma non il Berlusconi presidente del consiglio di essere chiacchierato.
E di raccontare poi versioni contraddittorie e piene di lacune, per cercare di uscirne.
Gli elettori di centrodestra invece che criticare Veronica, forse avrebbero fatto meglio a richiamare duramente lui a suoi doveri.
Che sono quelli di rappresentare la parte migliore del nostro popolo: lo avete eletto per quello, non per ospitare in Sardegna a capodanno un concorso di bellezza nella sua villa, disseminando fanciulle nei bungalow.
Per quello è sufficiente Montecatini e il patron Mirigliani.
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